Credit Suisse: «Iper liberisti finché è tutto ok. Poi chiediamo aiuto»

Cosa sta accadendo a livello macroeconomico? Siamo in un momento di grandissima incertezza. L’incertezza, per prendere decisioni economiche, è un fattore estremamente negativo, perché tendiamo come agenti economici a non essere lucidi e quindi anche a farci spaventare, a volte, più del dovuto. Non dimentichiamo poi che, in macroeconomia, le profezie sono autoavverantesi: cioè, quando io penso che stia per succedere qualcosa, metto in atto dei comportamenti che sono in questo caso di scelte di consumo, di investimento o di disinvestimento. E quegli stessi comportamenti accelerano il processo e lo dirigono proprio nella direzione che io temevo. Il principale azionista diCredit Suisse(e stiamo parlando dellaSaudi National Bank) annuncia che non intende più fornire liquidità alla banca.Improvvisamente i mercati reagiscono, ipersensibilizzati anche da quello che era appena successo oltreoceano e quindi laCredit Suisseperde il 30% sul mercato azionario (in assoluto il calo più elevato mai sperimentato nella storia della banca). Poi risale a -24%, ma siamo comunque a livelli evidentemente molto bassi. Qual è lo scenario adesso per l’Europa? Questo è ovviamente un momento di grande fragilità, quindi tutto il settore bancario risente del picco negativo diCredit Suisse,oltretutto con delle implicazioni che sono potenzialmente più pericolose, molto più pericolose di quello che abbiamo visto con laSilicon Valley Bank, che è una piccola banca nel panorama americano, ma anche in quello internazionale. PerCredit Suisseè ben diverso perché questa è la seconda banca della Svizzera: tutto ciò già ci dà una misura di cosa stia accadendo. Peraltro, come abbiamo detto, l’Arabia Saudita è adesso proprietaria della Banca, per una quota maggioritaria (quasi il 10%). In realtà quello che vediamo è che così come è intervenuta laFederal Reserve,anche la Banca Centrale Europea sta cercando di capire come gestire questo processo a livello macroeconomico. Anzi, la Bce ha proprio chiesto alle banche europee di comunicare quanto fossero esposte nei confronti diCredit Suisse,e questo perché? Perché in realtà deve cercare di capire quale può essere il peggiore scenario possibile (ovvero seCredit Suissedovesse fallire) e quali sarebbero le banche sovraesposte rispetto a un suo potenziale fallimento. Domanda che si sta ponendo anche il il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per lo stesso identico motivo. È intervenuta la Banca Centrale Svizzera, che ha deciso di fornire un prestito aCredit Suissefino a 50 miliardi di franchi (che equivalgono a 54 miliardi di dollari) nella Borsa di Zurigo. Questa mattinaCredit Suisseè rivolata in alto. Abbiamo osservato, di conseguenza, un rialzo, record del 40%, con risvolti positivi anche su tutte le altre borse europee. Oggi abbiamo avuto un avvio positivo e Francoforte ha guadagnato 1,6,Parigianche e Londra l’1,3. Qual è l’indicazione che possiamo ricevere in termini di politica monetaria? La verità è che reclamiamo l’indipendenza del settore privato quando tutto va bene, ma poi di fronte a errori che vengono commessi da istituti di credito, istituti bancari in questo caso, chiediamo un intervento (come ora quello della Banca centrale). In altri termini, chiediamo aiuto alle autorità monetarie quando qualcosa non funziona, mentre siamo iper-liberisti finché le cose vanno bene. Poi dopo, invece, chiediamo aiuto quando ne abbiamo bisogno.