Ambiente

Il plogging è sempre più di moda

Nata in Svezia nel 2016, la disciplina sportiva che unisce jogging e tutela ambientale, promuovendo la raccolta dei rifiuti che si incontrano lungo il percorso, sta prendendo piede in diversi Paesi
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2 ottobre 2023 Aggiornato alle 20:00

Non conosce freni la diffusione del plogging, un particolare tipo di sport che coniuga l’attività fisica con la salvaguardia dell’ambiente.

Praticato all’aperto, principalmente nei boschi o nei parchi, consiste nell’unire il jogging e altri esercizi fisici con la contemporanea raccolta dei rifiuti che si incontrano lungo il percorso. In questo modo il benessere derivato dell’attività fisica si va a coniugare con la tutela dell’ambiente in cui si vive.

Con questo spirito anche quest’anno è tornato il Campionato Mondiale di plogging, che si è svolto a Genova nel week-end tra il 29 settembre e il 1 ottobre, con la partecipazione di 100 atleti e atlete provenienti da 15 nazioni, che hanno gareggiato rispettando i regolamenti di questa nuova disciplina.

«Correre in un ambiente naturale permette di apprezzare fino in fondo la bellezza dell’ambiente che ci circonda, che sempre più rischia di essere messo in crisi dalla pressione dell’uomo, delle sue attività e della sua disattenzione. La cosa più semplice per preservarlo è cercare di lasciare i sentieri, le strade e i luoghi che attraversiamo puliti e di raccogliere ciò che incontriamo abbandonato da altri. Questo è lo spirito, il sentimento che ha mosso all’azione centinaia di atleti da tutto il mondo che negli scorsi mesi si sono contesi un pettorale per le finali del terzo Campionato Mondiale di plogging e che sono pronti a sfidarsi qui, a Genova», ha affermato Roberto Cavallo, direttore di gara e organizzatore della manifestazione.

Il Campionato, giunto alla terza edizione, prevede ogni anno una gara dove i partecipanti devono raccogliere lungo il percorso i vari tipi di rifiuti, per poi essere valutati secondo diversi parametri dai giudici di gara.

In base al materiale raccolto, sia a livello di quantità che di qualità, vengono conferiti i premi.

Lo scopo è quello di fare luce sulla tutela dell’ecosistema e sul quantitativo di CO2 non emesso in atmosfera grazie al riciclo dei materiali abbandonati, dalla plastica fino agli elettrodomestici.

«Credo che ospitare le finali del Campionato mondiale di plogging a Genova, Capitale europea dello Sport 2024, sia un’opportunità unica per il nostro territorio. Grazie a questa competizione migliaia di cittadini liguri, tra cui molti giovani, possono conoscere da vicino e per la prima volta questa pratica virtuosa, capace di unire all’attività fisica la salvaguardia dell’ambiente, promuovere stili di vita consapevoli e sviluppare appieno il potenziale educativo dello sport», ha sottolineato l’assessore allo Sport e alle politiche giovanili della Regione Liguria Simona Ferro.

Questo disciplina sportiva è nata nel 2016 grazie al cittadino svedese Erik Ahlstrom, che durante le sue attività fisiche aveva iniziato raccogliere la spazzatura durante le corse quotidiane nei parchi e nei boschi di Stoccolma.

Essendo ambientalista e sportivo, aveva successivamente creato il nuovo termine formato dalla parola svedese “plocka upp” che vuol dire “raccogliere” unendola a quella inglese di “jogging”.

Da quell’anno il plogging ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo contagiando numerosi nazioni, dagli Stati Uniti ai Paesi europei, fino all’India e all’Australia, con regolari eventi e manifestazioni sportive.

I benefici della disciplina non riguardano solo la tutela ambientale, ma anche il benessere fisico, essendo un ottimo esercizio antistress.

Infatti, durante l’attività il battito cardiaco viene accelerato provocando il rilascio delle endorfine. Inoltre, il plogging tonifica i vari muscoli del corpo e fa dimagrire. Una mezz’ora di plogging, con anche la raccolta di rifiuti, porta a consumare fino a 288 calorie.

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