Quando i Raee diventano “Materia Viva”

Il 15 maggio è l’Overshoot Day italiano: vuol dire che abbiamo già esaurito le risorse che l’Italia può generare ogni anno. Siamo ufficialmente in debito con la Terra. E così, oggi più che mai, vien da chiedersi:come possiamo fare la differenza? Agendo, anche nel nostro piccolo, e sempreconsapevolmente: sia quando facciamo del bene all’ambiente che (e soprattutto) quando scegliamo di non farlo. Ilricicloè una delle tante strade percorribili. Carta, vetro, plastica: abbiamo più o meno tutti capito dove buttare quel contenitore o quella bottiglia. Ma che fare quando ilrifiuto è elettronico?Se apri i vari cassetti, gli armadietti o gli scatoloni messi in un angolo di casa, quante vecchieapparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee),che ormai non usi più, trovi? Dai computer ai vecchi telefoni a rotella, dalle tv agli elettrodomestici della cucina. E perché non li hai mai gettati via, trasformandoli così inrifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche(Raee)? Secondo ilGlobal E-Waste Monitor, iRaeesono i rifiuti che crescono più velocemente nel mondo:nel 2030 arriveremo a generarne oltre 74 milioni di tonnellate.Il problema è che nella maggior parte dei casi (un po’ per ignoranza, un po’ per disinteresse), i rifiuti elettronici finiscono fuori dalla filiera regolamentata e questo perché esiste ancorapoca conoscenza e consapevolezza riguardo il loro riciclo.Quindi, nel dubbio, noi accumuliamo tutto in un angolo di casa, in attesa di capire cosa fare con tutti quei vecchi oggetti che non usiamo più; apparecchi che, se riciclati correttamente, diventano vere e proprie materie prime riutilizzabili.DiventanoMateria Viva. È questo il nome deldocufilm prodotto daLibero Produzioniin collaborazione conErion WEEEe presentato a Roma il 10 maggio. L’opera pone ai suoi spettatori una domanda:la tecnologia è alleata o nemica dell’ambiente?Provano a rispondere le attrici Susan Sarandon, Shailene Woodley, il conduttore Carlo Conti, atleti come Federica Pellegrini e Alessandro Del Piero, l’attore Francesco Arca, lo scultore Jago, il sottosegretario di Stato al Ministero della cultura Vittorio Sgarbi, la conduttrice e giornalista Francesca Fialdini, la cantante Irene Grandi, lo Youtuber Marcello Ascani, il rapper Tormento, la cuoca e imprenditrice Sonia Peronaci, il giornalista Emilio Cozzi, il divulgatore scientifico Luca Perri, la fisica climatologa Serena Giacomin. A osservarli tutti da lontano, latecnologiafatta persona, interpretata da Tamara Donà. Il film (realizzato con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministero della Cultura, e tra le iniziative del programmaDireFareRAEEdiErion WEEE)è dedicato ai temi dellasostenibilità, dell’economia circolare,deirifiuti elettronicie parte da un dato di fatto: la tecnologia ha migliorato la vita degli esseri umani ma è diventata anche una fonte diinquinamento. Oggi quasi tutto si può fare con uno smartphone ma dopo 1 anno, 2 o massimo 3, lo dimentichiamo dentro un cassetto e passiamo al modello successivo.Chi pensa mai a dove smaltire il propriotelefono? Secondo la ricerca condotta daErion WEEEeIpsos,2 italiani su 3 non sanno come gettar via correttamente i propri rifiuti elettrici ed elettronici. «Con questo docufilm, vogliamo cercare di spiegare ai cittadini (e in particolare ai più giovani) l’importanza di cambiare i comportamenti quotidiani per rendere concreta quella transizione ecologica di cui il nostro Pianeta ha urgentemente bisogno», ha dichiarato il direttore generale diErion WEEEGiorgio Arienti. L’obiettivo, infatti, èraccontare in maniera pop(alternando ricordi nostalgici di personalità del mondo della cultura e dello sport a pillole di sapere scientifiche fornite da esperti) il rapporto che esiste tra persone, tutela ambientale e dispositivi elettronici, mettendo in luce le potenzialità che, in ottica di economia circolare, possono nascere dalcorretto riciclo dei Raee.Come spiega Serena Giacomin, «In uno smartphone, per esempio, ci sono ben 69 elementi della tavola periodica» recuperabili. È l’utilizzo che si fa della tecnologia a fare la differenza: «Credo che ciò che le persone possono fare in piccolo siaessere consapevoli», spiega nel docufilm Shailene Woodley. Il lascito diMateria Viva, infatti, è proprio questo: agire in modo consapevole,educare igiovanie i bambini nelle scuole al corretto riutilizzo delle risorse, al riciclo, alla sostenibilità. Perché, come sostiene Susan Sarandon, «Il cambiamento non verrà dall’alto verso il basso, verrà solo dal basso verso l’alto e dallenuove generazioni». In caso contrario, a soffrire non sarà solo la salute della Terra, ma anche la nostra e soprattutto quella dei Paesi più poveri. Certo, «Non bisogna essere catastrofisti – dice Luca Perri – però bisogna sapere chesiamo in debito con il nostroPianeta». E l’Italia, da oggi più che mai.