Fashion Week: Made in Italy, ci piaci sempre di più

Fashion Week: Made in Italy, ci piaci sempre di più

 

È partita laMilanoFashion Week,che durerà fino a lunedì 27 febbraio. I dati che ci vengono forniti per il 2023 sono incoraggianti: si prevede un ulterioreaumento dei ricavi, un’affluenza maggiore dei visitatori stranieririspetto al 2022 (+15%) ma anche italiani (+11%): «C’è voglia di arrivare a Milano» ha dichiarato Carlo Capasa, Presidente dellaCamera Nazionale della Moda Italiana, a sottolineare un’Italia sempre più apprezzata. L’aumento degli arrivi comporta, inevitabilmente, anche una maggiore richiesta di strutture ricettive: sale del 12% l’occupazione di camere e alberghi a Milano, rispetto al 2022. «Per lasettimana moda donnaè previsto un aumento dei visitatori esteri a Milano che apporteranno un indotto dioltre 70 milioni di euro.È un segnale importante che si unisce al ritrovato trend positivo nel turismo e certifica un costante recupero di attrattività del nostro territorio», ha spiegato Marco Barbieri, Segretario Generale diUnione ConfcommercioMilano, Lodi, Monza e Brianza. Per comprendere quanto sia importante ilsettore dellamodanel nostro territorio, l’Area Studi Mediobancaha presentato unreportche fornisce un quadro completo su152 societàdella moda con sede in Italia e con un fatturato superiore a 100 milioni di euro. Si tratta di aziendefondamentali per il Pil italiano,dal momento che registrano un valore aggiunto dell’1,3%. Cosa ne sappiamo? Sono concentrate prevalentemente nelNord Oveste nelNord Estdella Penisola e il settore che “spinge” di più è sicuramente quello dell’abbigliamento, seguito da quello di pelli, cuoio e calzature. Nonostante la crisi pandemica,il settore dell’alta moda ha superato le aspettative: come emerge dal rapporto, nel 2021 si è registrato un incremento dei ricavi del 32,7% rispetto al 2020, superando anche i livelli del 2019. Da sottolineare, la “forza” delle medie imprese italiane che registrano un +6,6% rispetto al 2019. Per quanto riguarda i ricavi, in prima posizione troviamoPrada(con 3,4 miliardi di euro), seguita daLuxottica(3,2 miliardi) eCalzedonia(2,5 miliardi). Mentre sotto il profilo della redditività (capacità di produrre reddito), al primo posto si posizionaFendi. Anche gli investimenti non si sono fermati. Anzi, rispetto al 2020 è emerso un aumento del 46,4%, con un incremento dell’8,9% rispetto ai livelli pre-pandemici del 2019. Dando uno sguardo al2022, i dati preliminari mostrano unaumento dei ricavi del 20%,delle vendite all’estero del 24% e degli investimenti del 35%. Dati più che positivi, considerando lo scenario di crisi pandemica e guerra. Cosa si prevede per il 2023?Sicuramente ci sarà un rallentamento, ma, nonostante ciò, è prevista comunque unaleggera crescita,che si dovrebbe aggirare intorno all’8% rispetto al 2022.A un miglioramento delle vendite contribuirà anche la riapertura della Cina. Si prevede, infatti, un guadagno di circa 90 miliardi. Un ruolo centrale nel settore della moda lo ha avuto ilMade in Italy, che ha saputo imporsi con forza in tutti i mercati, registrando crescita e ricavi importanti. Questo costituisce un tessuto imprenditoriale notevole, con le sue60.000 aziendee i suoi oltre600.000 lavoratori.Moltissime imprese italiane, inoltre, hanno una storia molto lunga: la vera sfida è mantenere inalterati i valori portanti delMade in Italy, qualisostenibilità,creativitàe – soprattutto – laqualità. Non a caso,a trainare il settore sono soprattutto le vendite all’estero(+24% rispetto al 2021). La moda italiana piace sempre di più, proprio per la qualità dei materiali, ma sono necessari degli investimenti per portare avanti quei valori tanto apprezzati: favorire, per esempio, unatransizione digitale, puntare sempre di più sull’e-commercee, infine,investire in formazione e capitale umanoper favorire il ricambio generazionale. Forse è questo il vero punto di forza della nostra economia.