Quanto costano le mestruazioni?

 

Ilciclo mestrualeè un tema fondamentale per lasalutee la parità di genere. Proprio riguardo questo tema, la giornalista, scrittrice e attivista femministaGloria Steinem, nel saggio del 1978If Men Could Menstruate,afferma: “Le mestruazioni diventerebbero un evento maschile invidiabile e motivo di orgoglio.Gli uomini si vanterebbero della loro durata e del loro flusso. Il Congresso creerebbe un Istituto nazionale della dismenorrea per combattere i dolori mensili e il Governo stanzierebbe finanziamenti per distribuire assorbenti gratuiti”. Oggi in Italia,almeno il 70% delle donnee delle persone con utero tra i 15 e i 25 anni soffre di dismenorreae altri dolori cronici causati da patologie dell’apparato urogenitale (endometriosi, vulvodinia, cistiti recidivanti, ovaio policistico, dolore pelvico). L’assenza di tutele legate al congedo mestruale(a differenza dellaSpagna) e la scarsaerogazione di fondi per la medicina di genereconcorrono ad acuire il problema, anche dal punto di vistapsicologico. IlDisturbo Disforico Premestruale(che provoca insonnia, cambiamenti di appetito, umore depresso, tensione e ansia) causa disagio clinicamente significativo e può interferire con le attività quotidiane. Povertà mestruale (period poverty): il ciclo non può essere un lusso In Italia,donne e persone con utero, nell’arco temporale che va dal menarca alla menopausa,hannouna media di 520 cicli mestrualie consumano almeno 12.000 assorbenti. Secondo la relazione tecnica allegata alla Legge di Bilancio 2022, la spesa media di una donna per gli assorbenti con l’Iva al 22% eracirca 70 euro l’anno;al 10%, circa 63 e infine, al 5%, scende a 60 euro. Per quanto riguarda i dispositivi alternativi agli assorbenti (mutande mestruali e coppette) ilcosto diminuisce nel tempo, ammortizzandosi, perché la loro durata è molto più lunga; ma i prezzi sono ancora proibitivi per molte fasce della popolazione. Dal conteggio finale, in merito alla spesa media per il ciclo mestruale,sono però escluse altre speserelative a farmaci antidolorifici, lo sport per alleviare il dolore, il supporto di professionisti e professioniste della salute come supporto fisico e psicologico. Laperiod poverty,secondo il rapporto dell’Unicef e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)del 2015,riguardaalmeno 500 milioni di donne e persone con utero nel mondo, che non hanno i mezzi necessari per gestire le mestruazioni.Le donne migranti, senza fissa dimora, quelle che vivono in campi profughi e che si spostano attraverso mezzi di fortunavivono questa disparità in modo ancora più drammatico. Il problema della povertà mestrualeinteressa anche il mondo occidentale.Nel Regno Unito il 49% delle ragazze giovani ha perso 1 giorno di scuolaa causa del ciclo e1 su 10, tra i 14 e i 21 anni, non è in grado dipermettersi i prodotti di protezione intima. L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha fornito il numero delle donne in condizione di indigenza in Italia:sono 2 milioni 277.000, più numerose, in termini assoluti, di persone anziane, bambine e bambini. Parlare di mestruazioni ci fa bene Da alcuni anni,sono in aumento le pagine web di divulgazioneattorno al tema delcicloe dellasalute mestruale,dove professioniste del settore (ginecologhe, ostetriche, psicologhe, farmaciste) aiutano nella corretta divulgazione dei temi legati alla salute e all’empowerment femminile. Nel 2022 a Milano è nato ilprimo Festival del ciclo mestruale al mondo:eventonato dalle idee, dagli spunti e dalle sinergie create dal primo podcast in Italia dedicato alle mestruazioni,Eva in rosso.Attiviste, divulgatrici, giornaliste, attrici e autrici si sono ritrovate insieme, a Maggio 2023, per affrontare temi che riguardano l’impatto ambientale del ciclo mestruale, il congedo mestruale, idiritti riproduttivie patologie come l’ovaio policistico.

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