Expo 2030: quando sarà scelta la città vincitrice?

La corsa versoExpo 2030entra nel vivo e a fine anno si scioglierà il nodo che vedein corsa ancora 3 cittàper accaparrarsi la prossima edizione dell’Esposizione Universale. A fine 2023 ilBie (Bureau international des Expositions)si riunirà per scegliere il Paese ospitantetra Busan(Corea del Sud),Riyad(Arabia Saudita) eRoma. Le candidature sono state ammesse dalBie, riunito in Assemblea Generale a Parigi. Chi riuscirà a spuntarla ecome si prepara Roma alla sfida Expo 2030? Cos’è Expo? Il termineExposi riferisce generalmente a unafiera o a un’esposizione non commerciale;in entrambi i casi l’evento è caratterizzato dalla sua organizzazione attorno a untema specifico. Le esposizioni sono generalmente dedicate alla mostra diprodotti e tecnologie, ma anchealimentazione,filosofia e scienza. Il termine Expo è stato adottato in tempi moderni dalle esposizioni riconosciute dalBureau international des Expositions(Bie) che vengono ospitateda un unico Paesee vedono lapartecipazione di più Nazioni e/o organizzazioni internazionali. Una mostra che ha come fine principale l’educazione del pubblico,rappresentando i mezzi a disposizione per dimostrare il progresso raggiunto e le prospettive per il futuro. IlBieè stato fondato nel 1928 a Parigi con l’idea di garantire standard elevati e successo alla fiera mondiale, rispettando i temi di cooperazione, innovazione e istruzione. I membri devonoscegliere il Paese che ospiterà l’esposizionee arbitrare eventuali controversie tra gli Stati. I membri delBiesono 179 e ciascuno è rappresentato da unmassimo di 3 persone, nominate dal proprio Governo. Breve storia dell’Esposizione Universale Hyde Parka Londra fu lo storico scenario dellaprima Esposizione universale internazionale, chiamataGreat Exhibition,dove fu realizzato nel 1851 l’edificioCrystal Palace, una gigantesca struttura trasparente in vetro e ferro che doveva ospitare migliaia di espositori. Le esposizioni internazionali nacquero grazie all’intuizione delPrincipe Alberto, marito della Regina Vittoria;ce ne sono di diverso tipo: universali, specializzate e altre più settoriali.Laseconda Esposizione Universale fu a Parigi del 1855e venne accolta in Francia come una sfida persuperare il successo della manifestazione londinese. L’attrazione principale delle Esposizioni divennero ipadiglioni nazionali,gestiti dai Paesi partecipanti, che si aggiungono aipadiglioni tematicidell’organizzazione. Per ridurre le spese dei partecipanti, in seguito si decise di organizzare le esposizioni universali maggiori solouna volta ogni 5 anni e non per più di 6 mesi. La corsa a Expo 2030 L’ultimoWorld Exposi è tenuto aDubaia cavallo tra il 2021 e il 2022 e ha registrato oltre 24 milioni di visite. La prossima Esposizione Universale sarà nel2025aOsaka, in Giappone sull’isola artificiale di Yumeshima. Durerà 6 mesi, dal 13 aprile al 13 ottobre e sarà la terza volta che la cittàospiterà un Expo, dopo il 1970 e nel 1990. Il tema diExpo 2025verterà suDelineare la società del futuro per le nostre vite. Ma è suExpo 2030che in questi giorni si è spostata l’attenzione di tutto il mondo, per capiredove si terrà echi la spunterà nella lotta a tre traBusan (Corea del Sud),Riyad(Arabia Saudita) e Roma. A deciderlo saranno 179 nazioni delBiein unavotazione segreta che si terrà il 28 novembre 2023 a Parigi. Percandidarsii Paesi conducono per tempocampagne internazionali per creare sostegno. Durante le assemblee generali del Bie, i Paesi presentano lo stato di avanzamento del progetto. Imembri eleggono infine lo Stato ospitante a scrutinio segreto con lamaggioranza dei due terzi dei voti dei membri presenti. Se non si raggiungono i due terzi, viene organizzato un altro scrutinio e il candidato con il minor numero di voti viene eliminato. Tra i due candidati infine è necessaria la maggioranza semplice per eleggere la nazione ospitante. La partita è traArabia Saudita, Italia, Coreadel Sud,aperta dopo l’uscita di scena dell’Ucraina con Odessa. Grande favorita appare Riyad (Arabia Saudita) e, in caso di vittoria, sarebbe la seconda volta che un evento del genere arriva in Medio Oriente, dopo la prima volta di Dubai.I sauditi sembrano favoriti anche e soprattutto per le risorse economiche a disposizione. Negli ultimi anni i Paesi del Golfo persico hanno ottenuto molto in termini di grandi eventi: oltre all’Expo di Dubai, a dicembre 2022 sono stati disputati inQatar i Mondiali di calcio,evento accompagnato da non poche polemiche. Il prossimo Expo 2025 in Giappone, invece, potrebbe essere uno svantaggio per un’altra candidatura orientale come quella della coreana Busan; quindi la disputa sembrerebbe accendersi soprattutto tra Roma e Riyad. La contesa per ottenere più voti dovrebbe basarsi su temi come larigenerazione urbana e la sostenibilità ambientale, ma in realtà, come spesso accade, è forte il sospetto che potrebbero intervenireassetti geopolitici, economicie, non ultimo,rispetto dei diritti umani. Expo 2030: i piani di Roma Romaper la suacandidatura a Expo 2030presenta unmasterplanricco, curato dall’architettoCarlo Ratti,che ha come base di partenza lariconversione urbana verso una smart cityper rinnovare parti difficili dellaperiferiacittadina. Una Roma che per l’evento dovrebbe esserepiù verde e più innovativaa partire dalle Vele di Calatrava, incompiuta dal 2011, da trasformare in un Polo della conoscenza, aperto agli studenti e alla crescita sociale, che fungerà poi da punto di accesso principale con una serie di nuovi collegamenti di trasporto e mobilità. Gli altri ambiziosi progetti riguardano larigenerazione di alcune aree, come quella di Tor Vergata,dove si dovevano svolgere i Mondiali di nuoto del 2009 e dove dovrebbe sorgere uno dei punti di forza del progetto, il più grande parco solare urbano del mondo: l’Expo Solar Parkdi 150.000 metri quadri, con una capacità di produzione fino a 36 mega watt, è firmato dall’architetto Ratti. Qui sono previsti centinaia di “alberi energetici”, che aprono e chiudono i loro pannelli durante il giorno offrendo anche ombra ai visitatori. L’Expo Solar Parkè previsto in 3 parti: la Città, il Boulevard e il Parco, in una graduale transizione che passa“da urbano a naturale man mano che ci si sposta da Ovest a Est”. La Città dell’Ovest fungerà daExpo Villagee, successivamente, come campus dell’università. Il Boulevard sarà un percorso attraverso tutti i padiglioni nazionali, mentre il Parco a Est sarà ricoperto da una vegetazione lussureggiante. Gli altri tipi di interventi riguardano itrasportie, quindi, ilprolungamento della linea C della metropolitana, oltre che il rafforzamento dell’anello ferroviario in 3 lotti: da Valle Aurelia a Vigna Clara-Tor di Quinto; da Tor di Quinto-Val d’Ala al Bivio Pineto-stazione Aurelia. Ma quale sarà l’impatto economico dell’esposizione su Roma e sull’Italia?L’ultimo esempio sul territorio a cui fare riferimento è inevitabilmente quello diExpo 2015 a Milano,che registrò un’ampia soddisfazione degli organizzatori e di chi l’ha visitata. La macchina organizzativa ha funzionato ed è statoraggiunto il target dei visitatori prefisso, con1,3 miliardi di eurodi valore aggiunto generato proprio dalla spesa turistica addizionale. Secondo l’analisi dellaSda Bocconi School of Managementper la Camera di Commercio di Milano, si è arrivati a un indotto che ha prodotto un Pil pari a 6 miliardi di euro durante l’evento, di cui 4,1 miliardi nel solo anno 2015, pari a circa lo 0,25% del totale del Pil italiano di quell’anno. Per Roma si stima che ilvalore complessivo della manifestazione possa essere pari a 50,6 miliardi di euro, che corrispondono al 3,8% del Pil nazionale. L’effetto economico direttosi potrebbe attestare sui 10,3 miliardi di euro, secondoIl Sole 24 Ore,che corrispondono allo 0,6% del Pil. Questo valore è dato dalla base degli investimenti necessari per la costruzione dell’esposizione nel corso di 2, al massimo 5 anni, e dai ricavi che sono stimati per l’evento.