La Russia ha un problema con Barbie
Barbiefonte di tutti i mali. O almeno così sembrerebbe. Che labambolaMattelsia da anni considerata problematica perché, per lo meno nella sua versione originale, promuoverebbe unmodello estetico nocivoè cosa nota. A questa colpa, assolutamente condivisibile e ribadita anche nelfilmche sta polverizzando ogni record al botteghino, ogni giorno che passa se ne affiancano altre, che definire grottesche è un eufemismo. I primi a lanciare il sasso della discordia sono stati diversi esponenti delpartito repubblicano americanoche, a causa della presenza nella pellicola di unamappache ritrae il Mar Cinese meridionale con i confini riconosciuti dalla Cina ma non dal Vietnam (che contende lo stesso territorio),hanno tacciato Barbie di esserecomunistae simpatizzante del regime di Xi Jinping. Sulla scia di ciò, Vietnam e Filippine hanno poi vietato la proiezione del film sui loro territori. Quando ogni fantasiosa interpretazione sembrava essere superata, ad alzare l’asticella della folliaè arrivata la Russia. Maria Butina, membro del Comitato per gli affari internazionali della Duma di Stato,ha proposto di vietare su tutto il territorio nazionale la vendita della bambola, che esprimerebbe valori contrari a quelli russi. Non sono la magrezza eccessiva, la bellezza inarrivabile, la ricchezza e il capitalismo delle quali Barbie è espressione a non piacere alla politica, quanto piuttosto il fatto che questo giocattolopromuoverebbe relazioni omosessualie sarebbe «il motore dell’agenda Lgbtq+, inaccettabile in Russia in base alla legge che vieta proprio la propaganda Lgbtq+». Nonostante il Paese abbia ufficialmente depenalizzato l’omosessualità nel 1993,nel 2013Vladimir Putin ha firmato unalegge che vieta la propaganda Lgbtq+ tra i bambiniistituendo pene severissime per i trasgressori. Non contento di ciò,lo scorso anno ha esteso la normache vieta di parlare di promuovere rapporti sessuali non tradizionali, la pedofilia e l’informazione in grado di indurre un intervento chirurgico di riassegnazione di genere, a ogni età e a tutti i mezzi di informazione. Butina, appassionata di armi e nota fino a oggi come la nuova Mata Hari per essere stata arrestata nel 2018 negli Stati Uniti perchésospettata di essere una spia russa, non ha inveito solo contro Barbie ma si è detta fermamente contraria alla comparsa nei negozi russi di ogni tipo di bambola chepromuova relazioni omossessuali. Se controllare ogni singolo canale distributivo e cosa entri nelle case di tutti i bambini del territorio è quantomeno difficile se non impossibile, la stella nascente della politica del Cremlino suggerisce però cosa fare negliasili, per i qualile bambole acquistate dovrebbero provenire solo da fabbriche di giocattoli russeche creino giochi che promuovano messaggi corretti che non contrastino con i valori del Paese. Durante l’intervista televisiva che ha raccolto le sue dichiarazioni, Maria Butina si è ovviamentescagliata anche contro il film di di Greta Gerwigcon Margot Robbie e Ryan Gosling che sarebbe a suo dire«uno spot per il Partito democratico e il suo programma». Il film in Russia non arriverà perché la Warner Bros, così come le altre case di produzione occidentali,ha abbandonato il Paese dopo l’inizio della guerra contro l’Ucraina.Nonostante ciò, anche nel regno di Putin è scoppiata laBarbie mania, e se alcuni fan più accaniti sono disposti a varcare il confine pur di vederlo, la maggior parte partecipa al sogno in modo trasversale, come documentato dal sitoThe Moscow Times. Il barRovesnik, popolare ritrovo moscovita della Gen Z, ha a esempio ospitato unafesta a tema Barbiein cui i partecipanti potevano truccarsi e vestirsi di rosa e glitter e scattare foto dentro la ricostruzione a grandezza umana della scatola della bambola; l’OMG Coffee Companyha lanciato un nuovomenu Barbiecon proposte che spaziano da un dolce chiamatoI’m a Barbie Girl,all’hamburgerBarbieque, fino a un formaggio rosa. Insomma, la Duma potrà anche cercare di mettere al bando Barbie per legge, ma la filosofia delthink pinkpare aggirare divieti e costrizioni.Perché Barbie può fare ciò che vuole.