Il caso di Kamila Valieva, squalificata per 4 anni perché positiva al doping

 

Ai Giochi invernali di Pechino 2022,Kamila Valievaè diventata la prima pattinatrice donna a eseguire un salto quadruplo in una competizione olimpica, aiutando la Russia ad assicurarsi l’oro a squadre. A due anni da quella vittoria, la Corte Arbitrale dello Sport(Tas)si è espresso inun rapportodi 129 pagine sul caso dell’atletaolimpica russa squalificata fino al 2025per essere risultata positiva aldopingalla vigilia della competizione internazionale del 2022. L’esclusione di Valieva, che ora ha 17 anni, ha privato il Comitato Olimpico Russo(Roc)della sua medaglia d’oro conquistataai Giochi, che è andata agli Stati Uniti. LaTasdi Losanna ha spiegato le ragioni di una squalifica di queste dimensioni a un’atleta che all’epoca aveva solo 15 anni: la Corte ha dato ragione alla Wada, l’Agenzia internazionale anti-doping, cheaveva decisodisqualificarla per 4 anni a partire dal controllo del 2021, quando l’atleta minorenne era risultata positiva allatrimetazidina, un farmaco usato per curare l’angina (una malattia che si manifesta con un intenso dolore al petto) ma vietato agli atleti. I risultati del test effettuato 6 settimane prima dei Giochi erano emersi dopo la vittoria alleOlimpiadi. “Il doping dei bambini è imperdonabile -ha scrittolaWadaa fine gennaio – Medici, allenatori o altro personale di supporto che risultano aver fornito sostanze dopanti a minori dovrebbero essere sottoposti a tutta la forza del Codice mondiale antidoping”. Nel rapportoOperation Refuge, pubblicato il 24 gennaio 2024, laWadariporta che “iPaesi con il maggior numero di test positivi segnalati nei confronti dei minorisono stati (in ordine decrescente)Russia, India e Cina”. Nel caso di Valieva, scrive ilTas,l’atleta “non ha potuto dimostrare di non aver assunto consapevolmente la sostanza vietata”. Nel rapporto emerge che, secondo l’Istituto Nazionale Russo per la Sanità Pubblica (Fmba), “nel biennio 2020-2021 all’atleta sono stati somministrati circa60 diversi farmaci e integratori” per curare anche anemie e ischemie,per un totale di 69 principi attivi. Per giustificare la presenza della trimetazidina in un campione di urine prelevato a dicembre 2021, durante i campionati nazionali russi, Valieva ha dato tre possibili spiegazioni legate a unun dolce alle fragolepreparato da suo nonno, cardiopatico,la sera prima di partire per San Pietroburgo. L’atleta ha spiegato che probabilmente una delle pillole utilizzate dal nonno per i propri problemi di cuore, e contenente la sostanza vietata, potrebbe essere finita nel dessert, che lei avrebbe portato con sé alla competizione. “Oppure, qualche volta per caso ho visto che lui schiacciava le pillole con il coltello e le scioglieva in un bicchiere, e le prendeva. Quindi potrei aver bevuto dallo stesso bicchiere oppure lì, a casa, potrei aver mangiato qualcosa dallo stesso tagliere e così via”. LaTasnon ha creduto a queste versioni, stabilendo che “questa spiegazione non era corroborata da alcuna prova concreta e che l’atleta non era in grado di dimostrare di non aver commesso l’Adrv(violazione delle norme antidoping,ndr) intenzionalmente”. Poiché Valieva, che ora ha 17 anni, non è riuscita a discolparsi, e poichéil criterio “nessuna colpa o negligenza significativa” non è stato soddisfatto, secondo laTasl’atleta doveva essere trattata come un’atleta adulta. Tutti i suoi risultati agonistici dalla data del reato in poi sono stati annullati, mala Russia ha dichiarato che farà ricorso contro la decisione di togliere la medaglia al Comitato Olimpico Russo -Roc,acronimo che gli atleti russi hanno adottato dal 2021 in seguito alle sanzioni decise nei confronti della Russia dopo la scoperta di una serie di casi di doping. Valiva non potrà competere fino al 25 dicembre 2025.

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