Ambiente

Thich Nhat Hanh e la Madre Terra

Il monaco buddista ha abbinato all’impegno sociale un’intensa attività letteraria. Tra i circa 100 libri che portano la sua firma figura anche un prontuario di “mindufulness ecologica”
Credit: Plumvillage.org
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15 settembre 2023 Aggiornato alle 12:00

“Apostolo della pace e della non violenza”, così Martin Luther King definì nel 1967 Thich Nhat Hanh proponendolo come candidato per il premio Nobel della Pace.

Nato a Huế nel Vietnam centrale nel 1926, Thich Nhat Hanh è stato tra i primi a diffondere il buddismo e la via della consapevolezza in Occidente.

Entrato all’età di sedici anni nel tempio di Tu Hieu, (nella città di Hue) e ordinato monaco nei primi anni 50 del XX secolo, studiò letteratura e scienze naturali presso l’Università di Saigon e fu uno dei promotori della modernizzazione del buddismo che con lui divenne “impegnato”, ovvero non solo contemplativo, ma concretamente attivo.

Durante la Guerra in Vietnam, per esempio, fu tra i pochi monaci a dare sostegno sul campo alle vittime dei bombardamenti.

Da allora Thich Nhat Hanh dedicò la sua intera esistenza all’opera di trasformazione interiore per il bene della società.

Docente universitario a partire dal 1961, insegnò religioni comparate negli Stati Uniti, alla Princeton University e alla Columbia University.

Nel 1964, supportato da una rete capillare di 10.000 volontari, fondò a Ho Chi Minh (all’epoca Saigon) la School of Youth and Social Service, un’organizzazione umanitaria basata sui principi buddhisti della non-violenza.

Nel 1966, diede vita anche alla comunità dell’Interessere, basata su una moderna interpretazione dei tradizionali precetti buddhisti e ricevette dal Maestro Chan That “la Lampada”, ovvero il passaggio di testimone nella guida della pratica buddhista.

Nei suoi pellegrinaggi in Europa e negli Usa invocò con impegno la fine delle ostilità in Vietnam, una presa di posizione che gli costò l’esilio per ben 39 anni.

Nonostante ciò il grande “Thay” (“maestro” in vietnamita) continuò a professare il suo messaggio di pace e fratellanza universale fino a guidare, nel 1969, la delegazione buddhista ai Colloqui di Pace di Parigi.

Negli anni Settanta tornò all’insegnamento all’Università della Sorbona di Parigi, mentre nel 1982 fondò a Bordeaux la Comunità Internazionale Plum Village il più grande monastero buddista d’Europa.

Il 22 gennaio 2022 Thich Nhat Hanh è morto, o come egli avrebbe preferito dire, ha cambiato forma lasciando in eredità una collezione di circa 100 libri che coprono una vasta gamma di argomenti, tra cui la consapevolezza, la meditazione, la pace interiore, la compassione e la saggezza buddhista.

Tra questi il più celebre è con ogni probabilità Il miracolo della presenza mentale.

Pubblicato per la prima volta nel 1975 e in Italia da Ubaldini editore, è considerato una pietra miliare della letteratura buddhista.

Tra le pubblicazioni più recenti spicca invece Lettera d’amore per la Madre Terra. Edito nel 2013 (nel nostro Paese da Garzanti) è di fatto un manifesto spirituale in difesa del nostro Pianeta nel quale l’autore non si limita a sottolineare quella che dovrebbe essere la banale interconnessione tra tutti gli esseri viventi, ma invita i lettori a considerare l’ambiente come una genitrice premurosa che nutre e sostiene ogni forma di vita.

“La Terra – scrive – non è una persona, eppure è certamente una madre che ha dato vita a miliardi di specie differenti, inclusa quella umana. La Madre Terra ci ha condotto alla vita fornendo tutte le condizioni per la nostra sopravvivenza. Nel corso di eoni ha sviluppato un ambiente attraverso il quale gli umani hanno potuto manifestarsi e prosperare. Ha creato un’atmosfera protettiva, con aria che possiamo respirare, cibo abbondante per nutrirci e acqua limpida da bere. Essa ci cura e protegge costantemente. È dunque chiaro che è nostra madre e la madre di tutti gli esseri”.

Lettera d’amore per la Madre Terra è in sostanza un prontuario di “mindufulness ecologica” volta a rafforzare il nostro profondo legame con la natura anche attraverso pratiche meditative che il Maestro vietnamita conduceva sia da seduto che camminando.

Nulla di complicato, s’intenda, è sufficiente concentrarsi sul respiro e sui passi che compiamo perché quando ciò accade, sostiene il celebre monaco, possiamo vedere più chiaramente la bellezza della Terra che ci circonda. “La pratica della mindfulness – sottolineava Thich Nhat Hanh – ci aiuta a toccare la Madre Terra all’interno del nostro corpo”.

Il Pianeta sul quale ci muoviamo è dunque la nostra casa, l’astronave a bordo della quale viaggiamo attorno al Sole a oltre 10.000 chilometri orari, ma anche un “organismo” che si è generato in un punto preciso di un universo sconfinato con un obiettivo inequivocabile: generare e perpetuare la vita.

Per Thich Nath Hanh è dunque necessario superare i concetti di “ambiente” e “tutela”, che tendono a oggettivare il rapporto uomo-natura quasi le parti fossero tra loro entità separate.

Quel che occorre, non è dunque l’azione, ma la riconnessione con la natura. È infatti a causa di questa separazione, del dominio incontrastato della mente sulle cose, che l’uomo è diventato miope al punto di considerare legittimo abusare delle risorse che gli sono state donate e ritenere plausibile non subire gli effetti della devastazione di cui è causa.

“Non possiamo indugiare oltre per ripristinare il nostro rapporto con la Terra – spiega l’autore – perché in questo momento la Terra e chiunque sulla Terra è in grave pericolo. Quando una società è sopraffatta dall’avidità e dall’orgoglio, ne conseguono violenza e inutili devastazioni. Quando perpetriamo atti di violenza verso la nostra o altre specie, siamo violenti nei nostri stessi confronti. Quando impareremo a proteggere tutti gli esseri viventi, impareremo a proteggere noi stessi. È necessaria una rivoluzione spirituale per fronteggiare le sfide ambientali che ci si pongono innanzi”.

Lettera d’amore per la Madre Terra è un libretto tanto agile quanto intenso, all’interno del quale Thich Nath Hanh ha voluto inserire anche dieci toccante missive indirizzate al nostro pianeta. Vere e proprie attestazioni di gratitudine, quel sentimento profondo che molti di noi sembrano purtroppo aver dimenticato.

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