Caffè, fai bene o male?

Forse ilcaffèfa battere il cuore a chi lo ama, ma contrariamente a un’opinione diffusa ciò non avviene sempre per ragioni mediche. Secondo uno studiopubblicatoil 23 marzo sulNew England Journal of Medicine, infatti, “gli effetti acuti sulla salute del consumo di caffè rimangono incerti”. La ricerca, finanziata dall’Università della California,San Francisco(Ucsf) e daiNational Institutes of HealthdelDipartimento della Salute degli Stati Uniti, ha rilevato che la bevandapiù diffusaal mondo dopo l’acquanon sembra predisporre le persone sane acontrazioni atriali premature, ovvero il battito cardiaco anticipato prima della comparsa di un impulso normale. Dai risultati dell’analisi, condotta su un totale di 100 adulti, è emerso infatti che “il consumo di caffè con caffeinanon ha provocato un numero significativamente maggiore di contrazioniatriali premature giornaliere rispetto all’evitamento della caffeina”. «La comune aritmia nota comefibrillazione atriale non è causata o peggiorata dalla caffeina, nonostante la convinzione diffusa tra molti medici e pazienti che il caffè dovrebbe essere evitato in queste condizioni», hadichiaratoalWall Street JournalDeepak Bhatt, direttore del centro cardiaco Mount Sinai Heart di New York. «Penso che questi risultati siano rassicuranti», hacommentatoGregory Marcus, cardiologo all’Ucsf e primo autore della ricerca. Marcus ha comunquesconsigliato l’assunzione eccessivadi caffeina. «A volte le persone pensano che se poco fa bene, molto farà meglio», ha dichiarato. LaFood and Drug Administrationha fattoriferimentoa 400 milligrammi giornalieri, corrispondenti a circa4 o 5 tazze di caffè, come «unaquantità generalmente non associata a effetti negativipericolosi» per gli adulti sani. L’American Academy of Pediatricsscoraggia il consumo di caffeina e altri stimolanti da parte di bambini e adolescenti. Tuttavia lo studio ha evidenziato anche che la caffeina aumenta in modo più significativo ibattiti prematuri ventricolarinelle camere inferiori del cuore. Se frequenti e prolungate nel tempo, queste contrazioni potrebbero aumentare il rischio di insufficienza cardiaca cronica. Un altro risultato dello studio ha registrato che il caffè è associato a unaumento dell’attività fisica– monitorata attraverso dispositivi Fitbit – a fronte di35 minuti in meno di sonnoa notte, un fattore danon sottovalutare. Se la cattiva reputazione del caffè sembra in parte ingiustificata, i suoieffetti benefici, invece, restanonumerosi. Il caffè puòrivelarsiun elisir di lunga vita, riducendo le possibilità di sviluppare alcune delle principali cause di morte per le donne come malattie coronariche, ictus emalattie renali. Chi beve caffè avrebbe inoltremeno probabilitàdi contrarre ildiabetedi tipo 2, ilcancrodel colon-rettoe perfino l’Alzheimere ilParkinson. Può infine aiutare a prevenire l’insufficienza cardiaca, avere effetti benefici sulfegatoe ridurre la rottura deifilamenti di Dna. Insomma: nonostante alcune specifichecontroindicazioni– a esempio nei casi diulcerapeptica,insufficienza renaleedepatica,malattie cardiovascolarioaritmie cardiache sintomatiche,gravidanza– il caffè in molti casi fa bene più di quanto siamo portati a pensare. Quando non sia espressamente sconsigliato dal medico, privarsi di questo piacere non è necessario. Basta non abusarne.