Recovery Plan: 5 miliardi per la transizione green

Recovery Plan: 5 miliardi per la transizione green

 

Raffaele Fitto,Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, ha proposto ditrasferire una serie di investimentidel Piano nazionale di ripresa e resilienza sotto il cappello delFondo di coesione, istituito nel 1994 per finanziare progetti a favore dell’ambiente e promuovere lo sviluppo sostenibile nell’Ue. Questo piano di scambio regalerebbe3 anni in piùall’Italia per realizzare tutti i progetti impossibili da portare a termine entro il 2026, data limite entro cui bisogna tassativamenteusufruire dei fondi delPnrr,e contemporaneamente accelerare l’utilizzo dellerisorse destinate alla politica di coesione,da impiegare invece fino al2029. L’intento è quello discongiurare il rischio di non investire i fondi del Pianoa causa dei progetti che faticano a rispettare la tabella di marcia del Governo (per esempio, quelli legati allo sviluppo del Sud), utilizzando in maniera flessibile i Fondi di coesione, inutilizzati. La questione è spinosa. In gioco ci sonooltre 5 miliardidi risorse da assegnare nel 2023nell’ambito della missione delRecovery Plan,dedicata alla transizione green e rivolta a una serie di impegni che dovranno essere gestititi da qui ai prossimi mesi dalMinistero dell’Ambiente e della Sicurezza energeticae dal suodipartimento per il Pnrr,guidato da Fabrizio Penna. Tra i progetti più costosi, il pacchetto di investimenti per lapromozionee losviluppo dell’idrogenonegli ambitihard to abate, termine con cui si indicano i settori industriali particolarmente energivori, come quelli di acciaio, chimica, ceramica o vetro. Sono ambiti in cui si utilizza molto il metano come fonte di energia termica e dove, di conseguenza, èpiù difficile abbattere le emissioni di gas serra. L’impiego dell’idrogeno in questi ambitifavorirebbe la decarbonizzazione,motivo per cui è anche previsto l’avvio di una gara d’appalto finalizzata a sostenere la ricerca e lo sviluppo del processo di produzione dell’acciaio. Già a maggio dello scorso anno,Ursula Von der Leyen, Presidente dellaCommissione europea, annunciava l’intenzione diraddoppiare la produzione annuale di idrogeno verdeattraverso fonti di energia rinnovabile: un progetto che si rafforza grazie allo stanziamento complessivo di2 miliardi di euro, di cui la metà da assegnare già nel 2023. Leggermente inferiore (1,9 miliardi di cui 775 milioni da affidare entro l’anno) è lo stanziamento per sostenere la realizzazione di impianti per laproduzione dibiometano, un gas combustibile che si ottiene a partire dai rifiuti organici urbani e dagli scarti agroindustriali, come escrementi animali, residui della lavorazione del legno o colture agricole. Almeno600 milioni di metricubidovranno essere prodottientro la fine del 2023;2,3miliardi entro il 30 giugno 2026. L’obiettivo è riconvertire e migliorare l’efficienza di tutte le realtà agricole già alimentate a biogas per incentivarne la produzione e utilizzare il biometano in settori inquinanti come l’industria, i trasporti e il riscaldamento. Sempre nell’ambito dellatransizione ecologica, sono previsti stanziamenti più piccoli anche per lapromozione di impianti innovativi(675 milioni) e losviluppo di infrastrutture di ricarica elettrica(276 milioni). Oltre alla creazione di un nuovo paradigma industriale caratterizzato da un minor impatto ambientale, nonché maggiore indipendenza energetica, l’attenzione dei progetti si estende anche allagestione del rischio idrogeologico. Più di un miliardo di euro dovrà essere assegnato entro la fine dell’anno perportare in sicurezza1,5 milioni di persone dalle aree maggiormente colpite da alluvioni e calamità,anche grazie ad appalti pubblici per ripristinare le infrastrutture danneggiate e ridurre il rischio residuo.