Ambiente

Messico: approvato il cloud seeding anti siccità

Le autorità vogliono irrorare le nuvole con sostanze chimiche (principalmente ioduro d’argento) per creare nuclei di condensazione abbastanza pesanti da trasformarsi in pioggia o neve
Credit: JIM BRANDENBURG/MINDEN PICTURES/NEWSCOM
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18 luglio 2023 Aggiornato alle 11:00

Da anni il Messico sta fronteggiando una forte siccità, che sta provocando numerose problematiche sociali ed economiche.

Nel 2023, il 74,58% del territorio ha sperimentato scarse precipitazioni, mentre 16 entità nazionali presentano il 100% di siccità nelle loro municipalità: «Gran parte della Repubblica messicana ha una siccità da moderata a grave e principalmente negli Stati del centro, ovest, sud, nord e nord-est del Paese. Questa moderata siccità è caratterizzata da danni alle colture e ai pascoli, c’è un alto rischio di incendi boschivi e vi sono dei bassi livelli nei fiumi, torrenti, bacini, dighe e qualsiasi altro specchio d’acqua» ha dichiarato Rafael Trejo, vicedirettore delle previsioni meteorologiche per la National Water Commission.

Questa crisi è stata intensificata dal fenomeno atmosferico La Niña e ha comportato gravissimi problemi per le forniture dell’acqua potabile in diverse città messicane, oltre che il crollo delle produzione di diversi prodotti agricoli, fra cui le salse derivate dai peperoncini o il mezcal.

Colpite anche le comunità indigene dello Stato del Chiapas, sud-est del Messico, che da tempo soffre una grave siccità pari al 65% del suo territorio: «Stiamo avendo meno pioggia del solito. Da gennaio a giugno è stata del 36% inferiore alla media. A partire da marzo è stata osservata una diminuzione delle precipitazioni, e ora nel mese di giugno siamo al 75% al di sotto della media mensile», ha sottolineato Yendi Alvarez Chacon della National Water Commission.

Per fronteggiare questa emergenza, le autorità messicane hanno deciso di utilizzare la tecnica del cloud seeding per aumentare le precipitazioni e contrastare gli effetti siccitosi. Questa particolare misura prevede l’irrorazione di una serie di sostanze chimiche, principalmente ioduro d’argento, all’interno delle formazioni nuvolose in modo da creare dei nuclei di condensazione abbastanza pesanti da trasformarsi in pioggia o neve. Un tecnica particolare, studiata fin dagli anni ‘40 del secolo precedente, che però ha sollevato numerosi dubbi da parte della comunità scientifica.

Nonostante le incertezze, il ministro della Difesa Luis Cresencio Sandoval ha deciso di procedere comunque: «Considerato che abbiamo un aereo con tutte le attrezzature per seminare le nuvole… abbiamo verificato con la National Water Commission (Conagua) se potevamo supportarli con l’aereo nell’area in cui avevano bisogno di far piovere» ha dichiarato il ministro Sandoval.

L’operazione prevede di irrorare le nuvole nell’area territoriale di Città del Messico, dove la riserva d’acqua Cutzamala è calata al 47,6% della sua capacità, il livello più basso di sempre. Non è la prima volta che il Governo utilizza la tecnica del cloud seeding, già sperimentata nell’aprile del 2021 per fermare un incendio nelle regioni di Coahuila e Nuevo León. Successivamente è stata usata anche per indurre le precipitazioni nelle regioni di Baja California, Sinaloa, Sonora, Chihuahua, Durango e Zacatecas.

Oggi in Messico le precipitazioni annuali sono scese da 10.000 metri cubi del 1960 a 4.000 dell’anno 2012. Il World Resources Institute classifica il Paese al 24° posto per stress idrico a livello globale. Circa 12 milioni di messicani non hanno accesso a un’acqua potabile non inquinata o rispettosa degli standard minimi richiesti per garantire una fornitura idrica pulita.

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