Extraprofitti aziende: accumulati 1.000 miliardi in 2 anni

 

IlGoverno guidato da Mario Draghiaveva scelto di introdurre una novità non priva di polemiche e contestazioni da parte della grande imprenditoria italiana: latassa sugli extraprofitti, ossia una imposta con cui lo Stato colpisce tutti quei profitti che le aziende (principalmente appartenenti al settore dell’energia) hanno prodottobeneficiando dell’altissima inflazioneconseguente all’invasione russa in Ucraina. Con la scarsità di materie prime e i progressivi stop all’approvvigionamento energetico dai condotti di Putin, l’ultimo anno si è dimostrato un periodo d’oro per le imprese distributrici di gas, elettricità e combustibile fossile, che con irialzi dei prezzihanno potutofatturare cifre recordper moltissimo tempo. Nonostante il secco no da parte diConfindustria,la principale organizzazione rappresentativa delle imprese, la misura è stata effettivamente introdotta con l’obbligo di versamento del10%(poi rialzato al25%)di tutti i profittisuperiori alla soglia dei 5 milionidi euro, ma senza riuscire a raggiungere tutti i risultati sperati. Intermini di gettito, infatti, a fronte degli oltre 10 miliardi attesi dal Governo per il 2022ne sono stati versati solo 2,7. Ma la logica sottostante l’introduzione di una simile imposta ha un fondamento ben specifico e eticamente lodevole:prendere dalle imprese floridee in salute grossepercentuali di tutti quei profitti realizzatisostanzialmente adiscapito del cittadinomedio perredistribuireil denaro ininvestimenti utili alla comunità, come per esempio lo sviluppo delle fonti rinnovabili, tecnologie realmente necessarie ai fini della transizione energetica, oltre chenuove forme di sussidioper le fasce di popolazione più in difficoltà. Dopo mesi di oblio dal dibattito politico, lostudiocondotto daOxfameActionAidha affrontato nuovamente il tema. Le 2 organizzazioni non governative, entrambe impegnate nella lotta alla povertà globale attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo nelle zone del mondo più complesse, dopo aver analizzato i bilanci delle compagnie presenti nellaclassificaGlobal 2000diForbes, che da 20 anni raggruppa le più grandi aziende del mondo, evidenziano che nel biennio 2021-2022 gliextraprofitti da generati da 722 impreseammontano acirca1.000 miliardi di dollari l’anno, mentre contemporaneamente l’inflazione colpiva le fasce più fragili di consumatori con prezzi di cibo ed energia alle stelle etassi di interesse elevati. OxfameActionAidsi schierano a favore di unaimpostache colpisca questo enorme guadagno, stimando che,aumentando l’aliquota al 50% e fino al 90%,le casse pubbliche potranno godere diincrementi tra i 543 e 978 miliardisull’extraprofitto del 2021, e tra i 430 e 774 miliardi per il 2022.Risorse che, suggeriscono le due organizzazioni, potrebbero essere impiegate perfinanziare il Fondo per le Perdite e i Danni causati dal cambiamento climaticoistituito alla Cop27 dello scorso anno, ma anchesostenere i Paesi a basso e medioredditonella protezione sociale e nell’assistenza sanitaria, e infine coprire il buco di finanziamento di 148 miliardi per garantirel’accesso all’istruzione pre-primaria, primaria e secondarianei Paesi più in difficoltà. Se ci immergiamo fra le pieghe dei bilanci possiamo isolare i settori in cui i ricavi hanno subito rimbalzi eccezionali. Primo fra tutti ovviamente il compartoenergetico, dove ben45 società(tra operatori dei combustibili fossili ed elettricità) hanno portato a casa circa237 miliardi di dollari in piùrispetto agli anni precedenti al 2021. Risorse che secondo il rapporto sarebbero bastate per “per aumentare del 31%gli investimenti globali in energia prodotta dafontirinnovabili”. Con il blocco temporaneo degli approvvigionamenti del grano, fondamentale per la produzione di cibo e di cui l’Ucraina è fra i principali esportatori al mondo,18 colossi del settorefood and beveragehanno potuto beneficiare dell’aumento di oltre il 14% dei prezzi dei prodotti alimentari,incrementando i propri ricavi di14 miliardi. E ancora, lo studio riporta gli utili in eccesso per 28 miliardi di molti rivenditori al dettaglio e catene di supermercati, oltre ai 47 miliardi di extraprofitto arrivato nelle casse di 28 aziende farmaceutiche. Se da un lato abbiamomargini di ricavo che schizzano alle stelle, con benevole ricadute anche suglistipendidegli amministratori delegati (in crescita del 9%) dall’altroil salario di un lavoratore medio soffre uncrollo del 3%. Secondo le stime diOxfam,circa 1 miliardo di lavoratori in 50 Paesiha subito unariduzione media della retribuzione di 685 dollari nel 2022, con una contrazione complessiva pari a 746 miliardi di dollari. Se poi guardiamo allo scenario italiano notiamo che i salari hanno subito in media una perdita del 7,6%, conforti ripercussioni sul potere d’acquistodi tantissimi lavoratori che, con uno stipendio bloccato, si ritrovano afare i conti con prezzi di beni al consumo sempre più alti.