Bambini

Il salario minimo, lo strano spauracchio che non dovrebbe far paura a nessuno

In questi giorni, i politici si sono scapigliati sul salario minimo, una legge che permetterebbe aə lavoratorə più poverə di non guadagnare meno di una certa cifra. Ma perché tanto timore di questo diritto?
Tempo di lettura 4 min lettura
29 luglio 2023 Aggiornato alle 09:00

Tutte le storie hanno un inizio e questa nostra storia comincia proprio dall’inizio, dall’articolo 1 della Costituzione italiana. L’articolo 1 della nostra Costituzione recita così: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. Questo vuol dire che il lavoro è una cosa importantissima. Ognuno col proprio lavoro partecipa a far funzionare un pezzetto di Paese. E, se si mettono insieme tutti i pezzetti, si ottiene quel grande puzzle che è l’Italia.

Vuol dire anche che tutti i lavori sono importanti: dottoresse, scalpellini, maestri, scrittrici, autisti, badanti e presidenti. Questo è vero sulla carta, ma ogni tanto sembra proprio una bella favola. Come in troppi luoghi, infatti, in Italia c’è un grande problema che si chiama lavoro povero.

I lavori sono tutti dignitosi uguali, ma si dice “lavoro povero” quando un lavoratore è pagato così male che, pur dandosi da fare, rimane sempre povero. Non riesce a pagare tutto quello che dovrebbe, non riesce ad avere un tetto sulla testa o a mangiare a sazietà. Per una repubblica fondata sul lavoro, il lavoro povero è la più grande delle ingiustizie, non ti pare?

Per cercare di sconfiggere il lavoro povero, alcuni partiti - che sono gruppi di politici che la pensano allo stesso modo e si battono per sogni e ideali comuni - hanno proposto una legge. Questa legge si chiama salario minimo. Con il salario minimo, una persona non può guadagnare meno di una certa cifra, che viene decisa insieme. Può guadagnare di più, ovviamente, ma mai di meno.

Questa legge, non se la sono mica inventata i partiti italiani che la stanno proponendo. Esiste già un po’ dappertutto. In Europa, sono 21 su 27 i Paesi che hanno il salario minimo. A parte l’Italia, solo Cipro, Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia non hanno il salario minimo.

In Italia alcuni lavori sono pagati malissimo. Sono pagati così male che conviene non lavorare. Quando, per esempio, una mamma lavora per 3€ all’ora e deve lasciare i suoi bambini a una babysitter che ne prende 10, i conti non tornano più. Ma è un vero peccato, perché così non lavora la mamma e non lavora neanche la babysitter. E una mamma senza soldini va poco lontano, perché servono soldini per comprare le cose, per pagare l’affitto, per fare la spesa, per regalarti un libro, per fare un viaggio. Sono proprio le cose, l’affitto, la spesa, i libri, i viaggi che compongono il puzzle di quell’Italia fondata sul lavoro. Ma anche di una vita bella e stimolante.

3€ per un’ora di lavoro sono una barzelletta che non fa ridere nessuno. Sarebbe come se ti dicessi che hai il diritto di vedere un cartone dopo aver sistemato camera tua e ti lasciassi guardare solo la sigla. Che ci fai con una sigla? Tanto vale rimanere in pace e in disordine, no?

Anche se il salario minimo è una realtà in tutta Europa, e non solo lì, tanti politici italiani si oppongono e dicono che non serve a niente, che farebbe solo più danni, che impoverirebbe le imprese che danno il lavoro. Ma le imprese non danno lavoro: è il lavoro dei lavoratori che crea le imprese. Senza i lavoratori, le imprese non ci sarebbero. È per questo che i lavoratori vanno protetti, tutti quanti.

In Italia, sono più di 4 milioni i lavoratori che guadagnano meno di 9€ l’ora, che sarebbe il compenso proposto dai partiti a favore del salario minimo. 4 milioni non sono la maggior parte dei lavoratori, ma sono un mucchio di gente. Sono quanto tutti gli abitanti di Roma e di Milano messi insieme.

Giovedì i politici pro e contro salario minimo si sono scapigliati e il Governo, che è contro il salario minimo, ha deciso di rinviare la discussione a settembre.

In questi 2 mesi, speriamo si prenda il tempo per pensarci per bene, al mare magari, sotto l’ombrellone magari. Mentre 4 milioni di italiani continueranno a lavorare vedendo gli ombrelloni degli altri solo in televisione.

Leggi anche
Lavoro
di Riccardo Carlino 4 min lettura
Lavoro
di Riccardo Pieroni 3 min lettura