Ambiente

Stati Generali del Clima: si è conclusa la prima edizione

Una 3 giorni (da venerdì a domenica) per definire il futuro dell’attivismo climatico. Clara Pogliani dell’associazione Ci sarà un bel clima, principale promotrice dell’evento, ha raccontato a La Svolta il risultato finale
Clara Pogliani
Clara Pogliani Credit: Gabriele Ruffato
Tempo di lettura 4 min lettura
4 settembre 2023 Aggiornato alle 15:30

Che cosa caratterizza l’attivismo climatico di oggi? E quali sono i temi-chiave e le opportunità? A queste domande e a tanti altri spunti di riflessione hanno provato a rispondere e a discutere le realtà presenti agli Stati Generali del Clima.

Vi hanno preso parte attivisti, cittadini e associazioni, che hanno cercato di offrire punti di vista, idee e opinioni differenti per uno scopo comune: stabilire un punto di partenza per rendere concrete le proposte per un cambiamento green, che non riguardi solo l’aspetto più politico ma anche quello sociale e culturale.

E dunque, in questi 3 giorni carichi di impegni e passione, moltissime persone unite da un’unica causa si sono ritrovate insieme per dare voce all’attivismo climatico. I traguardi da raggiungere erano chiari: delineare linee guida, dare vita a una rete italiana per l’azione climatica e iniziare a gettare le basi per un documento che riunisca quanto fatto fino a oggi per elaborare una proposta politica.

Ma il percorso verso un futuro sostenibile richiede una comprensione approfondita di ciò che l’attivismo rappresenta oggi. E, per questo motivo, La Svolta ne ha parlato con Clara Pogliani di Ci sarà un bel clima.

Sabato si è entrati più nel vivo del dibattito: com’è andata?

Abbiamo iniziato il momento di assemblea in cui hanno aderito un centinaio di persone tra osservatori e aderenti, ed è andata bene. Nel corso della prima giornata abbiamo avuto occasione di iniziare a ragionare su che cosa caratterizza l’attivismo climatico oggi, temi caldi e opportunità, anche perché per un percorso comune abbiamo bisogno di ragionare su cosa stiamo facendo oggi.

Rispetto alle tematiche trattate, la vostra associazione come si posiziona?

La cosa fantastica è che c’è stata un’incredibile coerenza nella diversità. Proprio durante queste discussioni, mettendo insieme diverse persone di diverse associazioni che dovevano raccontare il proprio punto di vista, è venuta fuori la pluralità di temi che cerchiamo di rappresentare anche noi in qualità di Ci sarà un bel clima, ossia la complessità della sfida ecologica. Tutti hanno fatto emergere questa differenza di visioni, che si occupassero di un microtema di montagna o di un macrotema energetico, e abbiamo ragionato sulla complessità di attuare questa rivoluzione sul piano sociale e culturale. Siamo molto felici per questo, perché abbiamo capito che è un tema condiviso da tutta la comunità.

Uno dei problemi è che le realtà dell’attivismo climatico sono molto frammentate. Ci sono possibilità concrete di trovare un punto comune per far fronte al cambiamento climatico?

Questo sarà proprio il tema del percorso e ora è difficile dirlo. Noi abbiamo cercato di elaborare in questa sede dei temi, poi faremo tutto un lavoro di formazione per far emergere una proposta comune. Ma c’è dell’ottimo materiale e una buona predisposizione d’animo per raggiungere una proposta politicamente concreta.

Nel complesso, come ti sembrano andati questi 3 giorni?

Il bilancio di questi 3 giorni è molto positivo. Oltre a essersi incontrate persone provenienti da diversi mondi è nata la vera intenzione di portare avanti un processo comune, sia tramite la nostra chiamata che pensando a come poter meglio strutturare una rete di confederati che possano lavorare per l’azione per il clima nei prossimi mesi. E soprattutto ci sono state molta felicità e molta contentezza per aver organizzato una cosa che era stata evocata da molto tempo e da tanti gruppi, ovvero un momento di incontro.

Il progetto finale prevede tappe fino ad aprile 2024. Alla luce di quanto emerso in questi incontri, sentite di essere sulla strada giusta, anche in vista dell’obiettivo finale?

Assolutamente sì. Probabilmente saranno da rivedere alcune tempistiche proposte all’inizio dell’anno, anche per la quantità di persone da portare a bordo in questo processo. Quindi sì, forse le tempistiche saranno un po’ da rivedere. Però siamo riusciti a lavorare in questi giorni sugli obiettivi che ci eravamo dati con la proposta iniziale del documento e pensiamo di poter procedere.

Quindi le sensazioni sono positive?

Assolutamente. La positività e la felicità, mi sento addirittura di poter utilizzare questo termine con tranquillità, sono state proprio alla base di questi 3 giorni. tutti quanti siamo stati sicuri di aver iniziato un percorso, non sappiamo ancora bene a cosa porterà ma sappiamo dove ci porterà: lavorare congiuntamente per mettere la giustizia climatica al centro di un’idea di mondo, di società e di politica.

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