Csrd: come cambia la sostenibilità societaria?
L’attenzione verso lasostenibilità ambientaledelleimpreseè sempre più forte fra iconsumatori, che dedicano maggiore attenzione alle modalità diproduzione di un determinato prodotto,tendendo ad acquistare quello che abbia provocato il minor impatto possibile nei confronti dell’ambiente. È una consapevolezza che proviene da una sempre più crescente sensibilità verso le tematiche green, non più monopolio di gruppi ambientalisti, ma ormai un problema che coinvolge tutti su più fronti, persino quello dei mercati. A dimostrazione di quanto lasostenibilitàsia diventata unrequisitodi enorme rilevanza anche nel mondoimprenditorialeefinanziario, si possono citare parecchi regolamenti che su scala europea e americana impongono vari obblighi didisclosure, cioèchiarezza e trasparenza,circa aspetti quali letecniche produttive utilizzate, la quantità di CO2 emessae tanti altri elementi che possano informare adeguatamente il mercato in merito al rispetto che una determinata industria mostra verso l’ambiente. L’acronimo che riesce a racchiudere efficacemente tutto questo vasto insieme di indicatori è il famosoEsg. È stato inventato nel 2004 daJames Gifford,Head of sustainable & impact advisorydiCredit Suisse,proprio per armonizzare quella serie di elementi virtuosi che qualche anno più tardi avrebbero trovato grande successo nel mondo della sostenibilità. LaEsta perEnvironmente indica la misura dell’impatto che una certa impresa ha sull’ambiente circostante durante la sua attività ordinaria. LaSdiSocialsi basa sul rispetto dei diritti dei dipendenti, dei fornitori e dei clienti, mentre laGriguarda laGovernancedell’azienda stessa, che considera il rispetto delle quote di genere nel processo decisionale della vita societaria (così come predisposto dal Codice diCorporate Governance) ma anche la composizione delle retribuzioni dei vari manager. Si tratta dunque diindicatori non prettamente finanziario contabili, ma che rappresentano un volto diverso di una società la cui attività potrebbe macinare utili stratosferici, con ricadute pesantissime in termini di emissioni inquinanti, condotte scorrette verso i dipendenti o gestione poco trasparente da parte del Consiglio di Amministrazione. Tutti elementi che nel mondo iperconnesso di oggi potrebbero avere unpeso non indifferenteall’interno dell’opinione pubblica,delineandosi in poco tempo in una vera e propriasanzione reputazionale,con fortissime ricadute negative in termini di fatturati e credibilità di fronte agli stakeholder. Ecco perché icriteri Esgrappresentano l’oggetto principale dellaDnf,Dichiarazione non finanziaria,direttiva europea del 2014 (entrata in vigore in Italia nel 2016) che ha imposto comedocumento da allegare al bilancio d’esercizioper autonomo e separato le informazioni relative ai temi ambientali, sociali, di rispetto per i diritti umani e diversificazioni di genere nei componenti degli organi di governance, con lo scopo di dar corpo a unaautovalutazioneriguardo lasostenibilitàdell’attività, in modo da capirequali punti migliorare e quali obiettivi perseguirenel futuro prossimo. Una nuova direttiva europea ha deciso di ampliare l’ambito applicativo dell’obbligo di reporting societario,fino a ora riservato alle aziende Ue quotatenei mercati regolamentati e con più di 500 dipendenti.Il documento chiamatoCorporate Sustainability Reporting Directive-Csrd(sostanzialmente una dichiarazione non finanziaria più aggiornata) prenderà il posto del vecchio Dnf dal primo gennaio 2024 e consisterà in un documento non più separato maincluso all’interno della relazioneredatta annualmente dagli amministratori, contenente di solito informazioni riguardanti il risultato finanziario ottenuto, l’andamento e la gestione complessiva della società. Il cambiamento più notevole, però, è il perimetro delleaziende che dovranno elaborarlo, che si estenderà gradualmentea tutte le società quotate e non con più di 250 dipendenti. A partire dal prossimo anno, infatti, l’obbligo di rendicontazione si applicherà a tutte le grandi imprese non ancora soggette alla vecchiaDnf, per poi toccare rispettivamente le Piccole e medie imprese quotate e arrivare, da gennaio 2028, accanto ai bilanci dei gruppi extra Ue con un fatturato consolidato superiore ai 150 milioni negli ultimi 2 esercizi e con almeno una società controllata in Europa, oppure una succursale con ricavi superiori a 40 milioni di euro. Rimarrebberoescluse soltanto le microimprese, a fronte dicirca 50.000 aziende europeetenute a rispettare il nuovo reporting disostenibilità. Al momento, sulle scrivanie di Bruxelles dominano i progetti riguardanti12 nuovi standard tecniciche dovranno essereapplicati nella stesura dellaCsrdda tutte le imprese, a prescindere dal settore di appartenenza. Si tratta dei cosiddettiEsrs(European sustainability reporting standards), elaborati daEfrag(European financial reporting advisory group,organismo comunitario di consulenza nel campo del reporting aziendale), che si dividerebbero in 2 requisiti più generali e un pacchetto di 10 indicatori capaci di coprire le 3 macro areeEsg, in modo da fornire informazioni non solo riguardo l’impatto provocato dall’azienda su persone e ambiente, ma anche relativamente almodo in cui le questioni di sostenibilità influenzino i processi decisionali internie la loro attività in generale. Così, come un consumatore mette nel carrello un prodotto realizzato nel rispetto dell’ambiente e delle comunità locali dove l’impresa ha la sua fabbrica, anche gliinvestitori istituzionali(fondi pensione, assicurazioni, fondazioni e fondi di investimento) sceglieranno difar entrare nel proprio portafogliazioni o obbligazioniemesse proprio da quelle imprese che si mostrano maggiormente sostenibili e rispettose dell’ambiente, della società e dotati di una governance interna equilibrata einclusiva.