Fotovoltaico utility-scale: iter autorizzativi troppo lunghi

 

La corsa contro icambiamenti ambientalie il raggiungimento degliobiettivi europei entro il 2030sono le sfide più importanti da affrontare grazie a una transizione alleenergie rinnovabili. A livello europeo,l’Italia si piazza al sesto postoper produzione dienergia elettrica attraverso lo sfruttamento della luce solare; infatti, nel 2022, il parco fotovoltaico italiano è cresciuto di circa 2,6 GW, inferiore soltanto a Germania (+7,9 Gw), Spagna (+7,5 Gw), Polonia (+4,9 Gw), Paesi Bassi (+4,0 Gw) e Francia (+2,7 Gw). Un risultato importante per il nostro Paese, dovuto soprattutto all’installazione diimpianti di piccola taglia, ovvero sotto i 20 kW, che hanno rappresentato circa lametà della nuova capacitàcostruita. Un aumento trainato e riconducibile agli interventi diriqualificazionepesante delsuperbonuscon detrazione fiscale del 110%, che ha messo in evidenza l’importanza dell’implementazione delfotovoltaico domestico, dal momento che la misura media dei 265.000 impianti installati nel 2022 è stata di 6kW. Nonostante i dati positivi, arriva l’allarme relativo all’assenza dei grandi impianti. Secondo ilRenewable EnergyReportdel Politecnico di Milanoe i numeri dell’osservatorioFerdiAnie Rinnovabili,in Italia sono presenti solo 6 impianti con potenza superiore ai 10 MW,che equivalgono all’11% dell’energia totale e che rappresentano solo lo0,03% delle installazioni;gli impianti inferiori ai 10kW costituiscono il 91% del parco fotovoltaico, mentre quelli tra 10kW e 1MW l’8,97%. Lacarenza di impianti fotovoltaici utility-scaleè da attribuire ailunghi tempi dell’iter autorizzativodellapubblica amministrazione.Oggi gli impianti di fonti rinnovabili (fotovoltaici, eolici, idroelettrici)in attesa di via libera sono 993, creando così un ritardo sul raggiungimento degli obiettivi europei, immobilismo imprenditoriale e accumulo di burocrazia. Ilprovvedimento amministrativosi articola in diversefasi:tra queste, l’ottenimento delle autorizzazioni; per lavalutazione di impatto ambientale(Via) la legge prevede una durata di 175 giorni, più altri 45 per l’eventuale richiesta di integrazione documentale, mentre per ilprocedimento autorizzatorio unico regionale (Paur),che comprende laViae altri assensi di competenza delle Regioni, i giorni necessari sono 245. A causa dei lunghi tempi dell’iter, sono presenti78 progetti in fase di verifica amministrativa, 591 in valutazione tecnica, 5 sospesi, 55 con valutazione tecnica completata, 18 in procedura presso il Consiglio dei ministri e altri 33 conclusi,ma che necessitano dell’autorizzazione degli enti territoriali per la loro costruzione «Parte dei progetti di fotovoltaico in attesa diViae di conclusione delPaurè stata presentata 2 anni fa, nel 2021, dopo che il decreto Semplificazioni-bis (Dl 77/21) ha istituito il processo nazionale per laViaoltre i 10 MW. Ma ci sono anche progetti presentati nel 2020», ha dichiarato Andrea Cristini, portavoce dell’Alleanza per il fotovoltaico in Italia, con l’obiettivo di indicare la preoccupante situazione nel Belpaese. A livello istituzionale, ilMinistero dell’ambiente e della sicurezza energeticasottolinea chei ritardi sono da attribuire al numero crescente delle istanze diVia. Arrivano rassicurazioni da parte del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che annuncia che «anche in prospettiva degli ambiziosi obiettivi previsti nella proposta di aggiornamento delPniecstiamo implementando unnuovo portale, che consentirà maggiore velocità, maggiore facilità d’uso e maggiore possibilità, per i proponenti, di conoscere lo stato dei procedimenti». Proprio la proposta di aggiornamento delPniec- Piano Nazionale Integrato per il Clima modifica gli obiettivi ambientali del 2030, con una copertura dei consumi di elettricità da attribuire alle rinnovabili elettriche al 65%, al fine di ottenere una potenza fotovoltaica installata di 80 GW, vale a dire 55 GW in più rispetto al 2022. Un obiettivo ambizioso che richiede diinstallare circa 7GW all’anno entro il 2030, quasi il triplo rispetto ai 2,6 di quest’anno.Il nostro sistema sarà veramente in grado di adattarsi e sostenere il ritmo europeo?