Rifiuti Roma, Gualtieri chiede scusa. Ma l’emergenza non finirà

 

Ilnetturbinoè stralunato, mi guarda con occhi mezzi disperati. Sta pulendo unmucchietto diimmondiziache contiene anche feci umane, (la zona è costellata di persone povere senza dimora). «Vede – mi dice – se avessero mandato una spazzatrice avrebbe avuto senso, così invecenon si pulisce davvero.Loro girano con una panda e dove vedono mucchietti ci inviano». Poco più avanti una spazzatrice Ama vaga smarrita. La conducente a un certo punto si ferma, mi chiede aiuto perchénon sa come arrivare a una piccola viettadifficile da raggiungere. «Io non so di qui, io non c’entro niente, mi hanno chiamato per tamponare un’emergenza, sono del Decoro urbano – dice quasi tra le lacrime – E mo’ come ci arrivo lì, mi aiuti». Se la spazzatrice non passa più La sensazione che aRomalapulizia della cittàsia nel caos non si legge solo sui giornali. Per chi vive a Roma si tocca, come dire, con mano, osservando ciò che accade ogni giorno. Nella mia strada, a esempio,la notte passava quasi sempre la spazzatrice meccanica, fino a qualche mese fa. Il rumore notturno ha smesso da tempo di disturbarci, ma la triste deduzione è chel’Ama non passa più a spazzare la strada. Eppure sul loro sito si può verificare: si mette la propria strada esi controlla la frequenza. Ma anche il sito deve essere ubriaco, perché ogni giorno, automaticamente,sposta la spazzatura al giorno dopo, con buona pace della postilla che recita, “o nei successivi 7 giorni, come previsto dal Contratto di Servizio”. Chiamare la Linea verde Ama per avere chiarimenti è un’esperienza di smarrimento e malessere. Un’operatrice aggressiva mi spiega cheessendoci disservizi nulla è garantito.Che l’Ama potrebbe venire anche “un anno dopo”, sempre per i “disservizi”: una sorta di entità metafisica contro cui nulla si può fare. Chiedo allora come possiamo essere tutelati e l’operatrice risponde domandandomi polemicamentese io sono tutelata dagli autobus che non funzionanoo dallebuche sullestrade. Per finire, mi rivela che per ogni mancato spazzamento l’Ama deve comunque rendere conto al Comune, il quale poi infligge dellemultedi conseguenza. Che però, evidentemente, finiscono al Comune e non nelle tasche di chi paga la Tari tra le più salate d’Italia. Scrivo all’ufficio stampa. Mi promettonouna risposta che non è mai arrivata. L’Ama cambia. Ma le conseguenze sono sui cittadini Questo è quello che si percepisce dalla strada, dunque: è l’immagine di un’azienda se non allo sbando comunque nell’emergenza. Eppure l’emergenza è statanegata dal sindacoRoberto Gualtieri,che è andato in tv ascusarsiperché la città, nonostante le promesse elettorali, è ancora sporca. I motivi sono reali ma, appunto, descrivono una situazione ancora emergenziale: la metà dei mezzi è ferma per guasti, la riparazione è lenta e complicata anche perché si sta (giustamente) cercando di ridurre gli appalti esterni per internalizzare la manutenzione ed evitare corruzione e sprechi. C’è il problema dei dipendenti ladri di gasolio o colpevoli di altri reati che sono statilicenziati; c’è il nodo dei bonus che mette contro sindacati e dipendenti e azienda, che vorrebbe modificarlo. Non c’è dubbio che l’azienda, come dice il sindaco, sta vivendo una trasformazione, ma intanto il prezzo del cambiamento, pure necessario, lopagano sempre e comunque i cittadini. E non è solo una questione di degrado, che è comunque una violenza continua, ma anche disalute, se è vero che non passa giorno che l’Ordine dei medici non lanci allarme sui rischi della spazzatura per strada. Rischiamo, nel 2023, diprenderci il tifo o le zecche, per non parlare degli animali attratti dalla spazzatura, sempre più aggressivi, come i gabbiani, ormai un incubo per chi vive a Roma. Intanto se parti della città sono pulite, lo si deve non all’Ama, ma aivolontari, in particolare quelli del gruppoRetakeche ogni giorno, con le loro pettorine blu, puliscono la città. Non tutti sono d’accordo con questa attività, il timore è chel’amministrazione se ne approfitti. Ma se la mia via è decorosa, a esempio, lo devo solo a loro. Che sono il vero controllo del territorio, come ormai i comitati di quartiere. Imballaggi sempre più ingombranti, altro che Europa E poi c’è un problema più ampio, che definirei quasi culturale. Perchél’immondizia riflette chi siamo e come abbiamo scelto di vivere, è davvero a nostra immagine e somiglianza. Sempre questa amministrazione ha lanciato una suggestiva campagna utilizzando le statue di Roma per invitare i cittadini a differenziare. Ma questo non basta se gliimballaggicon cui compriamo i nostri alimenti sono abnormi, assurdi, inverosimili, specie quando la spesa arriva a casa. Ilpolistiroloavvolge qualsiasi alimento dell’ortofrutta, ma anche la carne, le bottiglie di latte sono di plastica dura con tappo, tutto ciò che riguarda la pulizia della casa e della persona è fatto di flaconi enormi che si svuotano rapidamente e poi vengono assurdamente buttati. Laplasticaè ovunque ma anche la carta,specie quella con cui arrivano i prodotti non alimentari spediti da grandi aziende. L’immondizia prodotta è immensa ma se non si riduce questo problema a monte, comunque a valle i problemi ci saranno sempre. Siamo, tra l’altro, in controtendenza visto chein Europa si stanno riducendo plastica e imballaggi. Maxi eventi e turisti: chi pulisce? Ma che questi ultimi producanosporcizianon è una scusante per Roma. Perché poi ci sono altre aggravanti. La filosofia dell’amministrazione Gualtieri, in questo identica al centro destra, è fatta soprattutto dimaxi eventi e di turismospinto all’estremo. I primi si svolgono di continuo, con la sua benedizione, mentre per quanto riguarda il turismo non c’è stata nessuna presa di posizione ufficiale riguardo la questione degliaffitti brevio la possibilità di regolareflussi turistici realmente fuori controllo. Ituristiproducono immondizia,così come i maxi eventi. Ma se per i secondi si organizzano turni supplementari, il servizio non viene potenziato se, a esempio, si registra 1 milione di turisti in più. I cestini restano quelli, la raccolta identica, le mini isole ecologiche per buttare l’immondizia chiuse dal sabato pomeriggio al lunedì mattina. E allora questo è il punto: se si uniscono tutti i pezzi, l’inefficienza di Ama, gli imballaggi sempre più ingombranti, le persone che arrivano a Roma per turismo, eventi e altri motivi, larassegnazionee larabbiadi fronte allo sfacelo, ecco che il risultato è quello che è.Una città sporcama, soprattutto, che è peggio, una città dove non sembra esserci nessuna soluzione a breve, né nessuna idea di come potremmo comportarci e vivere altrimenti, anche per avere una metropoli più pulita e degna del suo passato. E questo, io credo, nessuntermovalorizzatorepotrà risolverlo.

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