Gli italiani vogliono essere sempre più cashless

 

L’indagine condotta dall’Istituto Bva Doxae commissionata daNexi, azienda specializzata nelpaytech(servizi legati aipagamenti digitali) ha rilevato come gli esercenti italiani siano semprepiù propensi a utilizzare le forme di pagamento digitale.Dall’analisiemerge che per i commercianti italiani,il Pos garantisce sicurezza (81%), migliora la gestione dell’attività commerciale (70%) e soddisfa le richieste dei clienti (79%).Gli intervistati (artigiani, liberi professionisti e negozianti) ritengono sia utile per fornire un’immagine piùmoderna e attraente dell’attività (64%).Inoltre, il 29% sarebbe disposto a utilizzare lo smartphone per ricevere pagamenti; tra le ragioni: la sostenibilità della transazione, oltre alla possibilità di moltiplicare le casse senza doversi dotare di ulteriori Pos. «La ricerca Bva Doxa conferma che sempre più esercenti italiani sono consapevoli chesicurezza, velocità, comodità e sostenibilitàsono elementi chiave dei pagamenti digitali – afferma Vanessa Maneo, responsabile Pos di Nexi – Per questo cresce costantemente il numero di coloro che prediligono accettarli sia in cassa sia per le consegne a domicilio del cliente oltre che per le vendite effettuate durante un mercato o una fiera o per incassare il conto al tavolo se si tratta di bar e ristoranti». Se gli esercenti sono più propensi alpagamento digitale,questo vale anche per iconsumatori. Il rapporto redatto dall’Osservatorio sugliInnovative Paymentsdel Politecnico di Milano ha rilevato che letransazioni digitalinel 2022 sono aumentate fino a quasi400 miliardi di euro, in aumento di 66 miliardi rispetto all’anno precedente. La crescita più importante è stata registrata per le nuove forme di pagamento, tra cui idispositivi mobili e indossabili (circa 20,3 miliardi di euro, +107% rispetto al 2021);le forme di pagamento elettronico tradizionale sono aumentate del 45%, arrivando a 186 miliardi di euro. Secondo Confesercenti, alla luce dei dati provenienti da Polimi, Istat, Banca d’Italia e Cer, i pagamenti elettronicisupereranno i 500 miliardi di euro nel 2025.Le ragioni di questo aumento sono “certamente lamaggiore diffusione dei Posdi nuova generazione per pagamenti contactless rapidi” e “in generale una maggiore propensione all’uso dello strumento da parte dei consumatori maturata a seguito della pandemia”. Del resto, secondo lo studio commissionato da Visa,i pagamenti digitali migliorano il fatturato delle imprese. Il 29% dei piccoli esercenti e delle Pmi – piccole medie imprese italiane ha visto unaumento di fatturato tra il 6 e il 15%che può essere collegato alle transazioni contactless. Inoltre, il 66% li considera come forme di pagamento più semplici, mentre il 67% crede che riduca il rischio di non essere pagati. «In Visa, negli ultimi anni, abbiamo contribuito ad accelerare la digitalizzazione di 8 milioni di Pmi in Europa, fornendo loro una rete di pagamento globale, veloce e sicura – sottolinea Stefano Stoppani, country manager Visa Italia – Aiutiamo le piccole imprese a crescere migliorando le loro capacità digitali e collegandole alla nostra rete di pagamenti, mettendole in contatto con un maggior numero di clienti, migliorandone l’esperienza complessiva e contribuendo ad aumentare le vendite. La nostra ricerca conferma che il digitale rappresenta una leva per la crescita, anche in contesti difficili». L’Italia, però, rimane indietro:nel crescente mercato del pagamentoBnpl–Buy now, pay later, che solo nel 2021 rappresentava l’8,1% del mercato digitale,il Belpaese si classifica 18°. IlCash Intensity Index 2023, presentato in occasione dellatavola rotonda dellaCommunity Cashless Society,piattaforma istituita dall’European House Ambrosetti,illustra chel’economia italiana è tra le prime 30 al mondo per dipendenza dal denaro contante. Gli investimenti del Pnrr nella digitalizzazione, secondo la piattaforma, dovrebberogenerare quasi 800 milioni di nuove transazioni contactless,per un controvaloredi 27 miliardi di euro. Oltre7 italiani su 10 vorrebbero utilizzare di più il cashless e 6 italiani su 10 dichiarano di voler ridurre l’utilizzo del contante in futuro. Finalizzare questi investimenti sarà dunque importante per riportare l’Italia al passo con le economie europee e del G7 e aumentare la capacità produttiva delle imprese.

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