Lavoro, la settimana corta è un successo

Lavoro, la settimana corta è un successo

 

Tra giugno e dicembre 2022, diverse aziende del Regno Unito hanno preso parte a quello che è stato definito come “il più grande test della settimana lavorativa di 4 giorni al Mondo”. Il progetto pilota della campagna4 Day Weekha coinvolto61 aziende, per un totale di circa3.000 dipendenti, ed è stato organizzato dalla4 Day Week Globalin collaborazione conAutonomye i ricercatori delBoston Collegeedell’University of Cambridge. Tra giugno e dicembre le aziende si sono organizzate per ridurre o i giorni di lavoro, oppure le ore lavorative settimanali da 40 a 32, garantendo ai dipendenti, però, la stessa retribuzione. Quali sono stati i risultati? 56 aziende (92%) hanno affermato di volercontinuare verso questa direzione anche dopo la fine del progetto– 18 delle quali in maniera definitiva – mentre solamente 3 aziende hanno deciso di eliminare la settimana corta dopo la fine della sperimentazione. A livello economico, non sono state riscontrate perdite nei ricavi, anzi,sono addirittura aumentati dell’1,4%e ledimissioni sono diminuite del 57%. Per quanto riguarda i dipendenti, la maggior parte ha dichiarato di non voler tornare più indietro, anzi, un terzo ha affermato che, per tornare alla settimana lavorativa di 5 giorni,richiederebbe un aumento dello stipendio dal 26% al 50%; mentre l’8% dei dipendenti ha dichiarato che solamente con un aumento superiore del 50% tornerebbe alla situazione precedente. Il 15%, invece, ha affermato che non tornerebbe indietroper nessuna somma di denaro. Il progetto, quindi, è stato un successo: ma quali sono stati i vantaggi legati ai dipendenti? In primo luogo, sono stati registratibenefici legati al sonno, ma ancheallo stress(il 39% ritiene di essere meno stressato), alla salute mentale e alla vita personale. Moltissimi dipendenti, inoltre, hanno dichiarato di aver avuto moltopiù tempo a disposizione da dedicare alla famiglia e ai figli: il tempo che gli uomini hanno dedicato alla cura dei figli è aumentato di oltre il doppio rispetto a quello delle donne, e ciò evidenzia come essa sia una misura che potrebbefavorire la parità di genere. Ovviamente, non tutti sono d’accordo su questa nuova misura: c’è chi sostiene che non sia possibile usufruire della settimana lavorativa corta per tutti i tipi di lavori, è il caso del settore dell’infanzia o dell’assistenza sanitaria, che presentano gravi carenze di personale. Piano piano, la sperimentazione sta prendendo piede anche in altre zone del Pianeta:in Islanda, per esempio,si sperimenta già dal 2015; ma i test sono iniziati anche in Spagna, in Portogallo e in Giappone. E in Italia? LaCisl(Confederazione italiana Sindacati Lavoratori), visto il successo ottenuto nel Regno Unito, ha sottolineato la necessità di provare la settimana lavorativa corta anche nel nostro Paese: «Posto il successo della sperimentazione in Regno Unito, serve un confronto tra le parti sociali. È tempo di regolare il lavoro soprattutto nel settore manifatturiero in modo più sostenibile, libero e produttivo», ha dichiarato Roberto Benaglia, segretario generale dellaFim Cisl(Federazione Italiana Metalmeccanici aderente alla Cisl). Ci sono stati piccoli passi in avanti, soltanto poche aziende hanno iniziato dei test, è il caso diIntesa Sanpaolo. L’azienda, a partire da gennaio 2023, ha proposto ai dipendenti oltre a un’evoluzione del lavoro agile, anche la settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative a parità di retribuzione, su base volontaria.