Come cresce il Pil italiano

Secondol’Istat, nel 2022 ilPil italianoha raggiunto i 1.909.154 euro, con un incremento del 6,8% rispetto all’anno precedente: in termini di volume, ècresciuto del 3,7%.A guidare questo aumento è stata soprattutto ladomanda nazionale al netto delle scorte, che ha inciso positivamente per +4,6%. Nello specifico, hanno contribuito i consumi finali nazionali, mentre i fattori della variazione delle scorte e la domanda estera netta hanno inciso negativamente, rispettivamente per -0,4% e -0,5%. Per quanto riguarda iconsumi finali nazionali, la spesa per ibeniè aumentata del2,4%e quella per iservizidell’8,8%. In termini di volume, gli incrementi maggiori sono stati registrati per le spese per alberghi e ristoranti (+26,3%), per ricreazione e cultura (+19,6%) e vestiario e calzature (+14,8%). Le variazioni negative, invece, sono state registrate tra gli alimenti e bevande non alcoliche (-3,7%), istruzione (-1,2%) e servizi sanitari (-0,4%). Sono cresciuti del 9,4% gli investimenti fissi lordi,con aumenti generali su tutte le componenti: investimenti in costruzioni (+11,6%), macchinari e attrezzature (+8,6%), mezzi di trasporto (+8,2%) e prodotti della proprietà intellettuale (+4,5%). Inoltre, sono aumentate anche leesportazioni di beni e servizidel9,4%,mentre le importazioni hanno visto un incremento dell’11,8%. Dal punto di vista dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto complessivo è cresciuto del +3,9%: la crescita maggiore si è registrata nel settore delle costruzioni, con +10,2%; allo stesso tempo, agricoltura, silvicoltura e pesca hanno inciso negativamente per l’1,8% e l’industria per lo 0,1%. Il settore terziario ha visto aumenti in quasi tutti gli ambiti.Il commercio all’ingrosso e al dettaglio, la riparazione di auto e motocicli, trasporti, alberghi e ristorazione sono stati i campi che sono cresciuti di più (+10,4%); a seguire,le attività artistiche, di intrattenimento e divertimento,lariparazione di beni per la casa(con +8,1%), le attività immobiliari (+4,5%), i servizi di informazione e comunicazione (+3,5%). Le unicheattività in calosono state quellefinanziarieeassicurative(-3,2%). La crescita dell’attività produttiva è stata affiancata dall’espansione dell’input di lavoro e dei redditi. Infatti,nel 2022 le unità di lavoro(Ula, ovvero la quantità di lavoro svolto in un anno dall’occupato a tempo pieno, o l’equivalente svolto dai lavoratori a tempo parziale o dalle persone che svolgono un doppio lavoro) sonoaumentate del 3,5%, a sintesi di una crescita del 3,6% per le dipendenti e del 3,2% per le indipendenti. La crescita è stata registrata in quasi tutti i macro-settori: +7,6% nelle costruzioni, +3,9% nei servizi e +1,6% nell’industria in senso stretto. Unico ambito in cui è calata l’occupazione misurata in Ula è stato il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, dove la discesa è stata del 2,1%. Con riferimento airedditi, per quelli dalavorodipendentesi è registrato unaumento del 7%, mentre per le retribuzioni lorde +7,4%. Inoltre, sulle retribuzioni lorde per Ula si è rilevato un incremento del 3,7%, in tutti i settori: + 5,2% per le costruzioni, + 3,7% per l’industria in senso stretto e per i servizi e +3,3% per il settore agricolo. Infine,secondo quanto rilevato daIstatnella statistica sui Conti economici trimestrali, le previsioni circa la variazione acquisita del Pil per il 2023 (quella che, in base alla spinta del 2022, si otterrebbe se tutti i trimestri di quest’anno registrassero una variazione nulla) si aggirano attorno al +0,4%.