Futuro

Avremo un caricabatterie unico per tutti?

Nonostante l’opposizione di Apple, in Europa si fa sempre più concreta l’ipotesi di adottare un solo apparecchio per i dispositivi portatili elettronici, dagli smartphone ai tablet. L’Ue e gli Stati membri potrebbero raggiungere un accordo nei prossimi mesi
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
17 febbraio 2022 Aggiornato alle 15:20

Si vede una luce in fondo al tunnel europeo dei caricabatterie. Secondo l’agenzia di stampa britannica Reuters, la Commissione e gli Stati membri potrebbero raggiungere un accordo entro la fine dell’anno sulla porta di ricarica unica per smartphone, cuffie e tablet.

A schierarsi contro questa proposta è stata Apple Inc., la multinazionale statunitense che produce sistemi operativi e dispositivi tecnologici fondata da Steve Jobs. L’azienda con sede a Cupertino, in California, ha infatti avvertito che la spinta dell’Ue per il caricabatterie comune danneggerebbe l’innovazione e creerebbe una montagna di rifiuti elettronici, se i consumatori fossero costretti a passare a nuovi caricabatterie. Dalla Commissione, però, avvisano che se dovesse emergere un nuovo standard, migliore dell’USB-C, le norme potranno essere adattate.

Alex Agius Saliba, l’europarlamentare maltese nominato relatore del Parlamento europeo per la proposta legislativa dello Universal Charger, ha dichiarato a Reuters di sperare che l’assemblea legislativa voti la proposta di un caricatore unico a maggio: ciò consentirebbe di avviare i colloqui con i paesi dell’Ue su una bozza finale.

Non è la prima volta che questo tema viene affrontato: la Commissione europea ne aveva già parlato più di 10 anni fa, ma il progetto di legge è arrivato l’anno scorso, dopo che le aziende non avevano raggiunto una soluzione comune a riguardo.

La proposta riguarda non solo l’introduzione di uno standard comune per i caricatori, in modo da renderli intercambiabili per il futuro, ma anche il cosiddetto unbuilding, ovvero la vendita separata di carica-batterie e dispositivo cellulare. “L’Unione europea vuole far sì che l’utilizzo di diversi cavi USB per la ricarica sia solo un ricordo, rendendo più semplice la vita dei consumatori e riducendo i rifiuti elettronici”, si legge sul sito dell’Ue.

Secondo Anna Cavazzini, presidente della Commissione per la protezione dei consumatori del Parlamento europeo, esistono varie stime sulla possibile riduzione di questo tipo di spreco: «La cifra che viene spesso citata è di circa 1.000 tonnellate all’anno: i rifiuti elettronici costituiscono il flusso di rifiuti a più rapida crescita nell’Ue. Se vogliamo davvero attuare il Green Deal e ridurre l’uso delle risorse, dobbiamo eliminare tutti gli ostacoli».

Secondo Agius Saliba, un unico caricabatterie non solo potrebbe ridurre la quantità di rifiuti, ma cambierebbe anche le regole del gioco per i consumatori, riducendo i costi inutili e risparmiando fino a 250 milioni di euro ogni anno. La proposta europea vuole che le porte USB-C – per capirci, il caricatore universale – diventino il formato standard per smartphone, tablet, fotocamere, cuffie, altoparlanti, computer e console per videogiochi.

L’europarlamentare, però, ha una proposta più ampia in mente, rispetto alla bozza della Commissione: il suo testo non riguarderebbe solo i dispositivi citati, ma anche e-reader, laptop a bassa potenza, tastiere, mouse per computer, auricolari, orologi intelligenti e giocattoli elettronici. «Sarebbe un’opportunità totalmente persa se ci concentrassimo solo sugli smartphone» ha commentato. Questa versione avrebbe un grande impatto anche su Samsung, Huawei e altri produttori di dispositivi, oltre a Apple e Android, e secondo Agius Saliba comporterebbe una tempistica più breve rispetto alla bozza della Commissione.

Sono stati gli stessi utenti, nel corso degli anni, a lamentarsi di essere costretti a utilizzare caricabatterie diversi per i loro dispositivi: iPhone, infatti, necessita di un cavo Lighting, mentre Android è alimentato da connettori USB-C. Secondo uno studio della Commissione europea del 2019, il 50% dei caricabatterie venduti in abbinamento ai telefoni cellulari nel 2018 aveva un connettore USB micro-B, mentre il 29% un USB-C e il 21% un Lighting.

Agius Saliba ha anche proposto di armonizzare i sistemi di ricarica wireless entro il 2025 e che tale normativa entri in vigore sei mesi dopo la sua adozione: anziché dare alle aziende i 24 mesi previsti per adeguarsi alle nuove prescrizioni, sarebbe utile stringere i tempi. E tagliare i cavi.