Quanto conviene lo smart working?

Quanto conviene lo smart working?

 

Lapandemiaha ribaltato le nostre abitudini: mentre gli uffici si svuotavano, le nostre case si riempivano di meeting in videochiamata e pause caffè in pantofole. Questo ha creato un nuova tipologia di lavoro che, se prima del 2020 era sconosciuta nel nostro Paese, oggi abbraccia una larga fetta di lavoratori e imprese. Nel 2022, ilavoratori da remotoerano oltre 3 milioni e mezzo. Per questo motivo, Fiorella Crespi, Direttrice dell’Osservatorio Smart Working, ha sottolineato come sia giunto il momento di fare un passo in avanti verso quello che definisce il «vero smart working», ovvero il superamento della concezione che ci ha permesso di contrastare e superare la crisi pandemica per «attuare un cambiamento più profondo, incentrato sul lavoro per obiettivi e una digitalizzazione intelligente delle attività» Vantaggi e svantaggi Secondo l’Osservatorio Smart WorkingdellaSchool of Managementdel Politecnico di Milano, illavoro da remotoporta grandi benefici ai dipendenti, alle aziende ma anche alla Terra. L’indagine ci dice che un lavoratore insmart workingper2 giorni alla settimanarisparmia in un anno circa1.000 euro di trasporto;allo stesso tempo, però,aumentano le utenzedi luce e gas domestiche, per una media di circa 600 euro. Anche le aziende riescono ad abbattere parte dei loro costi: scegliendo di lavorare per 2 giorni alla settimana da remoto, infatti, si risparmiano circa 500 euro per ogni postazione “spenta”; se a questo si aggiunge, poi, la possibilità diridurre i volumi e gli spazi dell’ufficio,allora il risparmio raggiunge i 2.500 euro per ogni lavoratore. È proprio di fronte a questi dati che la Direttrice Crespi ha evidenziato come, in un contesto economico di grande difficoltà,il lavoro agile potrebbe essere unvantaggio: «Le organizzazioni potrebbero valutare di restituire ai lavoratori una parte del risparmio ottenuto» anche se «Nella nostra rilevazione, oggi solo il 13% delle aziende del campione prevede per i lavoratori che lavorano da remoto dei bonus o rimborsi che non siano buoni pasto». A livelloambientale, lo smart working permette diridurre le emissioni diCO2di circa450 kg annuiper persona: se consideriamo i 5.570.000 lavoratori da remoto, arriviamo a livello nazionale a 1.500.000 tonnellate annue. Tuttavia,secondo il dossierCambia il lavoro, cambiano le cittàdiConfesercenti,se è vero che il sistema imprenditoriale potrebbe risparmiare fino a 12,5 miliardi l’anno, è anche vero che un cambio radicale della mobilità dei lavoratori intaccherebbe fortemente i consumi: sarebbero infatti circa4,9 milioni le persone “in casa”,con unariduzione dei consumi di circa 9,8 miliardi di euro. Secondo le stime diConfesercenti,ciò porterebbe allachiusura di oltre 20.000 attività,con93.000 posti di lavoro in meno. Quali sono le ultime disposizioni in Italia? La legge 14/2023, conversione delDecreto Milleproroghe,posticipa ulteriormente lascadenzadel diritto allosmart working.Tuttavia, la norma non appare chiarissima, lasciando alcune ombre in merito alle disposizione per i genitori con figli under 14 e per lavoratori con problemi di salute riconosciuti e certificati dal medico. Nessun dubbio interpretativo per la categoria deilavoratori fragili,riconosciuti neldecreto del Ministero della Salutedel 4 febbraio 2022, che potranno beneficiare della misura fino al prossimo30 giugno.Si tratta di un diritto incondizionato che, dunque, prescinde dalla tipologia di lavoro svolto e dalla sua compatibilità con il lavoro agile. Nel caso in cui questi 2 siano inconciliabili, il datore deve assicurare al lavoratore la possibilità di usufruire della normativa identificando mansioni idonee e garantendo la stessa categoria e lo stesso inquadramento contrattuale. Trattandosi di un diritto che tutela la salute dell’individuo, è lecito ritenere che questo possa essere utilizzato senza limiti temporali (infatti, nella legge non si fa alcun riferimento a limiti settimanali o mensili). Ben diversa è la situazione per igenitoricon figli sotto ai 14 annie per i lavoratori con patologie mediche che non rientrano tra le cosiddette “persone fragili” (ovvero coloro il cui medico competente ritiene che, a causa dell’età, della presenza di comorbidità, immunodepressione o patologie oncologiche, corrano rischi maggiori in caso di contagio da Covid-19). In questi casi, sembra venir meno il concetto di “incondizionato” per far posto ad alcuni requisiti: la tipologia di lavoro svolta deve essere compatibile con lo smart working, l’altro genitore nel nucleo familiare deve essere un lavoratore oppure beneficiare di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività; inoltre, il datore di lavoro deve dare consenso all’utilizzo della norma. Al tempo stesso, in caso di assenza di questa caratteristica, è possibile l’applicazione dello smart working solamente per alcuni giorni della settimana o del mese, stabiliti in accordo con il datore. Lo smart working per le nuove imprese Secondo l’ultimo reportCerved, Imprese nate nel 2022 e contributo economico delle start up,nel corso dell’ultimo annole nuove imprese sono diminuite,risentendo il peso dell’inflazionee del conflitto russo-ucraino. Rispetto al 2021 abbiamoperso circa 10.500 imprese(il 10,6% in meno), una discesa che si riflette nell’occupazione e nel Pil, portando a una perdita di opportunità di lavoro per circa 27.000 persone, oltre a 2 milioni e mezzo di fatturato potenziale in meno. Macome si muovono le startup nel mondo del lavoro da remoto?Il ritorno alla “normalità” è una realtà anche per le nuove aziende, spiegaFlexa Careers,piattaforma nata con l’obiettivo di presentare offerte di lavoro flessibile: nell’ultimo anno, a livello europeo,il numero di compagnie che ha pubblicato offerte di lavoro da remoto è sceso del 35%. Ma sono comunque tante le realtà che identificano illavoro agile come un punto di forza.Per fare un esempio,Younitè una startup innovativa che, tramite una piattaforma digitale, offre beni e servizi alle imprese con lavoratori in smart working; ma ci sono anche le start up italiane, comeCoderblockche crea e utilizza un ufficio virtuale per gestire e migliorare le collaborazioni a distanza,Melaworks,progettata per seguire e controllare da remoto i costi e gli avanzamenti di cantiere. Queste imprese scommettono in unmondo lavorativo sempre più digitale. Oggi siamo di fronte a una fase di assestamento dellavoro da remoto, nella quale aziende e dipendenti cercano di comprenderne vantaggi e svantaggi. La normativa italiana si pone l’obiettivo di tutelare questo diritto per i soggetti più fragili, anche se le ultime disposizioni lasciano spazio a diverse interpretazioni. Certo è che, man mano che ci lasciamo alle spalle la pandemia, sorgono nuove esigenze. E così, lo smart working non rappresenta più solo un sistema di riduzione dei contagi, ma unnuovo modo di vivere elavorare.