Diritti

Malta: aborto solo se in pericolo e con l’ok di una commissione

Approvata la legge che consente l’interruzione di gravidanza esclusivamente nei casi in cui la donna potrebbe morire, ma dopo l’approvazione di specialisti. Una misura che allunga i tempi di intervento
Manifestanti maltesi antiabortisti davanti l'Auberge de Castille per protestare contro la riforma del Governo che avrebbe depenalizzato l'aborto, dicembre 2022. Credit: REUTERS/Darrin Zammit Lupi/File Photo
Manifestanti maltesi antiabortisti davanti l'Auberge de Castille per protestare contro la riforma del Governo che avrebbe depenalizzato l'aborto, dicembre 2022. Credit: REUTERS/Darrin Zammit Lupi/File Photo
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
6 luglio 2023 Aggiornato alle 07:00

Ci sarebbe piaciuto dare la notizia che finalmente anche a Malta le donne che vogliono interrompere volontariamente una gravidanza possono farlo ed essere tutelate dal sistema sanitario, senza ricorrere a metodi illegali o sottoponendosi a costosi e pericolosi viaggi all’estero. Invece il Parlamento maltese il 28 giugno 2023 ha approvato una legge sbandierata come una svolta liberale, ma che di fatto cambia di poco la situazione.

Il Paese fino a quel momento era rimasto l’unico nell’Unione europea a vietare l’aborto in ogni circostanza, ma a seguito del caso di una turista americana che sull’isola, nel giugno 2022, aveva rischiato la vita perché le era stato negato l’accesso all’IVG, nonostante fosse già in atto un principio di aborto spontaneo con rischio di infezione e gravi emorragie, le autorità avevano promesso un cambio di passo.

L’idea, almeno quella comunicata inizialmente, era di depenalizzare l’aborto quando necessario a tutelare la salute della gestante, ma l’inserimento all’ultimo minuto di alcuni emendamenti nel testo ha sconfessato questi propositi.

Ciò che è rimasto nella legge, infatti, è che alla presenza di condizioni di salute gravi che potrebbero portare alla morte della persona in gravidanza, l’accesso all’aborto possa essere autorizzato, ma solo dopo un esame da parte di una commissione medica composta da 3 specialisti. Una misura che allunga enormemente i tempi di intervento e che, di conseguenza, aumenta le probabilità di morte o serissime conseguenze.

Questo passaggio può essere evitato solo se la vita della persona coinvolta è giudicata in pericolo imminente, ed esclusivamente prima della vitalità fetale, ovvero della capacità del feto di sopravvivere al di fuori dell’utero.

In molti però obiettano che, anche in casi estremi, difficilmente un medico autorizzerà un aborto senza il parere degli esperti, onde evitare di incorrere in sanzioni penali.

Escluse circostanze al limite, infatti, l’interruzione volontaria di gravidanza a Malta è illegale e punibile con il carcere fino a 3 anni per chi vi ci sottopone e 4 per il medico aiuta nella pratica, oltre al divieto di praticare la professione.

La proposta di legge entrata in vigore non cambia di molto la situazione, ma viola gli obblighi internazionali del Paese in termini di tutela dei diritti umani e continua a lasciare nel terreno della clandestinità questa forma di autodeterminazione in quasi tutte le circostanze. Impossibile come scelta libera, così come in caso di violenza sessuale, incesto e gravi malformazioni del feto.

Nonostante a parole il Governo di Malta, a maggioranza cattolica e con forti legami con il Vaticano, abbia riconosciuto che l’aborto a volte sia necessario a salvare vite, nella sostanza dimostra di non voler fare alcun passo avanti.

Per questo motivo, Voices for Choice, coalizione di 14 gruppi pro-choice che inizialmente si era seduta al tavolo governativo per partecipare alla stesura della legge, ha ritirato il proprio sostegno e indetto una serie di manifestazioni di proteste.

Le responsabili hanno affermato che gli emendamenti inseriti rappresentano un tradimento nei confronti delle donne perché «vaghi, impraticabili e persino pericolosi» e che, come ribadito anche da Amnesty International, sottoporsi al giudizio di 3 specialisti per le gestanti la cui salute è a rischio significhi giocare, ancora una volta, con le loro vite.

Leggi anche