E se sparassimo polvere di luna contro il riscaldamento globale?

 

Spararepolvere di lunanello spazioper deviare i raggi del sole. È la bizzarra idea lanciata da alcuni astrofici per contrastare il surriscaldamento globale. Lo studio,pubblicatosulla rivista ad accesso apertoPlos Climate,è stato finanziato dall’Office of Undergraduate ResearchdellaUniversity of Utah.L’obiettivo è quello di creare unoscudoin grado di garantire un’attenuazione dei raggi solari dell’1,8%, equivalente a circa6 giorni all’anno di Sole oscurato. Il modo più semplice per riuscirci prevede diestrarre tonnellate di granelli di polvere lunareper poi “espellerli balisticamente” dalla superficie del nostro satellite in un punto nello spazio a circa 1,5 milioni di km dalla Terra, vicino al punto diLagrange L1, un punto tra la Terra e il sole dove le forze gravitazionali e centripete sono bilanciate, facendo sì che gli oggetti in quella posizione tendano a restare in equilibrio. «Una parte davvero entusiasmante del nostro studio è stata realizzare che i granelli naturali di polvere lunare hanno le dimensioni e la composizione giuste perdisperdere in modo efficiente laluce solarelontano dalla Terra», ha dichiaratoBen Bromley, astrofisico teorico presso laUniversity of Utahe primo autore della ricerca. Tra le altre opzioni, i ricercatori hanno valutato la possibilità di utilizzare sostanze comepolvere di carboneosale marino, oppure di sparare la polvere lunare dalla Terra, soluzione giudicata più efficace nonostante i costi proibitivi e gli sforzi maggiori richiesti. «È sorprendente contemplare come la polvere lunare, che ha impiegato più di 4 miliardi di anni per generarsi, possa aiutare arallentare l’aumento della temperaturadella Terra, un problema prodotto in meno di 300 anni», ha affermato il coautore dello studioScott Kenyondel Centro di astrofisicaHarvard-Smithsonian. Al momento si tratta, tuttavia, di un’ipotesi digeoingegneria solarelontana dal realizzarsi, come pure quellaavanzatada diversi studiosi sulla possibilità di iniettareaerosol di altre sostanze nella stratosfera, che rischierebbero tuttavia di alterare il delicato termostato della terra conpossibili ricadutesui modelli delle precipitazioni e quindi sull’equilibrio della biosfera. «Non siamo esperti nelcambiamento climatico,o nella scienza missilistica necessaria per spostare la massa da un luogo all’altro. Stiamo solo esplorando diversi tipi di polvere su una varietà di orbite per vedere quanto potrebbe essere efficace questo approccio – ha spiegato Bromley – Non vogliamo mancare un potenziale punto di svolta per un problema così critico».