Ambiente

Urso: è emergenza materie prime critiche

Il ministro delle Imprese ha lanciato l’allarme: rischiamo una nuova dipendenza energetica dalla Cina. Serve dirottare le risorse del Pnrr su interventi per la transizione ecologica e digitale
Credit: ANSA/ANGELO CARCONI
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1 giugno 2023 Aggiornato alle 15:00

Passeremo dalla subordinazione energetica russa a quella cinese? È la preoccupazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, intervenuto al convegno Lenergia per lItalia e lUe: le fonti e le regole del mercato energetico” (tra i relatori anche i ministri dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin e degli Esteri Antonio Tajani oltre ai vertici di Enea, Italgas e Nomisma).

«Senza un’autonomia vera sulle materie prime critiche, anche la transizione all’elettrico potrebbe riservarci rischi gravissimi, passando dalla subordinazione alle fonti fossili della Russia a una ancora peggiore subordinazione alle materie prime della Cina», ha avvisato il ministro. Aggiungendo anche che nella rinegoziazione in corso del Pnrr «siamo fiduciosi di poter orientare in modo più efficace le risorse europee già stanziate e quelle del RePower Eu verso interventi che contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi energetici e di sostenibilità ambientale».

Urso ha riportato anche i dati forniti dall’ultimo Consiglio Competitività della Commissione europea, in cui si è parlato di investimenti e sviluppo economico a lungo termine: oggi il commercio di merci e servizi dell’Unione con il resto del mondo rappresenta il 16,2% degli scambi mondiali (la Ue è tra le 3 grandi economie globali) ma il fabbisogno di materie prime critiche necessarie alla riconversione ecologica e digitale entro il 2030 aumenterà di 4 o 5 volte. La richiesta di litio, per esempio, nei prossimi 20 anni “schizzerà” di 42 volte.

«Dobbiamo spostare risorse da capitoli e da obiettivi che difficilmente potranno essere raggiunti da qui al 2026 a capitoli che servono di più a sostenere la transizione ecologica e digitale, e che siano realizzabili davvero in un tempo così ristretto come quello che imporne il Pnrr», ha spiegato il ministro del Made in Italy. «Vogliamo costruire insieme una strategia industriale che ponga particolarmente attenzione alla resilienza delle filiere e alla sicurezza dell’approvvigionamento delle materie prime necessarie alla riconversione».

Ma cosa sono le materie prime “critiche” a cui fa riferimento Urso? Come spiegato sul sito Mimit, sono quei materiali di strategica importanza economica per lEuropa e ad alto rischio di fornitura. Sono preziose perché importanti per la transizione ecologica: vengono utilizzate nelle turbine eoliche, nei pannelli fotovoltaici e nelle batterie. Sono tecnologie che richiedono una grande quantità di minerali e metalli e si stima che, oltre al già citato litio, al 2050 lEuropa avrà bisogno di 15 volte più cobalto e già nel 2025 richiederà 120 volte più di neodimio. L’elenco è aggiornato dalla Ue ogni 3 anni, l’ultimo è del 2020 e comprende 30 elementi, dall’antimonio al vanadio.

Il Consiglio Competitivà ha anche ribadito l’importanza della circular economy per ridurre i rifiuti e la dipendenza dalle risorse critiche e per aumentare la produttività, l’occupazione e la crescita. “Un’economia circolare, consentita dalla rivoluzione tecnologica, è fondamentale per sganciare la crescita economica dell’Ue dall’utilizzo di risorse primarie” si legge nel documento di sintesi. “Nel 2021 la percentuale di utilizzo di materiali circolari era pari all’11,7 %. In base alle stime di Eurostat, i settori dell’economia circolare rappresentavano nel 2021 quasi 4,3 milioni di posti di lavoro e un valore aggiunto di circa 299 milioni di euro”.

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