Il cambiamento climatico fa ammalare i coralli

Il cambiamento climatico fa ammalare i coralli

 

L’aumento delletemperature globalie ilcambiamentoclimaticostanno danneggiando la salute dei corallie dellebarriere coralline, compromettendo il sistema immunitario degli animali e facilitando, così, il lavoro di agenti patogeni come funghi e batteri che finiscono per infettarli. È quello che è emerso da unostudiodellaUniversity of New South Wales(UNSW Sydney), pubblicato suEcologyLetters, che con una meta analisi ha ripercorso e analizzato108 ricerchecondotte negli ultimi 25 anni sui cambiamenti nel tempo dellamalattia dei coralli, per capirne le evoluzione e le cause. Ciò che è emerso è un dato allarmante:in un quarto di secolo, infatti, la diffusione della malattia ètriplicata, riguardando oggi il9,92% delle colonie di coralli. «La malattia è tra i più importanti fattori di mortalità dei coralli a livello globale e i nostri modelli prevedono che questa percentuale continuerà a peggiorare, anche se le temperature oceaniche rimarranno stabili», ha spiegato Samantha Burke, autrice principale dello studio e dottoranda presso laSchool of Biological, Earth and Enviromental Sciences. Stando alle proiezioni per il futuro, infatti,il timore è che, entro il 2100, oltre il 75% delle colonie si ammali, generando undeclino incolmabile nelle barriere corallinee una perdita inestimabile diinteri habitatche offrono sostentamento a circa un quarto dei pesci nelle acque mondiali. «Data la posta in gioco, dobbiamo fare molti passi avanti per svilupparestrategiedimitigazioneefficaci e affrontare l’aumento delle temperature sarebbe un ottimo punto di partenza», ha dichiarato Samantha Burke. In effetti, i coralli sono organismi estremamente delicati e richiedono una serie diprecise condizioni ambientaliper sopravvivere: tra queste, lasalinitàdell’acqua, un’ottimaqualitàe un’adeguatatemperatura. Se anche solo una di queste condizioni dovesse venir meno, verrebbe compromessa la loro sopravvivenza perché sarebbero sottoposti a uno stress tale da rendereimpossibile la loro crescitae la loro riproduzione. Ad oggi, lavariabile che preoccupadi più scienziati e ricercatori è la crescentetemperatura dell’acqua, che negli anni ha già portato gravi conseguenze alle barriere coralline dei nostri oceani, causando, per esempio, ilcoralbleaching(sbiancamento dei coralli): una risposta allo stress ambientale cui sono sottoposti i reef durante estreme e anomale ondate di calore. A destare particolari preoccupazioni èl’OceanoPacificoche, rispetto a quello Indiano e all’Atlantico, presenta unquadro critico e destinato a peggiorarenel tempo. Che sia esclusivamente a causa delle elevate temperature dell’acqua o se vi siano altri fattori che entrano in gioco a influenzare la vita dei coralli in questa regione è ancora da verificare, ma quello che è certo è che, in maniera più o meno intensa a seconda delle aree, la malattia dei coralli sta prendendo piede in tutte le acque del mondo ed è necessario intervenire prima che il tempo a disposizione scada. È per questo motivo che, attraverso lo studio condotto, i ricercatori hanno volutolanciare un allarme,affinché con un’azione urgente mirata ad affrontare il riscaldamento globale e l’aumento delle temperature delle acque, si eviti ilpuntodi non ritorno: quello in cui sempre più coralli saranno malati e finiranno per morire, mettendo a repentaglio non solo una bellezza naturale da preservare, ma anche interi ecosistemi, facendoci perdere unaricchezza inestimabile di biodiversità.