Consiglio europeo: muri e frontiere anti-migranti i temi dibattuti

L’Italia supporta la richiesta dell’Austria di un sostegno di 2 miliardi di euro da parte dell’Ue per la costruzione diuna barrieraal confine tra Bulgaria e Turchia? «Sosterrò le domande degli altri Paesi, e spero che loro sosterranno le mie», ha dichiarato la Presidente del ConsiglioGiorgia Melonidurante il vertice straordinario del Consiglio europeoche si è svolto giovedì 9 febbraio a Bruxelles, all’interno del Palazzo Europa. E ha aggiunto: «Come Italia chiedo, a esempio, di occuparsi del confine meridionale, che è marittimo e richiede una cura particolare. Penso che siamo d’accordo sul fatto chel’Europa debba gestire l’immigrazione, e negli anni passati non ha agito come pensiamo avrebbe dovuto». I 27 leader dell’Unione europea si sono riuniti per discutere del pieno sostegno sul piano economico, politico, militare, finanziario e umanitario all’Ucraina – con un ospite d’eccezione,il Presidente Volodymyr Zelensky, che nei giorni scorsi è stato a Londra e a Parigi per raccogliere consensi sull’invio di jet da combattimento in vista di un’offensiva russa anticipata, e oggi ha incontrato anche Giorgia Meloni -. Tragli altri temi di cui si discuterà anche domani, economia, imprese europee e, soprattutto,migrazioni. Il Consiglio europeo sta valutando “l’attuazione delle sue precedenti conclusioni relative a un approccio globale alla migrazione in linea con i principi e i valori dell’Ue, incentrato sulcontrollo efficace delle frontiere esterne, sul rafforzamento dell’azione esterna e su aspetti interni”. Si tratta di un tema è tornato in agenda anche per via dell’insistenza di alcuni Paesi, tra cui Austria, Paesi Bassi e Italia. La premier italiana sostiene si tratti diuna sfida europea che, come tale, richiede con urgenza soluzioni europee. «Penso che l’Europa debba controllare i suoi confini esterni e concordo su tutto quello che può aiutare a controllare l’immigrazione illegale», ha dichiarato Meloni. «Per quanto riguarda gli strumenti, dipendono dai confini diversi che abbiamo». I leader,spiegail quotidianoPolitico, non si aspettano di fare molti progressi concreti sulla questione, ma di incoraggiare un lavoro più rapido per affrontare la questione. Il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha esortato l’Ue amettere a disposizione denaro per gli Stati membriper «rafforzare le barriere di confine». Secondo il premier svedese Ulf Kristersson, raggiunto a margine del Consiglio europeo, «non parliamo di barriere, ma di proteggere il confine esterno» dell’Ue con «infrastrutture, equipaggiamento per la sorveglianza». Dettagli che verranno discussi, su cui però Kristersson non ha ancora «commenti specifici». Di un altro avviso è l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell, per cui «la “fortezza Europa” non è la soluzione». Il primo ministro belgaAlexander De Crooha dichiarato che non si tratta di «un semplice dibattito sulle barriere», perché per difendere le frontiere esterne dell’Europa non bastano solo le infrastrutture fisiche, ma è necessario prevedere anche campagne di dissuasione e sicurezza sufficiente al confine: «Se vogliamo che l’area Schengen sopravviva, dobbiamo assicurarci che se le persone si registrino da qualche parte in Europa e ci sia una migliore distribuzione dopo. […]È inaccettabile per Paesi come il Belgio e i Paesi Bassi ad assumersi una quota sproporzionata del lavoro, e non c’è solidarietà da parte di altri paesi europei». Il 26 gennaio Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, ha inviato una lettera al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, chiedendo di ritirareil tanto contestatodecreto Ong: «Il governo italiano deve considerare la possibilità di ritirare il decreto legge», oppure adottare durante il dibattito parlamentare tutte le modifiche necessarie «per assicurare che il testo sia pienamente conforme agli obblighi del Paese in materia di diritti umani e di diritto internazionale». In una lettera di risposta, il governo italiano ha definito infondati i timori espressi per le conseguenze che il decreto sulle Ong potrebbe avere sulla capacità di salvare vite nel Mediterraneo e sulle persone salvate. Nelle stesse ore in cui Mijatovic chiedeva il ritiro del decreto legge sulle Ong, la presidente della Commissione europeaUrsula Von der Leyeninviava una lettera ai 27 dell’Ue proprio in vista del Consiglio europeo straordinario che si terrà anche domani, 10 febbraio. Tra le aree d’intervento identificate, al primo punto Von der Leyen ha proposto una “mobilitazione dei fondi Ue persupportare gli Stati membri arafforzare le capacità e le infrastrutture di controllo delle frontiere”.