Mentre da noi la si vieta,negli Stati Uniti la vendita di carne di pollocoltivata in laboratorioda cellule animali è appena stata approvata.A dare il via libera a metà giugno è stato il Dipartimento dell’agricoltura che ha autorizzato due società della California,Upside FoodeGood Meat, per offrire carne da laboratorioa ristoranti e in futuro anche ai supermercati. Negli States, uno dei Paesicon il più alto consumo di carne al mondo, la decisione potrebbe rappresentare una vera e propria svolta sul mercato. Sappiamo come il comparto carne (soprattutto quella rossa)derivata da animali diallevamenti intensivisia fortemente impattante a livello di emissioni climalteranti. Ma sappiamo anche che negli Stati Uniti la stessa carne è parte comune della dieta e delle tradizioni degli americani: aprendo una nuova era per i prodotti di carne che però non richiedono sofferenza per gli animali e riducono drasticamente l’impatto ambientale, la decisione appena presa potrebbe risultare una vera e propriasvolta per l’impronta ecologica del Paese a stelle e strisce.Per prime, a spingere per poter commercializzare la carne “coltivata”, sono state proprioUpside FoodseGood Meat: la prima propone formati come cotolette di pollo e salsicce mentreGood Meat, che vende già carne coltivata aSingapore, il primo Paese a consentirlo, trasforma masse di cellule di pollo in cotolette, crocchette e altro.Anche secondoEat Just, come racconta Josh Tetrick, a e co-fondatore, ormai «invece di tutta quella terra e tutta quell’acqua che vengono utilizzate per nutrire tutti questi animali che vengono macellati, possiamo farlo in un modo diverso».Per arrivare all’ok alla vendita, dopo mesi di controlli, c’è voluta un’attentaapprovazione finale giunta dopo le ispezioni federali dellaFood and Drug Administrationdegli Stati Unitiche ha ritenuto che i prodotti di entrambe le società fossero sicuri da mangiare. In generale la carne viene coltivata in vasche d’acciaio,utilizzando cellule che provengono da un animale vivo, un uovo fecondato o una banca speciale di cellule immagazzinate: l’intero processo risultaperò ancora costosoe il prezzo finale si farà probabilmente sentire nella vendita al dettaglio per i consumatori. «Non può ancora essere prodotto sulla scala della carne tradizionale, ma ci si sta lavorando», ha affermato Ricardo San Martin, direttore dell’Alt:Meat Labpresso l’University of Berkeley.In attesa che la carne coltivata arrivi sugli scaffali della grande distribuzione, per ora dunque èdestinata a ristoranti esclusivi: per esempioUpsideha stretto una partnership con un ristorante di San Francisco chiamato Bar Crenn, mentre i piattiGood Meatsaranno serviti in un ristorante di Washington, DC, gestito dallo chef e proprietario Jose Andrés.Le stime della possibile svolta, in attesa che si possano abbassare i costi, sono anche legate al mercato globale: a livello internazionalesono oltre 150 le aziende che si stanno concentrando sulla carne ottenuta in laboratorioda cellule, non solo per il pollo ma anche per maiale, agnello, pesce o manzo.Infine, prima del lancio nei ristoranti, sono stati fatti alcuni test di prova: la carne coltivata di pollo è stata definita come “leggermente più chiara rispetto alla versione classica” ma aveva “la cottura, l’odore e il sapore” molto simile a quella del pollame tradizionale fritto in padella. Come ricorda Amy Chen, chief diUpside, la risposta più comune che riceve quando fa provare i suoi piatti a base “cellulare” è quasi sempre la stessa: «Oh, sa di pollo!».
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