Cina: polemiche per il trend “easy-to-get-married”

Trucco pastello e abiti modesti: la moda easy-to-get-married o, in lingua cinese, hao jia feng, sta guadagnando molta popolarità sulle piattaforme di social media nella Cina continentale. Si tratta di uno stile che incoraggia le donne a vestirsi e comportarsi seguendo linee guida che le rendano “adatte al matrimonio”, in un Paese che sta lottando contro una crisi demografica senza precedenti, dove molti giovani rinunciano alle nozze e ai figli.
A giugno 2023 i dati diffusi dal ministero degli Affari Civili cinese hanno mostrato che il numero di coppie che si sono sposate nel 2022 è diminuito di circa 800.000 rispetto al 2021, battendo il minimo storico di quell’anno. Nel 2013 la cifra registrata era stata 13,5 milioni. Secondo l’istituito di ricerca governativo China Population and Development Research Center il tasso di fertilità è sceso al minimo storico: 1,09 nel 2022. Si tratta del più basso di qualsiasi Paese con una popolazione superiore a 100 milioni.
Dopo l’abolizione della “politica del figlio unico”, che fino al 2016 ha costretto le coppie sposate ad avere un solo erede, il Governo sta promuovendo una serie di iniziative volte a incoraggiare le nascite e a costruire una famiglia appena possibile. Di recente, per esempio, l’amministrazione della contea di Changshan, nella provincia orientale di Zhejiang, ha offerto bonus alle giovani donne che si sposano entro i 25 anni per promuovere “il matrimonio adatto all’età e la gravidanza”: una ricompensa di 1.000 yuan (127 euro, circa). A marzo la città di Guixi, da circa 640.000 abitanti, ha lanciato un’app che utilizza i dati dei singoli residenti per costruire una piattaforma per organizzare appuntamenti al buio.
Ora, alcune influencer hanno lanciato una nuova moda online: rendersi più attraenti per i potenziali mariti. Il modello da seguire è uno dei personaggi femminili protagonisti di Brilliant Girls, una serie tv del 2021 che racconta la storia di 5 donne. Una di loro, Dai Xixi, interpretata dall’attrice Song Yi, vuole sposarsi il più rapidamente possibile. Già all’epoca la star era stata tempestata da commenti negativi per aver condiviso sul social cinese Weibo un post che raccoglieva una serie di outfit del suo personaggio per promuovere la serie tv: gli utenti le avevano fatto notare che quell’abbigliamento suggeriva l’idea sbagliata per cui vestirsi serva esclusivamente a compiacere gli uomini e l’unica opzione per le donne sia sposarsi.
Secondo l’organizzazione giapponese Women’s Action Network, che promuove una società basata sulla parità di genere, la tendenza ha radici anche nella cultura della moda giapponese, in particolare nello stile Mote-kei, che “predilige la femminilità, riflettendo la dolcezza e l’innocenza delle donne più che il sex appeal”. In poche parole: la loro idoneità al matrimonio. Il South China Morning Post la descrive come una moda caratterizzata da abiti di media lunghezza, morbidi, coprenti, maglieria comoda e cappotti in vivaci tonalità color carne, spesso decorati con volant e fiocchi.
Su Weibo le utenti hanno nuovamente attaccato il trend easy-to-get-married con l’hashtag “L’idoneità a essere una moglie non è un complimento, è un’offesa”, che secondo il Guardian avrebbe raccolto decine di milioni di engagement. Contemporaneamente, alcune utenti hanno dato il via a una controtendenza, il difficult to marry style. Tradotto: difficile da sposare.
Una utente ha commentato: “Amo fare esercizio fisico, shopping e sono una super femminista che ama discutere”. “Quando gli uomini considereranno ’suitable to be a son in law’ (adatto a diventare genero, ndr) come un complimento, allora potremo parlare”, ha scritto un’altra. E ancora: “Agli occhi di alcuni uomini, sembra che esistano solo due tipi di donne: una adatta al divertimento e l’altra adatta a essere una moglie”. “Sono così felice da sola. Super felice! Sii una ragazza difficile da sposare, sensibile, egoista, che ama se stessa.”
Tradizionalmente, le donne in Cina sono viste come le principali responsabili della cura dei figli e della propria famiglia. Ma, mentre la presa di coscienza del #MeToo cinese prosegue a fasi alterne, una fetta sempre più crescente si rifiuta di compiacere l’etica maschile e di lasciarsi guidare dai principi del matrimonio e del romanticismo.
Le donne in Cina stanno rivendicando i propri diritti e le proprie libertà, tirando in ballo i costi troppo elevati previsti per la cura della prole, il rischio di dover abbandonare il lavoro e interrompere una carriera lavorativa, e il rifiuto del matrimonio. E si sta diffondendo, così, una nuova tendenza: ribellarsi ai tradizionali ruoli di genere imposti dalla società cinese, al sessismo e alle molestie.