Futuro

Fake news: l’AI minaccia le presidenziali Usa

Lo sviluppo costante dell’intelligenza artificiale rischia di alimentare la disinformazione repubblicana e democratica in vista delle elezioni 2024
Credit: Getty Images
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6 settembre 2023 Aggiornato alle 11:00

La campagna elettorale per le presidenziali statunitensi del 2024 si sta intensificando, sia nel campo repubblicano che in quello democratico; crescono così gli allarmi per le possibili manipolazioni, notizie false e distorsioni veicolate attraverso i diversi mass media. Rispetto agli anni precedenti, le maggiori preoccupazioni sono dettate dall’implementazione delle nuove intelligenze artificiali che potrebbero alterare drasticamente il dibattito pubblico.

Secondo la società Deepmedia, rispetto al 2022 quest’anno sono stati pubblicati online il triplo di video falsi chiamati anche “deepfake video”, generati attraverso l’uso delle AI. Una notevole accelerazione rispetto all’anno precedente, tanto che si prevede che circa 500.000 deepfake video e vocali saranno condivisi sui social network a livello globale.

«Sarà molto difficile per gli elettori distinguere il vero dal falso. E si potrebbe solo immaginare come i sostenitori di Trump o quelli di Biden potrebbero usare questa tecnologia per mettere in cattiva luce l’avversario. Potrebbero esserci delle cose che avvengono proprio prima delle elezioni senza che nessuno abbia la possibilità di eliminarle», ha affermato Darrell West, membro del Brookings Institution’s Center for Technology Innovation.

Quest’anno si sono già verificati numerosi episodi controversi a livello globale, dove video e immagini palesemente false sono state scambiate per reali, come la genuflessione di Putin di fronte a Xi Jinping, le immagini dell’arresto di Trump o il video creato dai repubblicani americani per attaccare il presidente Biden. Al contrario del passato, dove erano necessari costosi investimenti e tecnologie non alla portata di tutti, grazie alle nuove AI generative anche un singolo utente con pochi dollari può generare un’immagine falsa.

L’aumento della disponibilità tecnologica e della capacità di simulare la realtà potrebbe generare problemi insormontabili nel contrastare la disinformazione e la propaganda, specialmente in un contesto fortemente polarizzato come quello della società americana: «Le elezioni del 2024 saranno un disastro perché i social media non ci stanno proteggendo dalle fake news generate falsamente dall’intelligenza artificiale. Ci stanno lavorando, ma non l’hanno ancora risolto il problema. E fra l’altro i gruppi di fiducia e sicurezza (preposti a contrastare le fake news, ndr) stanno diventando più piccoli, non più grandi», ha ammonito l’ex Ceo di Google Eric Schmidt.

Negli ultimi mesi le società che gestiscono i principali social network hanno allentato le misure di controllo, a partire da X (ex Twitter) di proprietà di Elon Musk, che ha ribadito la necessità di garantire il più possibile la libertà di parola, anche di fronte a palesi menzogne e distorsioni, evitando di imporre troppe censure e limitazioni.

Inoltre il continuo licenziamento del personale, con Meta che ha ridotto gli addetti di oltre 20.000 unità e X che ha lasciato a casa oltre la metà dei dipendenti, ha comportato un netto ridimensionamento dei gruppi interni impegnati a contrastare le fake news, lasciando spazio a algoritmi discutibili e inefficienti.

Davanti a questo problema, che potrebbe innescare estremismi e tensioni politiche sempre più forti per le presidenziali del 2024, alcuni hanno suggerito di implementare ulteriori controlli, con il fingerprinting e il watermarking di immagini e video, o un avanzato fact-checker istantaneo per gli utenti social.

Soluzioni parziali, che per vari esperti non riescono a tenere il ritmo dell’evoluzione tecnologica. Un’evoluzione che potrebbe arrivare a un livello pericoloso dove il vero e il falso non saranno più distinguibili.

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