Alluvione Emilia-Romagna: come sta ripartendo l’agricoltura?

Alluvione Emilia-Romagna: come sta ripartendo l’agricoltura?

 

Sono passati otto mesi dall’alluvione che colpì l’Emilia-Romagnadanneggiando infrastrutture, campi coltivati, intere cittadine, e causando la morte di 16 persone e lo sfollamento di 23.000. Mentre i fiumi esondavano, gli agricoltori si ritrovarono a fare una scelta: salvare i campi e il frutto del loro lavoro oppure far tagliare gli argini dei corsi d’acqua vicino a quei terreni, per fare in modo che si sfogassero lì e non raggiungessero i centri abitati? Senza esitazione optarono per la seconda.Ettari ed ettari diterreno, come previsto,furono soffocati daacqua e fango. Lestimeprovvisorie dei danni provocati parlarono di8,8 miliardi di euro totali: «Di questi 1,8 miliardi sono necessari per riparare gli argini, i reticoli e le strade prima dell’autunno. Risorse necessarie a mettere in sicurezza le comunità dal ripetersi di eventi catastrofici come quelli di maggio: in particolare fiumi e viabilità locale», disse a giugno dell’anno scorso il presidente della Regione Stefano Bonaccini. L’analisidella società di riassicurazioneSwiss Reha definito l’alluvione in Emilia-Romagnal’evento meteorologico più costoso di sempre in Italia, con 10 miliardi di danni di cui solo il 6% assicurato. Secondo ilrapporto annualedelleCooperative Agricole Braccianti, che da sole coltivano il 10% della superficie agricola della provincia di Ravenna, alluvioni e disastri climatici hanno provocato danni per 30 milioni di euro e un calo della produzione agricola pari a un terzo. Se nel 2022 le Cab avevano realizzato 30,6 milioni di euro, registrando una crescita del 19% rispetto all’anno precedente, le cifre del 2023 parlando di 20,6 milioni di euro (-33%). Ma i soldi necessari alla ripartenza delle cooperative promessi dal Governo italiano non sono ancora arrivati a destinazione. «Sono seimila gli ettari di tutte le Cab sommersi durante le alluvioni. L’equivalente dinovemila campi da calcio», ha detto il presidente diLegacoop RomagnaPaolo Lucchi ai giornalisti durantel’eventoorganizzato dalla rete di cooperative italianeCoopper annunciare il raggiungimento dioltre 2,1 milioni di eurograzie al contributo di 81.000 donatori, tra soci, dipendenti, consumatori e fornitoriCoopche hanno aderito alla campagna di raccolta fondi avviata a maggio 2023. Sono le donazioni, dunque, a finanziare “interventi di ripristino e innovazione delle coltivazioni”, con tecnologie a basso impatto ambientale e macchine elettriche che permetteranno di azzerare le emissioni di CO2, e a contribuire alla ricostruzione di “sentieri, parchi e aree giochi, spazi vitali per le comunità”. Una quota delle donazioni l’ha ottenutaAgrisfera, la più grande cooperativa agricola romagnola attiva da più di 100 anni nel territorio della provincia di Ravenna, che investirà i fondi in innovazione tecnologica, rinunciando ai mezzi a gasolio per puntare sumacchinari più sostenibili. Insieme alla società milaneseConcettoGreen,Agrisferarealizzerà ancheun impianto agrivoltaico: con il progettoLugoverranno installati dei pannelli solari agrovoltaici in una superficie totale di 120 ettari di terreno. Nei quattro comuni romagnoli del Ravennate toccati dall’impianto (Voltana, Lugo, Fiumazzo, Alfonsine), i terreni saranno coltivati a erba medica, necessaria agli allevamenti e al nutrimento degli animali e capace di sopravvivere anche in condizioni di siccità.