Una pastiglia di Ecstasy può salvare il matrimonio?
Allucinogena, stimolante, tossica, pericolosa, assuefacente. Eppure, in qualche modo, utile.L’Mdma, o 3,4-metilendiossimetamfetamina, conosciuta come Ecstasy, è una sostanza che favorisce l’empatia, cioè la capacità di immedesimarsi nei pensieri e negli stati d’animo di un’altra persona.Il composto semisintetico agisce infatti aumentando la presenza di serotonina e il suo incremento in diverse aree cerebrali può provocare diversi effetti psicologici, da una forte sensazione di benessere alla rimozione di barriere emotive e comunicative. Sviluppata dalla società farmaceutica tedesca Merck nel 1912, il composto medico dell’Mdma non venne prodotto fino agli anni Settanta, quando il chimico statunitense Alexander Shulgin ne scoprì ilpotenziale empatico consigliandolo ad alcuni psicoterapeuti. Nonostante sia stata messa al bando negli Stati Uniti dal 1985 – e in Italia dal 1988 – negli ultimi annile sostanze psichedeliche sono tornate a esser studiate dalle neuroscienze e dalla medicina per il loro possibile impiego medico.In particolare, per l’assistenza alla terapia di coppia. Alla fine del 2021 laMultidisciplinary Association for PsychedelicStudies(Maps) hacomunicatoche è ancora in corso la terza fase di un trial clinico in cui l’Mdmaviene utilizzata per curare centinaia di soggetti affetti da disturbo post-traumatico da stress(Dpts) derivante da varie forme di trauma. In uno studio qualitativopubblicatoa gennaio 2022 sullaNational Library of Medicineeffettuato su 8 coppie che hanno utilizzato l’Mdma per migliorare le loro relazioni, sono stati descrittigli effetti positivi sulla comunicazione di coppia e sul legame intimo instaurato dopo l’assunzione della sostanza. I risultati degli esperimenti delleEveningswith Molly(altro nome con cui viene chiamata l’Mdma) suggerisconola possibilità di un uso informato del farmaco tra gli adulti per il loro miglioramento cognitivo e relazionale. Tuttavia, i ricercatori affermano che con un campione così piccolo, non è possibile generalizzare gli esiti. Ad oggi, è stato pubblicato solouno studioin cui alcuni partner hanno ricevutouna terapia assistita dell’Mdma in un contesto clinico. La ricerca, condotta a Charleston, nella Carolina del Sud, comprendeva 6 coppie con caratteristiche simili: la diagnosi di disturbo da stress post-traumatico in un membro della coppia (anche i partecipanti senza disturbo da stress post-traumatico hanno assunto il farmaco). Concluso l’esperimento,5 delle 6 persone conDpts non avevano più sintomi e mostravano miglioramenti nella soddisfazione relazionale. Anne Wagner, psicologa clinica di Toronto e una delle ricercatrici dell’indagine, ha affermato cheil prossimo step sarà la richiesta di approvazione per una sperimentazione clinica con un massimo di 60 coppie. Come per lo studio pilota, almeno un membro di ogni coppia dovrà soffrire di un disturbo da stress post-traumatico. Durante l’assunzione di Mdma, «entrambe le persone devono essere pronte ad approfondire [il rapporto] e comunicare tra loro,e non percepirlo come qualcosa che può risolvere i problemi all’interno di una relazione», ha detto la dottoressa Wagner.