Iran: cresce la prostituzione, ma solo le donne vengono punite

Iran: cresce la prostituzione, ma solo le donne vengono punite

 

Il recente filmHoly Spiderdel regista Ali Abbasi ha acceso un faro su una tematica poco conosciuta: laprostituzionein Iran,vietata per legge dal 1979, anno della rivoluzione islamica in cui salì al potere loAyatollahKhomeini (nell’agosto del 1980 fu infatti dato alle fiamme il famoso quartiere a “luci rossi” Shahr-e No di Teheran). Condannata dalla Repubblica islamica e dall’establishment religioso, riguardo la prostituzionenon si hanno statistiche ufficiali. Nonostante ciò, tuttavia, qualche numero emerge. L’articolo firmato da Nasrin Bassiri perIran Journalriporta che, secondo il sito in lingua persianaEghtesaad24, nell’aprile 2021si potevano contarediversi milioni di donne iranianecoinvoltenella prostituzione, mentreRouydad24hastimato che nella solaTeheran, nel2020, c’erano circa8.000 “centri di intermediazione”(agenzie) per poter praticare questa attività. Numeri che in questi anni, soprattutto a causa della crisi economica e dell’inflazione, possono essere raddoppiati, riferisce allaBbcAmir Mahmoud Harrichi, professore di social welfare allaTehran University.Dietro queste statistiche, però, si celanostorie di donne che, per mancanza di alternative,sono state costrettea percorrere questa strada. Le iraniane che si prostituiscono vivono una condizione dipovertà, ditossicodipendenza, diviolenza domesticao di marginalità sociale.L’inchiesta video diRadio Fardamostra proprio la testimonianza di una ragazza che, ancora minorenne, è stata costretta dalla sua famiglia a prostituirsi. All’interno della Repubblica islamica, laparità di generenon esistee per le donne è molto difficile farsi strada nel mondo del lavoro. Per questo, a volte, l’unica via che resta perguadagnare, poter pagare gli studiemantenere la famigliaè vendere il proprio corpo. Oltre alla condizione di povertà, dalvideodiRadio Fardaemergere un altro aspetto riguardo la prostituzione in Iran: il50% delle prostitute iraniane sono donne sposate con problemi economici,mentre nel suoarticoloBassiri scrive che, stando ai dati diffusi daRouydad24,l’età media di chi si prostituisce è scesa da 20 anni a18-12 anninegli ultimi 8 anni. Ricordiamo che, indipendentemente dall’età, per la Repubblica islamica la prostituzione è un reato che prevede ilcarcere e/o una serie di frustrate,oppure lapena di mortenei casi in cui la donna risulti essere sposata, ma non solo. Ricordiamo il caso diLeyla Mafi,21ennecondannata a morte nel dicembre del 2004per prostituzione.All’epoca,Amnesty Internationalaveva comunicato che Mafi era statacostretta a prostituirsi all’età di 8 anni,che era stata violentata e che la sua capacità mentale equivaleva a quella di una bambina di quell’età. Nonostante questo, fu comunque condannata a morte. La storia di Mafi, come quella di molte altre donne, mostrano unoStato molto più severo con le donne, anziché con i clienti.Conferma che giunge anche dalle testimonianze raccolte daRadio Fardao dallaBbc, in cui le prostitute confessano di subire spesso abusi o dinon essere pagate dai clienti.«Gli uomini sanno che la prostituzione è illegale in Iran e che comporta gravi punizioni per le donne, quindi la usano a proprio vantaggio – racconta all’emittente britannica una prostituta, studentessa allaTeheran University -Mi è capitato in varie occasioni di non venir pagata, mala mia condizione non mi permette di rivolgermi alle autorità». Se da una parte, la Repubblica islamica condanna con ogni mezzo la prostituzione o, meglio, le prostitute, dall’altra permette la pratica delSigheh(nikah mut’ahin arabo) i cosiddettimatrimoni temporanei,o di piacere. Attraverso la stipulazione di questo contratto, un matrimoniopuò durare da pochi minuti a 99 anni,concordando una somma fissa di denaro che spetta alla moglie per diritto. Se generalmente gli uomini usufruiscono del matrimonio temporaneo durante i loro viaggi di lavoro, per non rimanere soli, le donne che stipulano questi contratti lo fanno solitamente per esigenze economiche. Ancora una volta, dunque, il genere femminile appare in unacondizione di inferiorità. Quello che sta accadendo in questi mesi, anche con l’avvelenamento alle studentesse iraniane, dimostra come il regime voglia escludere sempre di più le donne dalla vita sociale. Per questo, riportaIran International, il ministero dell’Interno ha annunciato l’arresto di oltre 100 persone,definendo gli aggressori “appartenenti a gruppi ostili” che avevano l’intenzione di provocare paura e panico tra la gente e gettare la colpa sul regime. Il ministro ha però anche attribuito alcuni degli attacchi di avvelenamento a scherzi da parte degli studenti. Il dubbio che dietro a questi episodi ci sia invece il Governo, per “zittire” le donne e non farle studiare. Questa ipotesi sembra essere la più probabile per il popolo iraniano e gli attivisti.