Economia

Ricostruzione zone alluvionate: già spesi 2 miliardi su 2,5

I fondi stanziati per sostenere Marche, Emilia-Romagna e Toscana sarebbero dovuti essere impiegati in 3 anni, ma sono quasi terminati. Alcuni Comuni, però, non hanno ancora ricevuto gli aiuti economici
Veduta aerea di una casa circondata dal fango dopo che, durante l'alluvione di un mese fa, il torrente Idice aveva esondato. Molinella (Bologna), 9 giugno 2023.
Veduta aerea di una casa circondata dal fango dopo che, durante l'alluvione di un mese fa, il torrente Idice aveva esondato. Molinella (Bologna), 9 giugno 2023. Credit: ANSA/EMANUELE VALERI
Tempo di lettura 4 min lettura
25 luglio 2023 Aggiornato alle 07:00

Per far fronte all’emergenza dovuta dalle alluvioni di maggio, il Governo ha varato 3 decreti per aiutare per le Regioni colpite: Marche, Emilia-Romagna, Toscana.

I primi 2, che contengono un pacchetto da 1,8 miliardi, prevedono lo stanziamento di centinaia di milioni di euro per la sospensione delle tasse nei territori danneggiati, 1 miliardo per la cassa integrazione e sostegni agli autonomi, 300 milioni per la internazionalizzazione delle imprese, provenienti da Sace (Sistema Accreditamento Certificazione Energetica).

Il terzo decreto, entrato in vigore a luglio, prevede la nomina per un anno di Francesco Paolo Figliuolo in qualità di Commissario alla ricostruzione e lo stanziamento di un fondo da 2,5 miliardi di euro da impiegare in 3 anni per la ricostruzione, a cui vanno aggiunti 120 milioni per la ricostruzione privata e 100 milioni per “il mantenimento dell’occupazione e l’integrale recupero della capacità produttiva”.

Tuttavia, gli enti locali hanno già speso 2 miliardi di euro per la ricostruzione e ci sono Comuni che non hanno ancora ricevuto i fondi. Il sindaco di Modigliana, nell’Appennino forlivese, ha anticipato 1,9 milioni di euro dal fondo comunale per risolvere interventi urgenti. «Qui il territorio è esploso: 500 frane segnalate – dice il sindaco – Solo che io non posso promettere nulla ai miei concittadini perché non abbiamo ricevuto nulla».

Simile approccio è stato seguito anche dalla città di Ravenna, che ha anticipato 38 milioni di spese per la ricostruzione. «Intanto col commissario Figliuolo è stato importante riconoscere che al momento non ci sono fondi stanziati», spiega Michele De Pascale, sindaco di Ravenna e presidente della Provincia, che risponde alle polemiche: «Mi sento preso in giro, non si possono bloccare i fondi a imprese e famiglie perché questi hanno dubbi. Il Comune di Ravenna e la provincia possono permettersi di anticipare fondi, ma i più piccoli non ce la faranno».

Sul tema torna anche Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana. In una dichiarazione stampa tenuta dopo un sopralluogo nelle zone alluvionate con il Commissario Figliuolo, ha affermato: «In questo momento la mia attenzione è fare in modo che i sindaci che coraggiosamente hanno dato per ciò che potevano una prima sicurezza al territorio, possono avere il ristoro delle risorse che hanno impiegato. Si tratta di piccoli Comuni che non hanno fondi così cospicui. Poi dobbiamo pensare alla messa in sicurezza perché la montagna dell’alto Mugello non si spopoli. La messa in sicurezza va di pari passo con il mantenimento dell’occupazione».

In Romagna si stimano i maggiori danni. Nel rendiconto presentato dal presidente della Regione Stefano Bonaccini nel suo incontro con la Presidente Meloni, i danni provocati dall’alluvione ammonterebbero a circa 8,9 miliardi di euro, di cui quasi la metà sono stati arrecati alle infrastrutture (4,3 miliardi). Coldiretti segnala che le esportazioni di prodotti agroalimentari quest’anno rischiano di subire un grosso calo: oltre 45.000 ettari di campi coltivati sono stati sommersi. Grandi perdite si sono registrate nella produzione di grano (circa 400.000 tonnellate), albicocche, uva e pesche nettarine.

Nella regione Toscana, Coldiretti stima danni per 150 imprese nell’Alto Mugello, cui si aggiungono 170 aziende danneggiate dalla grandine primaverile. Inoltre, sempre nella stessa zona, sono state 400 le frane causate dall’alluvione, causando interruzioni alla viabilità. Infine, la Regione Marche, già provata dall’alluvione dello scorso settembre, e ancora alle prese con la ricostruzione post-terremoto che colpì le aree interne nel 2016, ha subito lo scorso maggio danni in 160 Comuni per circa 314 milioni di euro.

Nei territori colpiti cresce il malumore nei confronti di tutte le istituzioni. Nel mirino delle polemiche, la Regione Emilia-Romagna e il Governo; la prima, per la scarsa manutenzione dei fiumi; il secondo per gli aiuti ridotti. A Faenza, le case di molte persone sono danneggiate a causa delle assenze di garanzie per la sicurezza, mentre sono più di 20.000 gli sfollati, senza più un’abitazione agibile. Senza supporti e aiuti concreti, questi dati tenderanno a salire.

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