Ambiente

Navi da crociera: quanto inquinate!

Il nuovo rapporto realizzato dal network ambientalista indipendente European Federation for Transport and Environment colloca l’Italia al primo posto in Europa per danni causati dal turismo marittimo di lusso
Credit: Anatoly Anikin
Tempo di lettura 4 min lettura
23 giugno 2023 Aggiornato alle 07:00

L’inquinamento causato dalle navi da crociera ha superato i livelli pre-pandemici, cancellando i progressi degli ultimi anni e rendendo l’Italia lo Stato più inquinata d’Europa in questo specifico ambito.

L’allarme è stato lanciato dal network ambientalista indipendente European Federation for Transport and Environment (T&E), che in un nuovo rapporto ha denunciato le emissioni causate dal turismo marittimo di lusso, nonostante l’Organizzazione Marittima Internazionale delle Nazioni Unite abbia introdotto 3 anni fa un limite più stringente di concentrazione di zolfo nei carburanti.

Nel 2022 le 218 navi da crociera europee hanno incrementato le loro emissioni, con un aumento di 3 inquinanti atmosferici particolarmente tossici: il Sox o ossidi di zolfo (+ 9%), il NOx o ossidi di azoto (+ 18%) e il Pm 2.5 che è cresciuto del 25%. Rispetto al 2019 è incrementato di quasi il 25% anche il numero delle navi, il tempo trascorso nelle aree portuali e il carburante utilizzato da questo particolare settore marittimo. Complessivamente le navi da crociera hanno emesso più ossidi di zolfo di 1 miliardo di automobili, circa 4,4 volte il numero di tutte le autovetture europee.

L’Italia guida la classifica fra i Paesi europei, superando la Spagna, a causa dei livelli di inquinamento raggiunti. Le 3 città più inquinate sono Barcellona, Civitavecchia e il porto ateniese del Pireo, mentre le altre italiane che compaiono nella classifica europea sono Napoli, Genova e Livorno.

«La pandemia ha dato un po’ di tregua alle città portuali, ma ora è davvero finita. Le crociere sono tornate e località turistiche come Barcellona, Civitavecchia e Atene sono di nuovo soffocate dall’inquinamento atmosferico prodotto dalle navi da crociera. Venezia ha dimostrato che affrontare l’inquinamento delle navi da crociera è possibile, ma i divieti non sono l’unico modo. I porti possono ridurre significativamente i livelli di inquinamento obbligando le navi a collegarsi all’elettricità in porto, invece di far funzionare i motori, e sostenendo l’adozione di carburanti a emissioni zero», ha dichiarato il direttore di T&E Italia Andrea Boraschi.

Una nota positiva arriva proprio da Venezia, che è passata dal primo posto al 41esimo grazie al divieto introdotto nel 2021 che ha proibito l’accesso al porto da parte delle grandi navi da crociera. Questo ha comportato l’abbattimento degli inquinanti atmosferici fino all’80% con un notevole miglioramento dell’ecosistema locale.

Oltre all’esempio di Venezia, sono in corso di studio e dispiegamento una serie di tecnologie per ridurre l’impatto ambientale, che vanno dal passaggio a motori a gnl (gas naturale liquefatto) fino all’elettrificazione. La prima soluzione potrebbe ridurre l’impatto degli inquinanti atmosferici locali, ma allo stesso tempo comporterebbe le perdite di metano e quindi il rilascio di un gas 80 volte più climalterante della CO2.

La seconda soluzione richiede un’ulteriore accelerazione degli investimenti, cosa che trova concorde la Cruise Lines International Association (Clia), l’associazione che rappresenta l’industria delle crociere a livello mondiale: «Oggi il 40% delle navi è già equipaggiato con sistemi per connettersi all’elettricità una volta in porto, quota che dovrebbe salire all’85% entro il 2028.

Gli investimenti ci sono, ma è necessario che le autorità diano priorità alla fornitura su scala di combustibili rinnovabili e all’installazione di infrastrutture elettriche terrestri, dato che oggi in Europa sono disponibili pochi collegamenti».

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