Crisi climatica: l’Ue va a caccia di strategie per catturare la CO2

- Indice dei contenuti
- Una questione urgente ma divisiva
- Cop28 e strategie di decarbonizzazione
Il prossimo commissario europeo per il clima avrà un compito cruciale: esplorare le tecniche di cattura e stoccaggio del carbonio come strategia-chiave per affrontare il riscaldamento globale.
Una decisione arrivata in un momento complesso in cui i Paesi dell’Unione stanno discutendo se concedere o meno le concessioni per questa controversa tecnologia durante i prossimi negoziati delle Nazioni Unite per ridurre l’uso dei combustibili fossili.
Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha scritto una lettera a Wopke Hoekstra, il candidato olandese al ruolo di commissario europeo per il Clima, sottolineando la necessità di intensificare gli sforzi e presentare una strategia ambiziosa e lungimirante per la cattura del carbonio.
Hoekstra, ex ministro degli Esteri olandese, dovrebbe assumere la sua posizione a ottobre, sostituendo Frans Timmermans, e la sua responsabilità principale sarà quella di sovraintendere le discussioni sull’obiettivo di riduzione delle emissioni dell’Ue entro il 2024.
In tal senso, il comitato scientifico consultivo europeo sui cambiamenti climatici ha già espresso la propria opinione, raccomandando una riduzione delle emissioni in tutta la comunità del 90-95% rispetto ai dati del 1990 entro il 2040.
Una questione urgente ma divisiva
Ma un fronte comune sembra improbabile. Infatti, i Paesi membri sono già profondamente divisi sulla questione dell’aggiornamento dell’impegno del blocco per ridurre le emissioni dal 55% al 57% entro il 2030, e questo divario riflette le tensioni esistenti tra gli Stati membri sull’urgenza e l’entità delle azioni necessarie per affrontare la crisi climatica.
Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici ha però chiaramente affermato che per evitare cambiamenti irreversibili e mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C le emissioni globali devono essere ridotte del 45% entro il 2030. E, in questo senso, la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio sono considerati una soluzione possibile, sebbene la tecnologia non sia ancora testata su larga scala.
Da canto suo, l’Unione europea ha delineato un quadro per l’uso della tecnologia di rimozione delle emissioni di CO2 lo scorso novembre, ed entro la fine di quest’anno prevede di pubblicare una tabella di marcia per spiegare come essa possa essere implementata nei settori industriali pesanti come la produzione di acciaio e cemento.
Tuttavia, non mancano le preoccupazioni: alcuni esperti, infatti, ritengono che questa tecnologia possa essere usata come scusa dai principali inquinatori per evitare di ridurre la produzione di gas serra.
Un altro funzionario dell’Ue ha sottolineato che la cattura del carbonio dovrebbe essere considerata solo per le industrie pesanti che sono particolarmente difficili da decarbonizzare e non dovrebbe sostituire alternative a basso costo di mitigazione delle emissioni.
Cop28 e strategie di decarbonizzazione
La questione sulla decarbonizzazione è stata sollevata in relazione ai negoziati dell’Unione europea per la posizione da adottare durante il prossimo vertice Onu Cop28 di Dubai verso la fine di novembre.
Maria Pastukhova, consulente politico senior presso il think-tank E3G, ha messo in guardia i Paesi impegnati sui negoziati internazionali: è fondamentale che essi rispettino gli standard in modo rigoroso e ambizioso. Questo impegno, infatti, è cruciale per assicurare che gli accordi finali, volti a ridurre l’uso dei combustibili fossili, siano autentici e coerenti con gli obiettivi di lotta al cambiamento climatico.
