Perché gli oceani si riscaldano così in fretta? Scienziati divisi

 

Negli ultimi 4 decenni di osservazioni satellitarie, mai come quest’anno si è visto un aumento tanto costante quanto sbalorditivo delletemperature oceanicheglobali, con il conseguentelancio di molteplici allarmida parte di moltiscienziati. L’incognita primariariguarda le cause di un cambiamento così rapido. Ilbrusco e improvvisopicco delle temperatureoceanicheha, infatti, innervosito molte menti: si sono accesi così diversidibattitisuTwitterin merito allepotenziali causedell’aumento costante delle temperature.Come riportato dalWashington Post, lo scorsomaggiole temperature globali hanno raggiunto livellirecord;i datiNoaa(National Oceanic and Atmospheric Administration) rivelano che il calore oceano ha raggiuntoquote senza precedentiper il secondo mese consecutivo. Con l’inizio deEl Niño, fenomeno atmosferico noto per le sue condizioni meteorologiche estreme,l’influenza dei gas serra è in costante aumentonell’atmosfera. Escludendo le regioni polari, quest’anno letemperature medie negli oceanidella Terra sonoaumentate di 2 decimidi gradi Celsius rispetto all’anno scorso (quasi 1 grado sopra la media dal 1982 al 2011). Il caldo estremo provocato daElNiño, inoltre, non si fermerebbe all’Oceano Pacifico ma si estenderebbe anche ai tropici e all’Atlantico equatoriale e settentrionale. Teorie e disaccordi Alcuni ricercatori del clima sospettano che unadrastica riduzionedell’inquinamentoatmosferico causato dalle navi abbia permesso allaluce solare di irradiarsi:un’opinione sostenuta e contestata da scuole di pensiero diverse. Ciò che accomuna invece gran parte degli esperti è l’idea che le condizioni generali siano sempre mature e ben predisposte a portareondate di caldo estremo: siccità, inondazioni e tempeste, sono tutti fenomeni legati alriscaldamento degli oceani. Una teoria che attira l’attenzione di alcuni specialisti (e il conseguente disaccordo), invece, si collega a un regolamento impostoall’industria marittimanel 2020. Con l’obiettivo diridurre l’inquinamento atmosferico da solfato, in quanto dannoso anche per la salute umana, l’Organizzazione Marittima Internazionaleha richiesto alle navi di utilizzarecarburantecon unridotto contenuto di zolfo. A questo proposito, un gruppo di ricercatori della Nasa ha scoperto che l’anno scorso il cambiamento climatico ha ridotto significativamente la concentrazione degli effetti nocivi di questi inquinanti, che tendono a rifletterelalucesolare nello spazioimpedendole di raggiungere la superficie terrestre, principalmente su parti dell’Atlantico settentrionale e del Pacifico. Variabilità naturale e cambiamento climatico Ilcostante riscaldamentodovuto a decenni diemissioni gas serraha reso ancora più probabili l’avvento di condizioni estreme, come quelle che si stanno verificando in questi anni negli oceani della Terra. Il ricercatore delGoddard Space Flight Centerdella Nasae dellaUniversity of Maryland, Baltimore County,Tianle Yuan, ha realizzato una panoramica della situazione: «[Tutto questo]influenzerà il tempo sia in Nord America che in Europa, lo sappiamo (…) La verità è già abbastanza brutta» e, indipendentemente dalla causa, ha concluso Yuan, gli effetti potrebbero essere drammatici. Iventiincoraggiano l’evaporazione e il raffreddamentodellecalde acque superficiali, che in genere trasportano anche la sabbia del Sahara Atlantico. Proprio come l’inquinamento atmosferico da solfato, anchela sabbia blocca la luce solare e la riflette sullo spazio, impedendo di conseguenza ilriscaldamento delle acque sottostanti. I cambiamenti nella circolazione atmosferica si sono tradotti nellascomparsa di un’area ad alta pressioneche spesso si trova sopra il Nord Atlantico orientale, inviando forti alisei dall’Africa occidentale verso il Nord America. «Hai una variabilità naturale e sopra di essa hai il cambiamento climatico», sostiene il ricercatore dellaColorado State UniversityPhil Klotzbach; secondo l’esperto, qualora queste condizioni sidovessero verificare sullo sfondo deEl Niño, potremmo pensare che i cambiamenti temporanei nei modelli del vento e del tempo possano avere un’influenza maggiore sulle temperature oceaniche rispetto al passato.