Gli Emirati Arabi alimentano la tratta sessuale femminile

Gli Emirati Arabi alimentano la tratta sessuale femminile

 

GliEmirati Arabi Unitisono una delleprincipali destinazioni della tratta sessuale di donne africane, ma attivisti per i diritti umani e autorità nigeriane affermano che il Governo del Paesenon rispetta i propri impegni per contrastare il fenomeno.Lo svelal’indaginesvolta dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij)eReuters. L’inchiesta si basa sulracconto di 25 donne africane, per lo più nigeriane, che hanno rivelato di essere stateattirate negli Emirati Arabi da una rete criminalecapeggiata daChristy Gold. Pur dichiarandosi innocente, vari operatori umanitari, investigatori e funzionari del Governo nigeriano indicano Gold e il fratello come responsabili dellosfruttamento sessualedi diverse donne costrette a prostituirsi, nonché vittime di torture e sequestro nei loro confronti. Itrafficanti di esseri umanimantengono le donne in condizione dischiavitùsessuale, sfruttando la lorodisperazione finanziariae creando reti di manipolazione e coercizione tramiteminacce e violenze.Nella maggior parte dei casi le vittime sono intrappolate dapesanti debitinei confronti delle reti criminali che le sfruttano e si servono delle credenze religiose tradizionali per convincerle ad assecondare le loro richieste. Negli Emirati la prostituzione è un reatoe latratta sessuale è diventata illegale nel 2006, ma ilturismo sessualeè sistematizzato. Le prostitute si trovano negli hotel, nelle spa, discoteche e nei bar; informazioni riguardo a come ottenere sesso a pagamento sono facilmente reperibili anche online. Ciò alimenta di fatto losfruttamento e la trattadelle donne costrette a prostituirsi. Di fronte alle domande di chiarimento dei giornalisti, ilMinistero degli Affari Esteri degli Emirati Arabi Unitiha affermato che insinuare che il Paese “tolleri il traffico di esseri umani o che abbia poca considerazione per le vittime di questo crimineatroce è completamente falso”. Il Ministero ha poi negato le accuse definendole“prive di fondamento”e ha ricordato che nel Paese le leggi in vigore puniscono la tratta sessuale con pesanti multe e pene detentive. Nonostante le operazioni di polizia che hanno coinvolto l’Emirato, Fatima Waziri-Azi, direttrice generale dell’Agenzia nazionale nigeriana per la proibizione della tratta, ha dichiarato chenon c’è stata “alcuna cooperazione”quando l’agenzia ha contattato le autorità degli Emirati per chiedere la collaborazione del Governo nelcontrasto aitrafficantiche operano all’interno dei Paesi del Golfo Persico. Nel 2022, ilDipartimento di Stato Usaha comunicato che gli Emirati Arabi Uniti hanno compiuto“sforzi significativi” per combattere la trattadi esseri umani, senza però riuscire a essere efficaci in aree chiave per il contrasto al commercio e alla schiavitù sessuale. Ciò si verifica in assenza di uno “screening costante delle popolazioni vulnerabili per gli indicatori di tratta, il che potrebbe averpenalizzato alcune vittimecostringendole a ricorrere all’immigrazioneillegale o a prosituirsi”. Il lavoro di inchiesta dell’Icijsi inscrive in un progetto più ampio che monitora la condizione dellatratta di esseri umani nei Paesi del Golfo,dove è particolarmente fiorente. La pratica a livello globale, infatti, è in aumento: nel 2014, l’Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite ha riferito che iltraffico di manodopera e la tratta sessualeproducono annualmente circa150 miliardi di dollari di profitti illegali.