Judy Heumann: ritratto di un’attivista

La prima volta cheJudy Heumanncapì che la societàintorno a leila percepiva come diversa aveva otto anni. Si trovava fuori da un negozio di dolciumi con un’amica quando un ragazzino si avvicinò e guardando la sua sedia a rotelle le chiese se era malata. «Credo che quello fu davvero il primo istante in cui lo realizzai – ha raccontato – Ero sconvolta e non sapevo come gestire quell’emozione. Non gli urlai addosso ma dissi semplicemente, no, non sono malata. Me lo ricordo perfettamente». Nata a Philadelphia nel 1947, Heumanncontrasse nella prima infanzia una grave forma di poliomieliteche la costrinse per tutta la vita sulla sedia a rotelle. Cresciuta in una famiglia con un grande senso di giustizia (i genitori erano ebrei tedeschi mandati negli Stati Uniti dalle famiglie durante la persecuzione nazista, e avevano sempre dovuto cavarsela da soli nel nuovo Paese), non venne mai trattata in modo diverso dai fratelli, ma le vennero sempre accordate le stesse opportunità e possibilità. Ma la famiglia, si sa, non esaurisce lo spettro delle esperienze sociali e Heumann, come lei stessa raccontò, si rese presto conto cheil sistema non era costruito per consentirle di avere gli stessi diritti delle altre persone. Non le venne concesso di frequentare lascuolamaterna con le altre bambine perché la sua sedia a rotelle era considerata pericolosa in caso di incendio e le venne negata anche l’iscrizione alla scuola ebraica in quanto, a detta del rabbino, non conosceva abbastanza bene la lingua. Sua madre, però, non era una donna facile da far desistere e voleva a tutti costi che la figlia ricevesse un’istruzione. Dopo anni di scuola casalinga e di strenue battaglie,a 9 anni riuscì finalmente a farla iscrivere in un istituto che accoglieva persone condisabilità. La situazione non era ideale (le bambine disabili venivano separate in classi solo per loro nello scantinato) ma permise comunque a Heumann di continuare a studiare fino ad approdare allaLong Island Universitydove si laureò nel 1969. Il suo desideriofin da piccolaera quello di insegnare, ma le fu presto fatto presente che una carriera dainsegnantenon era perseguibile per lei e così si iscrisse a un corso di laurea terapia della parola. Gli anni universitari furono importanti perché in quel contesto Heumann prese contatto con altri gruppi studenteschi einiziò la sua militanza politica venendo eletta nel consiglio studentesco. Alla fine degli anni ’60, a seguito del baby boom e dell’esorbitante numero di bambini e bambine in età scolare,gli Stati Uniti si trovarono a corto di insegnanti e il governo decise di aprire le porte della scuola anche a laureate in altre materie. Heumann non si fece scappare l’occasione e nel 1970 partecipò al concorso delNational Board of Educationdi New York. Passò tutti i test a pieni voti, mala licenza le venne comunque negata a causa della paralisi agli arti inferiori. Grazie a un’amica la storia finì sulNew York Timese in breve tempo ricevette un’enorme attenzione a livello nazionale. Un gruppo di avvocati per i diritti civili chiesero di poterla rappresentare in tribunale, e dopo aver ottenuto giustizia Heumann divenne così laprima persona sulla sedia a rotelle a diventare insegnante nella città diNew York. Gli anni ’70 furono un periodo di grandi cambiamenti e rivendicazioni. Judy Heumann venne a contatto con un numero sempre maggiore di storie simili alla sua e scoprendo di non essere l’unica a venire considerata cittadina di seconda classedecise di fondare un’organizzazione per la protezione dei diritti delle persone con disabilità. Nacque cosìDisabled in Action, uno dei gruppi portanti del movimento a favore delRehabilitation Act, firmato dal presidente Nixon nel 1973. La legge conteneva in particolare una sezione che stava molto a cuore a Heumann e ai suoi e alle sue compagne di lotta,la 504, che vietava la discriminazione contro le persone disabili in tutti i gradi di istruzione, negli ospedali e negli uffici pubblici.Insomma, qualsiasi ente che ricevesse anche un minimo finanziamento dal Governo Federale era tenuto a vietare ogni forma di discriminazione. In caso contrario, per la persona offesa era possibile procedere per vie legali. La sezione 504 non venne mai implementata e quando nel 1976l’amministrazione Carter rifiutò di firmare i regolamentiche l’avrebbero finalmente resa parte integrante della legge, l’organizzazione per i diritti dei disabiliAmerican coalition of citizens with disabilitiesdecise di mandare un ultimatum al governo: se non fosse stata resa effettiva entro il 5 aprile 1977 ci sarebbero state grandi manifestazioni di piazza nelle principali città del Paese. Joseph Califano, segretario alla Salute, all’educazione e al welfare non firmò e il 5 aprile 1977migliaia di persone con disabilità occuparono edifici federaliper chiedere il riconoscimento dei propri diritti. Il sit-in nell’edificio del dipartimento di Salute durò 24 giorni, mantenendo ancora oggi il record della protesta più lunga della storia degli Stati Uniti all’interno di un edificio federale. Il Governo cercò in ogni modo di sgomberare i manifestanti, tagliando acqua, luce e comunicazioni ma la protesta ricevette il supporto di molto altri gruppi per i diritti civili e movimenti di lotta, tra i quali iBlack Panther. Nei 24 giorni di sit-in Heumann fu scelta come portavoce della protesta e dopo diverse negoziazioni il Governo fu costretto a cedere e Califano firmò il 28 aprile 1977. L’approvazione della sezione 504 delRehabilitation Actspianò la strada nel 1990all’Americans with disabilities Act, unalegge che sancì definitivamente il divieto di discriminazione basata sulla disabilità. Anche dopo gli anni ’70 Heumann continuò a partecipare attivamente alla battaglia per i diritti delle persone con disabilità. Fu una dellefondatrici del movimento per la vita indipendente, collaborò con l’amministrazione Clinton e con la Banca Mondiale eil presidente Obama la nominò consulente speciale per i diritti internazionali delle persone disabilidurante il suo governo. Una volta disse: «La disabilità per me diventa una tragedia solo quando la società non offre ciò di cui abbiamo bisogno per vivere le nostre vite, come opportunità di lavoro, o edifici senza barriere architettoniche». Judy Heumann è scomparsa lo scorso 4 marzoma la sua eredità le sopravvive nell’impegno di tante persone che ancora lottano contro ogni forma di discriminazione e si battono per una vita piena e dignitosa, fuori dai cliché e dai pietismi.