Salviamo Firenze dalla “turistificazione”

Salviamo Firenze dalla “turistificazione”

 

“I ricchi del mondo stanno comprando Firenze. Firenze si organizza”. È lo slogan delReferendum Salviamo Firenze, una raccolta firme lanciata il 14 gennaio pertutelare il capoluogo toscanodal far west del mercato immobiliare e dalla“turistificazione”selvaggia. «La cittadinanza assiste da anni a un processo di svuotamento di Firenze, con grandi realtà private pronte a comprarsi un pezzo di città alla volta», spiegano i promotori dell’iniziativa, tra cui le associazioniFirenze città apertaeLa comunità delle piagge. «La conseguenza di medio periodo – aggiungono – è l’espulsione progressiva della residenza da ampi pezzi di città e lo scivolamento versouna città esclusiva in cui sarà sempre più difficile vivere lavorare, studiare». Gliappartamenti di lussohanno raggiunto circa10.000 euro al metro quadro, spiegano le associazioni, con conseguenteaumento dei prezzi anche nelle aree circostanti,mentre glistudentati di lusso(circa 2.000 euro al mese) svolgono sempre di più il ruolo dialberghi, godendo di una serie di condizioni di favore. Oggi, 18.000 famiglie farebbero fatica a trovare una casa in affitto, per non parlare delle difficoltà per glistudentifuori sede. Tutto questo, sottolineano i promotori, in una città in cui si arriva ad avere800 case popolari vuote e non assegnate. «Questo mercato è rivolto auna platea internazionale di persone ricche– spiegano gli attivisti delle Piagge, quartiere della frazione di Brozzi, nella periferia ovest di Firenze – che scelgono di mandare per qualche mese di vacanza/studio le figlie e i figli, o si prendono una seconda/terza/quarta casa per le vacanze». Per far fronte a questo scenario, sono stati elaborati2 quesiti referendarirelativi al regolamento urbanistico:in primo luogo, si propone l’abolizione della norma che favorisce gli studentati di lusso,permettendogli di svolgere anche attività alberghiera per un periodo extra (in aggiunta alla quota del 49% di attività alberghiera resa possibile dalla normativa nazionale). Parallelamente, si chiede diabolire la norma che consente agli immobiliprima adibiti a servizi pubblicidi passare senza pianificazioneurbanisticaalladestinazione direzionale, in cui rientrano anche gli studentati. Questo «non è un referendum come gli altri – concludono i promotori – ma una possibilità per prendere parola sulla nostra città e rompere il silenzio».