Diritti

Philip Morris e Oms si scontrano sui vaporizzatori

La compagnia statunitense sta cercando di ostacolare gli sforzi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di frenare il consumo di sigarette elettroniche, a tabacco riscaldato e prodotti simili
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Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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16 ottobre 2023 Aggiornato alle 13:00

Philip Morris International, una delle maggiori aziende produttrici di tabacco al mondo, nota per le sigarette Marlboro, sta tentando di impedire il divieto di vaporizzatori, sigarette elettroniche e prodotti simili che si sta diffondendo in diversi Paesi, mentre l’Oms mette in guardia sul loro utilizzo.

In una mail visionata dal Guardian, il vicepresidente senior per gli affari esteri di Pmi Grégoire Verdeaux si è rivolto allo staff in vista della Conferenza dell’Oms sul controllo del tabacco che si terrà dal 20 al 25 novembre 2023 a Panama, in cui si discuterà di una possibile regolamentazione, e relativa tassazione, dei prodotti senza combustione di tabacco. “L’ordine del giorno e i documenti della riunione sono stati resi pubblici per la maggior parte - ha scritto Verdeaux - Sfortunatamente hanno riconfermato ogni nostra preoccupazione che questa conferenza potesse rimanere la più grande occasione mancata nella storia del controllo del tabacco… L’agenda dell’Oms non è altro che un attacco sistematico, metodico e proibizionista ai prodotti senza fumo”.

Per questo motivo, “ogni Paese, indipendentemente dalle sue dimensioni, è importante” e Verdeaux si è detto pronto “a mettere in campo qualsiasi collegamento, qualsiasi vantaggio, sia politico che tecnico, compresi quelli dei nostri partner commerciali locali” che spesso sono “fondamentali nei nostri mercati più piccoli”. Ha anche scritto che si recherà a Panama (anche se le aziende produttrici non sono invitate al Convegno dell’Oms) “per denunciare pubblicamente l’assurdità di esserne esclusi” mentre Philip Morris International è “senza dubbio il partner privato più utile che l’Oms possa avere nella lotta contro il fumo”.

In tutto il mondo un numero crescente di Paesi sta regolamentando l’uso dei prodotti senza combustione: l’Australia, per esempio, ha vietato lo svapo senza prescrizione medica, la Germania ha proibito le sigarette elettroniche aromatizzate e la Nuova Zelanda ha vietato la maggior parte dei vaporizzatori usa e getta. L’ultima ad aver annunciato che metterà al bando tutte le sigarette elettroniche usa e getta è stata la Francia. La scorsa settimana, riferisce il Financial Times, il Regno Unito ha avviato una consultazione per limitare la vendita di vaporizzatori, poiché entrambi i principali partiti politici sostengono l’imposizione di regole molto più severe sulla vendita di sigarette elettroniche usa e getta che sono divenute molto popolari tra i minorenni.

Nel 2016 l’azienda ha annunciato di volersi allontanare dalle sigarette e si è posta l’obiettivo di sostituirle con prodotti a tabacco riscaldato, vaporizzatori e sacchetti con sali di nicotina (da mettere sotto le labbra, l’assorbimento della sostanza avviene attraverso la saliva). Man mano che i governi inasprivano le normative sulle sigarette, Philip Morris International si concentrava su un nuovo mercato tutto da scoprire. Nel 2022, grazie alla vendita di tabacco riscaldato e sigarette elettroniche, l’azienda ha ricavato 10,19 miliardi di dollari. Nonostante abbia spedito 621 miliardi di sigarette, circa un terzo dei ricavi derivava dai prodotti senza combustione, mentre il volume dei prodotti a tabacco combustibile è diminuito del 27%. L’azienda offre “una valida alternativa alla sigaretta”, spiega sul sito web, attraverso i suoi marchi di vaporizzatori e tabacco riscaldato, tra cui IQOS, Bonds, Veev e il nuovo arrivato nel Regno Unito (e primo dispositivo usa e getta), il Veeba.

A fine settembre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato linee guida e kit scolastici “per aiutare a proteggere la salute dei bambini” in vista del rientro in classe degli studenti di molti Paesi. L’industria del tabacco, scrive l’Oms, “prende di mira incessantemente i giovani con prodotti a base di tabacco e nicotina, con conseguente aumento dell’uso di sigarette elettroniche e 9 fumatori su 10 iniziano prima dei 18 anni”. I prodotti, denunciano, “sono stati anche resi più accessibili per i giovani attraverso la vendita di sigarette monouso ed elettroniche, che in genere non contengono avvertenze sulla salute”.

Da tempo l’Oms avverte sugli effetti nocivi delle sigarette elettroniche, dei vaporizzatori e di tutti i prodotti che non prevedono la combustione del tabacco, che in genere contengono “additivi, aromi e sostanze chimiche che possono essere tossici per la salute delle persone”.

Se, da una parte, una delle più grandi aziende produttrici di sigarette e tabacco sta tentando di convincere l’Oms (e il mondo intero) delle sue buone intenzioni e dell’utilità dei prodotti senza combustione, che aiuterebbero a smettere di fumare, dall’altra l’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che quei prodotti spingono le persone a iniziare a fumare prima, aspirando sostanze potenzialmente nocive.

Secondo Verdeaux, senza “risultati ragionevoli e costruttivi l’Oms avrà compromesso in modo irreversibile l’opportunità storica per la salute pubblica rappresentata dal riconoscimento che i prodotti senza combustione, adeguatamente regolamentati, possono accelerare il declino dei tassi di fumo più velocemente del controllo del tabacco nel suo complesso”.

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