Economia

Il caro affitti torna a pesare sugli universitari

Secondo uno studio realizzato da Immobiliare.it sono aumentati i costi per stanze, immobili e utenze in molte città italiane, con conseguenze sempre più difficili da gestire per gli studenti
Credit: Jon Eric
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23 settembre 2023 Aggiornato alle 20:00

In autunno ricominciano lezioni ed esami universitari. Impegni ai quali per molti studenti si aggiunge la ricerca frenetica di una stanza o un appartamento spesso in condivisione, a cifre il più possibile contenute.

Il rapporto dell’Osservatorio Talents Venture evidenzia come negli ultimi cinque anni gli studenti fuori sede siano aumentati a un tasso medio annuo del 2,7%. Il 20% delle ragazze e dei ragazzi del centro Italia e il 32% dei giovani provenienti dal Sud decide di studiare lontano dal proprio luogo di nascita.

Anche il Gruppo cdp ha stilato un report simile, dal quale è emerso che gli studenti iscritti ad atenei situati al di fuori della propria residenza sono 830.000. Le regioni con maggior concentrazione di fuori sede e giovani lavoratori sono Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna, le stesse i cui capoluoghi sono tra le città italiane più interessate dai rincari degli affitti e dal costo delle utenze molto elevato.

L’ultima analisi di Immobiliare.it mostra un mercato a tratti disomogeneo. Milano, Bologna e Roma sono in vetta alla classifica per quanto riguarda la quota di locazione da versare per le stanze singole. Se la prima risulta anche quella in cui vivere è più dispendioso, la seconda sorpassa la capitale dove la richiesta risulta diminuita (anche se di poco) soprattutto per una questione logistica: la funzionalità dei mezzi di trasporto arranca e i giovani sentono sempre più il bisogno di alloggiare in zone dove riescono facilmente a raggiungere l’università, la propria abitazione e altri luoghi di ritrovo. Il capoluogo emiliano, infatti, è stato considerato nel 2022 il migliore per la qualità della vita molto alta.

La situazione invece cambia se si prendono in esame gli affitti di due posti letto in un unico ambiente: Milano rimane in cima alla graduatoria, seguita da Roma e poi Napoli, che invece non risulta tra le prime 10 città maggiormente costose riguardo l’offerta di una sola camera.

Prendendo in considerazione l’arco temporale dal 2019 a oggi, tra i territori urbani soggetti a forti innalzamenti dei prezzi degli immobili, e non solo di stanze singole o doppie, rientrano con percentuali abbastanza elevate anche le zone di “seconda fascia“, considerate tali per il numero di abitanti inferiori alle grandi città. All’interno di questa categoria vi sono a esempio, Bari (+ 29%), Bergamo (+49%), Brescia (+75%), Latina (+68%), viste ora come una valida soluzione abitativa grazie anche a piani di studio universitari che sempre più spesso riescono a soddisfare le richieste degli studenti.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per far fronte al problema del caro affitti per gli universitari, conferma di voler realizzare 52.500 posti letto destinati alle studentesse e agli studenti entro il 2026.

La strada però è ancora lunga e attualmente lo scenario continua a essere tortuoso perché crescono di pari passo domanda e offerta senza un reale equilibrio che potrebbe rallentare l’aumento degli affitti e delle utenze.

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