“Nel cerchio degli uomini”: storie di maschi contro il patriarcato

 

Un pensiero prende sempre più forma durante la visione del documentarioNel cerchio degli uomini: non deve essere facile metterci la faccia, proprio perché alcune persone che sentiamo e osserviamo hanno avutoreazioni di violenza. Poi, grazie a un percorso, ne hanno parlato, preso consapevolezza, hanno elaborato e hanno dato una sterzata al proprio atteggiamento. Se riescono aconfidarsi di fronte alla macchina da presa,va dato il merito anche allaregista Paola Sangiovanni,che cerca di ascoltarli con discrezione; a volte si sente la sua voce che pone qualche domanda (per andare alla radice della questione), lasciando la libertà a chi è di fronte all’obiettivo di rispondere e argomentare. La prospettiva offerta da questo lavoro è interessante in quanto si focalizza sucosa un gruppo di uomini stia cercando di fare per scardinare determinati approcci.Roberto, Domenico e Mario sono accomunati dal desiderio dicostruire un futuro in cui il modello culturale maschilesi allontani dalla competizione e dal potere e si fondi sullaricchezza delle emozioni e delle relazioni.La scelta fondante della loro associazione (ospitata nella Casa del Quartiere di San Salvario di Torino) è stato proprio ilcerchio di autocoscienza maschile. Tratto dal documentario “Nel cerchio degli uomini” In questo caso la regista si pone più comepunto di osservazione,permettendo agli spettatori di cogliere come funzioni realmente questo cerchio. Siamo abituati a vedere le donne porsi domande, ma sappiamo che anche per gli uomini non è semplice aprirsi, anche tra loro; eppure, questo atto umano avviene e si rivela importantissimo. Scopriamo comel’associazione scenda in campo in ambito scolastico(un contesto in cui si dovrebbe intervenire sempre di più e riflettere a livello istituzionale) con un laboratorio per far riflettere ragazzi e ragazze riguardo gli stereotipi di genere e la paura dell’altro. Si rivelano essenziali anche un laboratorio e uno spettacolo di teatro dell’Oppresso con focus su maschilità. Nel momento della restituzione al pubblico, composto anche da donne, si crea un’interazione su come si può reagire di fronte, a esempio, alla mortificazione di un figlio. Certo, c’è tanto da scardinare, però è come seNel cerchio degli uominitrasmettesse unbarlume di speranza,a partire dal fatto oggettivo che un “gruppo di uomini, con il loro fare e sentire,mettono in crisi la cultura patriarcaledall’interno, attraverso una ricerca faticosa e originale di consapevolezza e libertà – ha evidenziato la regista nelle sue note – Sento fortemente e con urgenza l’esigenza di raccontare le storie dei protagonisti e il loro sguardo spostato, capace di illuminare il senso nascosto della realtà e della cultura in cui tutti viviamo: le dinamiche dell’essere maschi e femmine, che creano enormi sofferenze individuali e collettive e che non riusciamo a decodificare. Laricerca di Roberto, Domenico, Mario e Olivier(quest’ultimo coinvolge uomini di altre culture,ndr) è per me un modello luminoso che porta in sé uno straordinario potenziale di cambiamento”. Tratto dal documentario “Nel cerchio degli uomini” Proprio per questo motivo, è undocumentariofondamentale, da vedere, perché permette di conoscere questo modello e suggerisce (senza salire in cattedra o “assolvere” chi ha sbagliato) una seria riflessione su cosa si potrebbe concretamente compiere. Si parla spesso di educazione sin da piccoli, e questo è un punto da approfondire, maNel cerchio degli uominici mostra delle buone pratiche: come ci si puòconfrontare con gli adolescentiche sono ancora in formazione e con uomini che hanno avuto dei comportamenti non corretti, in questo caso attraverso un lavoro di scavo personale e di confronto con gli altri (con discorsi anche senza filtri attorno al tema del sesso e con l’esercizio pratico di mettersi nei panni della donna). Grazie a tutto ciò, è possibile capire come l’approccio della singola persona possa evolversi verso qualcosa di costruttivo per sé stessi e la società.