Lo Sprecometro ci insegna a non buttare il cibo

Lo Sprecometro ci insegna a non buttare il cibo

 

In questo periodo dell’anno si parla tantissimo dicibo. Sarà perché San Valentino e le cene romantiche sono alle porte o perché oggi, 5 febbraio, è lagiornata nazionale contro lo spreco alimentare, istituita nel 2015 quandol’agro-economista Andrea Segrè decise di indurre le persone a riflettere su uno dei problemi più urgenti della nostra società. L’OsservatorioWaste Watcher International, infatti, ha stimato che,a settimana, ciascun italiano getta nellaspazzaturauna media di 595,3 gr di alimenti, dei quali la frutta fresca è il più gettonato, con una media di 25,5 gr, seguito da insalata (21,4 gr), pane fresco (20 gr), altre verdure (19,5 gr), aglio, tuberi e cipolla (18,7 gr). Eppure,non molte persone sono davvero consapevoli della gravità del gestodel buttare via qualcosa che, per qualche motivo, non si può consumare. “È scaduto”, “Va a male perché era conservato in frigo e si è deteriorato nel trasporto”, “I cibi venduti sono già vecchi”, “Calcolo male le cose che servono”, “Ho paura di non avere abbastanza cibo a casa” sono alcune dellerisposte al sondaggio effettuato dall’Osservatorio nel 2022Waste Watcher Internationale riportate nel libro di Andrea Segrè,L’insostenibile pesantezza dello spreco alimentare, rispetto allemotivazioni che portano le persone asprecare. Anche se per provare a invertire la tendenza esistono strategie di prevenzione, tra le qualifare meglio la lista della spesa, organizzare il frigorifero e la dispensa e programmare gli acquisti(frequentemente i freschi, periodicamente quelli a lunga scadenza), a molte persone serve toccare con mano il proprio impatto ambientale e, perché no,vedere anche quanti soldi si perdono quando si butta via il cibo. Ecco quindi che arriva in soccorso loSprecometro, un’applicazione ideata e sviluppata dall’Osservatorio Waste Watcher, insieme alDipartimento di Scienze Tecnologiche Agro-Alimentari dell’Università di BolognaeLast Minute Market, che ha come obiettivo ilgenerare consapevolezza e conoscenze per indirizzare le scelte individuali. Grazie all’app si puòtenere traccia di tutti i grammi diciboche si buttano via(per un motivo o per l’altro, a casa, in mensa, al ristorante o altrove)ai quali equivalgono, in euro, i soldi che se ne vanno insieme all’alimento, in kg e km percorsi da un’auto la quantità di CO2 generata, in bottiglie d’acqua da 0.5 l e M3 l’acqua sperperata. Non manca nemmeno il focus sull’informazione: sulla dashboard vengono infatti proposticontenuti educativi, giochi e schede informativevolti a migliorare l’approccio con il cibo e ad adottare comportamenti alimentari sani e bilanciati. Sul proprio diario dello spreco si possono monitorare i progressie, soprattutto,fissare traguardi di riduzione in linea con l’agenda Onu per lo Sviluppo Sostenibilee l’obiettivo didimezzare lo spreco alimentare entro il 2030. Ad ogni attività svolta e per ogni variazione dello spreco nel tempo vengono assegnati dei punteggi, grazie ai quali ci si può confrontare con altri utenti in modo da vincere sinergicamente la sfida del non sprecare. Lottare contro lo spreco può diventare così un gesto virtuale, ma molto, molto più reale di ciò che sembra.