TikTok: i guru dei nomi aiutano a decidere come chiamare i figli

TikTok: i guru dei nomi aiutano a decidere come chiamare i figli

 

La nuova ossessione dei genitorisembra essere la fatidica scelta delnome da dare al bebè. La decisione non è in effetti da prendere alla leggera, ma intorno all’argomento si sta sviluppandoun vero e proprio business.A partire dai social, in particolareTikTok, dovemigliaia di future mamme e futuri papàcercano, visualizzano e commentano contenuti riguardo il tema. Come racconta il quotidiano onlineVox, nella classifica (redatta dallaSocial Security Administration) dei nomi più popolari di quest’anno negli Stati Uniti ci sono sui gradini più alti del podio, per quelli maschili,Liam, Noah, e Oliver;per quelli femminili,Olivia, Emma e Charlotte. La parola d’ordine è:originalità. Ecco proliferare quindiprofili e account che monitorano le nuove tendenze in fatto di nomi. Il nemico numero 1 delle coppie in procinto di compiere la scelta sono proprio loro:inomi troppo comuni o destinati a diventare di moda. Il rischio, però, è che le scelte più ricercate si rivelino, in fin dei conti, meno convincenti delle più comuni (ma oggettivamente gradevoli) o, peggio ancora, che finiscano di lì a poco nelvortice di un nuovo trend. In America è il caso del nomeEmily. Dagli anni ‘90 in poi si è diffuso incredibilmente, come spiega Laura Wattenberg, autrice diThe Baby Name Wizarde fondatrice diNamerology, sito web che racconta le origini dei nomi. «I genitori decidono come chiamare i loro bambini un po’ come le aziende scelgono di nominare i propri prodotti. Una sorta di mercato competitivo in cui bisogna attirare l’attenzione per avere successo», ha spiegato alla rivistaWattenberg. In Italia, secondogli ultimi datiIstattra i nomi maschili più diffusi spiccanoLeonardo, Alessandro, Tommaso,mentre scivola più giùFrancesco, seguito daLorenzo,Edoardo. Invece, per le femmine,Sofia, Aurora, Giulia, Ginevra, Beatrice e Alice. È interessante notare che alcuni nomi, come per esempio il femminileGiovanna, siano divenuti nel tempo sempre più rari: nel1999le bambine appena nate a cui era stato dato questo nome erano oltre800,mentre nel 2021 appena 170. La variante maschile invece mantiene un certo successo, nonostante il dimezzamento dei numeri (4.094 nel 1999 e 2.221 nel 2021). Lo stesso per i nomiClaudio/Claudia, maggiormente diffusi negli anni ‘90 e ora decisamente incrisi. Nel 2021 appena 278 bambine sono state chiamate così contro le 2.094 nel 1999. I nomi dei bebè hanno sempre acceso un certo dibattito sul web. Esistono ben2 gruppi Facebook con oltre 100.000 membri,entrambi chiamatiThat Name Is a Tragedeigh,riferendosi alla predilezione tutta americana per l’uso distrane ortografie sui nomi tradizionaliper farli suonare diversi, esotici, “unici”. Su TikTok, decine dicreatorshanno costruitocommunity di migliaia di utentidiscutendo delletendenze dei nomi deibambini, con una particolare attenzione aquelli da evitare perché troppo alla moda:rivelano nomi di proprio gusto e nomi che, invece, non tollerano ma cercano anche di prevedere (spesso indovinando) quelli che verranno dati ai figli diinfluencere celebrità. Ci sono video divenuti virali che suggeriscono nomi classici, nomi più insoliti, nomi da vincenti e così via. Negli Usa, tra i content creator più in voga sul tema @WhatsInABabyNameDoula, @NamingBebe, @DreamBabyNames e @NamesWithSteph. Moti di loro offronopacchetti di consulenza dietro compensoper aiutare i futuri genitori a compiere una delle scelte più importanti della loro vita. Effettivamente, però, se si guarda al passato,avere un nome estremamente diffuso era quasi la norma;anzi, fino a non molti decenni fa le famiglie in generechiamavano i propri figli come i nonni, il che significava che ogni 2 generazioni tendevano a ricorrere sempre gli stessi nomi. L’idea che il nome debbarispecchiare l’individualità della personache lo porta è un concetto assolutamente contemporaneo, frutto di un cambiamento culturale radicale che ha spostato pian piano l’ago della bilancia dall’identità e dal senso di appartenenza familiare all’espressione del singolo.