Bad Ischl, Tartu e Bodø: le tre Capitali europee della cultura 2024

L’iniziativa“Capitale europea della cultura”è stata lanciata nel 1985 per creare unione tra tutti i cittadini Ue, ma solo nel 1999 ha assunto il nome definitivo che conosciamo noi oggi (appunto, “Capitale europea della cultura”). “L’iniziativa -si legge sul sito ufficiale- è stata istituita con ‘lo scopo divalorizzare la ricchezza, la diversità e le caratteristiche comuni delle culture europeee di contribuire a migliorare lacomprensione reciprocatra i cittadini europei’ (art. 1 della Decisione n. 1622/2006/CE)”. LeEuropean Capitals of Culture(Ecoc)punta, inoltre, al progresso socioeconomico delle città attraverso lapromozione e la valorizzazionedel patrimonio storico-artistico e culturale. Il programma, da quando è stato istituito, ha offerto a numerosi centri abitati l’opportunità di ampliare e rafforzare il proprio bagaglio culturale. Secondo il Ministero della Cultura,fino al 2021 il titolo è stato attribuito a più di65 città europee:alcune di queste sono italiane e, la più recente, èMatera.Comune della Basilicata con quasi60.000 abitanti, la città è stata riconosciutaCapitale europea della cultura nel2019aggiudicandosi così il primato nel Mezzogiorno per la nomina. Nota già da tempo anche grazie alriconoscimentoUnesco (Patrimonio dell’umanità nel 1993 per i suoi “Sassi”) e al celebre film di Mel GibsonLa Passione di Cristo, la città lucana, subito dopo essere stata nominata Capitale della cultura, ha visto crescere il suo turismo: comparando i dati del 2019 con quelli degli anni passati, sono stati registrati almeno302.000 pernottamenti in piùe un impatto consistente sui posti di lavoro. L’iniziativa “Capitale europea della cultura”, quindi, è a tutti gli effetti, un’occasione per la riqualificazione di un determinato territorio, la ripresa dei flussi turistici e l’incremento dell’occupazione. La nomina dura un anno solare e ogni città ha lapossibilità di mostrare le proprie doti artistiche e culturali(in Europa e nel mondo); fino al 2023, molti Paesi hanno approfittato del progetto perrianimareerinvigorire il proprio background culturaletramite l’iniziativa: così facendo, hanno amplificato la loro visibilità a livello internazionale. Per quest’anno, ci sonoBad Ischl (Austria) insieme a 22 Comuni rurali del territorio di Salzkammergut(Altmünster, Bad Goisern, Ebensee am Traunsee, Gmunden, Gosau, Grünau im Almtal, Hallstatt, Kirchham, Laakirchen, Obertraun, Pettenbach im Almtal, Roitham, St. Konrad, Scharnstein, Steinbach am Attersee, Traunkirchen, Unterach am Attersee e Vorchdorf, Altaussee, Bad Aussee, Bad Mitterndorf, Grundlsee),Tartu (Estonia) eBodø (Norvegia). Nello specifico,Bad Ischl si trova in Alta Austriae, con i suoi13.895 abitanti, risulta essere ilcentro più popoloso del distretto di Gmunden;dista 50 km da Salisburgo e 105 da Linz e viene considerata la“piccola Vienna”anche per gli edifici architettonici e storici circondati dal verde. Tartu, invece, si trova nell’Estonia meridionale,a circa 2 ore di treno dalla Capitale; è la seconda città più grande del Paese. Secondo le stime diIndexMundi, nel 2021 aveva circa1.220.042abitanti. Infine,Bodø, una città nel nord dellaNorvegianella regione del Salten: popolata da circa50.000 abitantinon appartiene all’Unione ma,ogni 3 anni,anche le regioni extra Ue possono tentare e candidarsi per il titolo di Capitale della cultura. Austria: Bad Ischl e la regione del Salzkammergut Salzkammergutviene da“salz – sale”e da qui il motto “la cultura è il nuovo sale”. Questa area, infatti, era già molto conosciuta ai tempi dei popoli celtici per i suoi giacimenti di sale, la cui estrazione cominciò ben7.000 anni fagenerando una forte ricchezza diffusa poi, con il tempo, su tutto il territorio. Infatti, rientra nella lista deiPatrimoni dell’umanità dell’Unescoper il suo paesaggio, anche grazie al Comune di Hallstatt e alla montagna Hoher Dachstein. Il nuovo programma adottato da Bad Ischl in quanto Capitale della cultura, e in generale nella regione del Salzkammergut, si articola su4 temi principali:potere e tradizione,cultura in movimento,l’arte di viaggiare,globalokal.L’obiettivo è riconoscere la diversità come un punto di forza e unione, non di separazione. Estonia: Tartu Anche se non è nota come Tallinn,Tartu viene considerata la metropoli più antica dei Paesi Balticie il cuore pulsante della cultura estone. Giocano un ruolo fondamentale i numerosi musei e l’ateneo storico, laUniversity of Tartu. Tartu e la regione meridionale dell’Estonia nel suo complesso celebrano l’iniziativa“Capitale europea della cultura 2024”con numerosieventiaperti a tutti: esibizioni musicali e teatrali, installazioni artistiche all’aperto e proiezioni di film il cui tema principale è sempre lo stesso:la libertà e la forza nelladiversità. Ilsindaco di Tartu,Urman Klass,ha spiegato che«un prerequisito per un’Unione europea funzionale è dire “sì”.Sì alle differenze che a loro volta sono un sì alla forza.Credo e spero che l’anno di Tartu e dell’Estonia meridionale come Capitale europea della cultura sarà un anno in cui si dirà sì in tutta Europa». Tra gli eventi e i progetti più caratteristici: ilKissing Tartuper ricordare la gioia del bacio;Stencibility, il festival dedicato alla street art;Curated Biodiversity, per realizzare aree verdi nel centro della città. Norvegia: Bodø Considerata un posto unico per i suoi colori e la sua aurora boreale in inverno, ancheBodøè stata nominata quest’anno Capitale della cultura. Per l’occasione, verranno organizzati tutto l’anno numerosi incontri culturali, concerti e mostre: ci saranno infattipiù 1.000 eventiconcentrati nel quartiere Culturale Stormen e sarannodedicati soprattutto ai giovani. Gli obiettivi principali, anche in questo caso, sono: far conoscere il territorio alla comunità internazionale; attrarre i turisti per creare un punto di unione tra culture diverse.