Ambiente

Le ondate di caldo colpiranno sempre di più i poveri

Entro la fine del secolo, il 25% della popolazione meno abbiente sarà esposto a questa emergenza nel mondo. Lo attesta uno studio dell’American Geophysical Union
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15 febbraio 2022 Aggiornato alle 07:00

A nessuno piace caldo. Soprattutto se ci si ritrova a vivere in un paese povero e in via di sviluppo: mentre i “ricchi” riusciranno forse a resistere all’impatto delle grandi ondate di calore che aumenteranno con il surriscaldamento globale, le persone meno abbienti pagheranno a prezzo altissimo gli effetti della crisi climatica.

«Entro la fine del secolo, il 25% più povero della popolazione mondiale sarà esposto a ondate di caldo a un tasso equivalente al resto della popolazione messa insieme». Da sola questa frase di un gruppo di ricercatori internazionali che sta studiando gli impatti delle ondate di calore, sintetizza le condizioni estreme in cui si ritroveranno a vivere gli abitanti più poveri del Pianeta.

Nello studio “Increasing Heat-Stress Inequality in a Warming Climate” pubblicato su Earth’s Future dell’American Geophysical Union (AGU) da ricercatori canadesi e statunitensi, e guidato da Mohammad Reza Alizadeh del Department of bioresource engineering della McGill University di Montreal, emerge come «a causa di una combinazione di collocamento e accesso agli adattamenti del caldo, come l’aria condizionata, le persone con un reddito più basso sono esposte alle ondate di caldo per periodi di tempo più lunghi rispetto alle loro controparti a reddito più alto. Questa disuguaglianza dovrebbe aumentare con l’aumento delle temperature».

La disuguaglianza e l’ingiustizia climatica è un punto su cui spingono da tempo soprattutto i ragazzi della generazione verde, guidati da Greta Thunberg e Vanessa Nakate. Già alla Cop26 i giovani ricordavano come alcune zone del Pianeta, come a esempio l’Africa, nonostante siano responsabili solo del 3% delle emissioni globali, paghino un prezzo altissimo - tra ondate di calore e inondazioni a esempio - per le emissioni degli altri continenti. Lo studio ribadisce come a pagare saranno sempre di più proprio le persone con meno mezzi a disposizione, aumentando così le disuguaglianze sociali e climatiche.

Per esempio, le fasce di popolazioni a reddito più basso dovranno affrontare un’esposizione alle ondate di caldo del 40% superiore rispetto alle persone a reddito più elevato. Le persone più povere non solo vivono in aree più esposte a queste ondate legate alla crisi climatica, ma per divario economico sono anche prive dell’utilizzo di dispositivi di mitigazione, come l’aria condizionata.

«Lo studio - spiegano gli esperti - ha analizzato i dati storici sul reddito, i registri climatici e gli adattamenti al calore per quantificare il livello di esposizione alle ondate di caldo che le persone con redditi diversi devono affrontare in tutto il mondo. Il livello è stato misurato prendendo il numero di persone colpite dall’emergenza moltiplicato per il numero di giorni di ondate di caldo. Abbiamo abbinato queste osservazioni ai modelli climatici per prevedere come cambierà l’esposizione nei prossimi 8 decenni».

Secondo i modelli elaborati dai ricercatori, entro il 2100 le persone che vivono nei quartieri con la popolazione a reddito più basso dovranno affrontare 23 giorni di ondate di caldo in più all’anno rispetto a quelle che vivono nei quartieri a reddito più alto. «Molte regioni popolose e a basso reddito si trovano nei tropici e si prevede che la loro popolazione crescerà, contribuendo alla disugaglianza» aggiungono gli esperti.

Dall’analisi emerge dunque una differenza sempre più marcata, ma gli esperti sottolineano come la crisi climatica non risparmierà nemmeno i ricchi: «Sebbene le regioni a reddito più elevato hanno spesso un maggiore accesso agli adattamenti, probabilmente dovranno affrontare blackout o interruzioni di corrente poiché la domanda di elettricità sommergerà la rete. Un aumento dell’area geografica colpita dalle ondate di caldo, che lo studio ha rilevato che sia già incrementata di 2,5 volte dagli anni ’80, limiterà la nostra capacità di prendere in prestito elettricità dalle regioni vicine non interessate, come a esempio la California che importa elettricità dal Pacifico nord-occidentale», concludono gli scienziati.

Se non riusciremo a fermare la devastante avanzata della crisi climatica, al contrario del titolo di un meraviglioso film di Billy Wilder, sarà altamente probabile che a nessuno piaccia ancora il caldo.