Lo strano caso dei ratti di Chicago

Lo strano caso dei ratti di Chicago

 

Si contende il primato con New York e a livello europeo con Londra e Parigi. Ma non è un traguardo così ambito:Chicago è infatti tra le città americane dove la presenza di ratti è più massiccia, infestante e al centro delle principali lamentele dei cittadini. In un suo intervento suKnowable Magazine, Maureen Murray, ecologista della fauna selvatica e alla guida delChicago Rat Projectche dal 2018 monitora e studia la distribuzione dei roditori nella città,raccontadi essere stata attratta (per modo di dire) dalcontenuto dello stomaco di un ratto di un colore blu brillante, durante una delle sue analisi. Era la traccia di unrodenticida, il più comune veleno usato per uccidere i topi che in alcuni Stati è stato messo al bando perché incidentalmente può essere ingerito anche dagli animali domestici o dai predatori dei piccoli mammiferi. Grazie a una successiva ricerca svolta sempre dal gruppo scientifico che segue ilRat Project, ci si è accorti che 99 ratti intrappolati e sopravvissuti all’avvelenamentoavevano tre volte più probabilità di portare la leptospirosirispetto a esemplari mai esposti al veleno. La motivazione potrebbe essere data dal fatto chei composti usati per avvelenarli influenzano il loro sistema immunitario e li espongono all’attacco dei parassiti. La leptospirosi è la malattia zoonotica più diffusa al mondo. Come spiega Maureen Murray, si può contrarrese si viene a contatto con le urine dei rattie causa febbre, dolore e insufficienza renale. È più comune nelle aree tropicali soggette a inondazioni ma può colpire anche nelle zone urbane infestate e sta diventando comune nei cani domestici. Anchele feci possono contenere salmonella e superbatteri antibiotico-resistenti. Un’altra sorpresa del team è stato scoprire chesono i quartieri più ricchi ad aver maggior probabilità di contrarre la leptospirosi, per la presenza di edifici più grandi e antichi dove c’è maggior acqua stagnante nelle cantine e per la possibilità economica di ricorrere a disinfestatori professionisti, che usano grandi quantità di topicida. Più scontato, invece, scoprire che gli appartamenti dove si notano di più gli escrementi sono quelle a basso reddito. Così come dove c’è spazzatura più accessibile c’è anche un numero maggiore di ratti che “banchettano”. Tra le soluzioni proposte dalRat Projectper contenere e prevenire i contatti sgraditi c’è seguire l’esempio di New York. La Grande Mela ha approvato una legge cheobbliga i residenti amettere fuori la spazzatura molto più tardi la nottee ha adottato unprogramma di compostaggio municipale. Mentre nella Columbia britannicaè stato limitato l’uso di pesticidisolo alle strutture pubbliche come gli ospedali, le mense e i ristoranti. «Bisogna anche cambiare il comportamento umano per impedire ai ratti di prosperare o di ammalarsi o di entrare nelle case», spiega Murray. «Nel 2021 abbiamo intervistato quasi 700 persone in tutta Chicago esolo il 30% sapeva che i ratti possono portare le malattie. Conoscere i rischi potrebbe incoraggiare più persone a usare guanti e candeggina quando puliscono». E chissà che questi suggerimenti non vengano colti anche al di qua dell’oceano, dalla consigliera ecologista di Parigi Douchka Markovic che la scorsa estate si era schierata a favore dei roditori per le strade della Capitale: «Non chiamiamoli topi, ma surmolotti», aveva detto scatenando le ironie sui social. Aggiungendo: «Possiamo anche considerarli ausiliari nel trattamento dei rifiuti». A Chicago non sarebbero affatto d’accordo.