Diritti

Quanto costano le mestruazioni?

Non solo assorbenti, tampax e coppette: la spesa per il ciclo riguarda anche antidolorifici e supporto (fisico ed emotivo) per le patologie dell’apparato urogenitale. Ma spesso i costi sono inaccessibili
Credit: Karolina Grabowska
Tempo di lettura 4 min lettura
25 agosto 2023 Aggiornato alle 12:00

Il ciclo mestruale è un tema fondamentale per la salute e la parità di genere. Proprio riguardo questo tema, la giornalista, scrittrice e attivista femminista Gloria Steinem, nel saggio del 1978 If Men Could Menstruate, afferma: “Le mestruazioni diventerebbero un evento maschile invidiabile e motivo di orgoglio. Gli uomini si vanterebbero della loro durata e del loro flusso. Il Congresso creerebbe un Istituto nazionale della dismenorrea per combattere i dolori mensili e il Governo stanzierebbe finanziamenti per distribuire assorbenti gratuiti”.

Oggi in Italia, almeno il 70% delle donne e delle persone con utero tra i 15 e i 25 anni soffre di dismenorrea e altri dolori cronici causati da patologie dell’apparato urogenitale (endometriosi, vulvodinia, cistiti recidivanti, ovaio policistico, dolore pelvico). L’assenza di tutele legate al congedo mestruale (a differenza della Spagna) e la scarsa erogazione di fondi per la medicina di genere concorrono ad acuire il problema, anche dal punto di vista psicologico.

Il Disturbo Disforico Premestruale (che provoca insonnia, cambiamenti di appetito, umore depresso, tensione e ansia) causa disagio clinicamente significativo e può interferire con le attività quotidiane.

Povertà mestruale (period poverty): il ciclo non può essere un lusso

In Italia, donne e persone con utero, nell’arco temporale che va dal menarca alla menopausa, hanno una media di 520 cicli mestruali e consumano almeno 12.000 assorbenti. Secondo la relazione tecnica allegata alla Legge di Bilancio 2022, la spesa media di una donna per gli assorbenti con l’Iva al 22% era circa 70 euro l’anno; al 10%, circa 63 e infine, al 5%, scende a 60 euro.

Per quanto riguarda i dispositivi alternativi agli assorbenti (mutande mestruali e coppette) il costo diminuisce nel tempo, ammortizzandosi, perché la loro durata è molto più lunga; ma i prezzi sono ancora proibitivi per molte fasce della popolazione. Dal conteggio finale, in merito alla spesa media per il ciclo mestruale, sono però escluse altre spese relative a farmaci antidolorifici, lo sport per alleviare il dolore, il supporto di professionisti e professioniste della salute come supporto fisico e psicologico.

La period poverty, secondo il rapporto dell’Unicef e dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) del 2015, riguarda almeno 500 milioni di donne e persone con utero nel mondo, che non hanno i mezzi necessari per gestire le mestruazioni. Le donne migranti, senza fissa dimora, quelle che vivono in campi profughi e che si spostano attraverso mezzi di fortuna vivono questa disparità in modo ancora più drammatico.

Il problema della povertà mestruale interessa anche il mondo occidentale. Nel Regno Unito il 49% delle ragazze giovani ha perso 1 giorno di scuola a causa del ciclo e 1 su 10, tra i 14 e i 21 anni, non è in grado di permettersi i prodotti di protezione intima.

L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha fornito il numero delle donne in condizione di indigenza in Italia: sono 2 milioni 277.000, più numerose, in termini assoluti, di persone anziane, bambine e bambini.

Parlare di mestruazioni ci fa bene

Da alcuni anni, sono in aumento le pagine web di divulgazione attorno al tema del ciclo e della salute mestruale, dove professioniste del settore (ginecologhe, ostetriche, psicologhe, farmaciste) aiutano nella corretta divulgazione dei temi legati alla salute e all’empowerment femminile.

Nel 2022 a Milano è nato il primo Festival del ciclo mestruale al mondo: evento nato dalle idee, dagli spunti e dalle sinergie create dal primo podcast in Italia dedicato alle mestruazioni, Eva in rosso. Attiviste, divulgatrici, giornaliste, attrici e autrici si sono ritrovate insieme, a Maggio 2023, per affrontare temi che riguardano l’impatto ambientale del ciclo mestruale, il congedo mestruale, i diritti riproduttivi e patologie come l’ovaio policistico.

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