Per le aziende italiane la sostenibilità è importante, anche per il business. Ma nonostante ciò,più della metà non investe sul “green”.Non solo: quasi il90% ritiene che puntare sulla sostenibilità ambientale sia costosoe che manchino le competenze per agire in modo efficace. È quanto emerge dai risultati del rapporto del primo Osservatorio sullaClean Technologyrealizzato daInnovatec:Sostenibilità ambientale, efficienza energetica ed economia circolare nelle aziende italiane. I dati raccolti raccontano come il70%delle imprese dello Stivale sia convinto che lasostenibilitàsia qualcosa chepuò aiutare, oltre l’ambiente, amigliorare anche gli affari: eppure solo il 45% ha investito in tal senso e l’83% non ha un piano industriale che integri gli obiettivi green. Chi investe però riconosce di averevantaggi sia economici (55%)chereputazionali (45%).Le aziende lamentano anche (almeno il 41%) difficoltà ad accedere ai fondi relativi del Pnrr. Secondo Elio Catania, Presidente diInnovatec, «le imprese italiane sono consapevoli che la transizione ambientale richiede un intervento strutturale, un ridisegno dei processi aziendali, investimenti significativi e soprattutto competenze che oggi mancano. Servono soluzioni end to end, chiavi in mano, per aiutare gli imprenditori nella realizzazione di questo percorso». Le stesse ditte indicano infatti, secondo quanto raccolto dall’istituto di ricercaEumetratramite sondaggi, una “mancanza di competenza, costi delle materie prime in aumento,investimenti green considerati troppo onerosied eccessiva burocrazia” come principali barriere agli investimenti nel settore. «Questo primoOsservatorio sulla Clean Technology- aggiunge Catania – ci ha confermato che gli imprenditori e le imprese italiane sono perfettamenteconsci che latransizioneenergetica e ambientale sia l’unica rispostaalle sfide di business di oggi e del futuro. Allo stesso tempo sono altrettanto consapevoli che ciò richiede un intervento strutturale, unridisegno dei processi aziendali,investimenti significativi e soprattutto competenze che oggi mancano nella stragrande maggioranza delle imprese intervistate».
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